Un trionfo di luce e suoni alla Basilica di San Vitale: la Banda della Marina incanta il pubblico

La Basilica di San Vitale al Quirinale, venerdì 28 novembre, si è trasformata in un autentico “campo di Gedeone”, illuminato dalla fusione armoniosa di musica, storia e spiritualità. Nella suggestiva cornice dell’affresco seicentesco di Andrea Commodi, la Banda Musicale della Marina Militare, diretta per l’occasione dal Maestro Vice Direttore, capitano di corvetta Gian Luca Cantarini, ha dato vita a una serata di rara intensità artistica.

Il concerto ha rappresentato il penultimo appuntamento della rassegna «Sacrae Militiae Sonus», una prestigiosa kermesse bandistica che, da giugno a dicembre 2025, ha portato nella basilica paleocristiana dieci tra le più importanti formazioni musicali militari e ministeriali italiane. Il progetto, ideato dal CIDIM – Comitato Nazionale Italiano Musica, è sostenuto dal Ministero della Cultura – Direzione generale Spettacolo, con il patrocinio del Ministero dell’Interno, del Fondo Edifici di Culto, del Municipio I Roma Centro e di S.E.R. il Cardinale Fernando Vérgez Alzaga.

Un programma interamente italiano

Il repertorio, rigorosamente dedicato alla tradizione nazionale, ha condotto il pubblico in un viaggio musicale che ha attraversato più di un secolo di storia. Da Amilcare Ponchielli a Giacomo Puccini, da Camillo De Nardis a Giovanni Orsomando e Tommaso Mario, fino ai contemporanei Davide Boario, Michele Mangani e Salvatore Schembari, ogni brano ha saputo restituire atmosfere ora solenni, ora di sorprendente delicatezza.

La risposta del pubblico è stata calorosa: lunghi applausi, apprezzamenti sinceri e una partecipazione che ha sottolineato la qualità dell’esecuzione e l’intensità dell’evento.

La riflessione del parroco: la musica come memoria spirituale

A chiudere idealmente la serata sono state le parole del parroco, Don Elio Lops, che ha offerto una lettura profondamente evocativa dell’esperienza vissuta:
«Ogni volta che ascolto questi concerti immagino che la musica non vada perduta, ma che rimanga idealmente impressa tra queste mura, come mattoni spirituali che si aggiungono agli affreschi che da secoli custodiscono la storia della nostra Basilica. Una compagnia silenziosa che continua a edificare questo tempio e la nostra comunità».

Un pensiero che ha lasciato il pubblico in un silenzio rispettoso, quasi a voler prolungare l’eco di una serata capace di unire arte, identità nazionale e devozione.