Nel 2023 un gruppo di hacker legato alla Repubblica Popolare Cinese ha avviato una vasta campagna di cyber-spionaggio denominata Salt Typhoon. Si tratta di un’operazione di lunga durata volta a infiltrare le reti di telecomunicazioni e infrastrutture critiche statunitensi, tra cui Verizon, AT&T e T-Mobile, con l’obiettivo di ottenere accesso permanente a sistemi governativi e privati.
Secondo il Senatore Mark Warner, vicepresidente della Commissione Intelligence del Senato, Salt Typhoon rappresenta “il peggior attacco alle telecomunicazioni nella storia degli Stati Uniti”. Gli aggressori hanno sfruttato vulnerabilità note in router e server per penetrare reti interne, monitorare comunicazioni e raccogliere dati sensibili.

Tra marzo e dicembre 2024, gli hacker hanno violato la rete di una unità della Guardia Nazionale dell’Esercito USA, esfiltrando credenziali, mappe dei sistemi, dati del personale e schemi di comunicazione. L’FBI stima che siano stati sottratti oltre un milione di registrazioni di chiamate e dati di geolocalizzazione di milioni di utenti.
Le informazioni raccolte possono essere usate per spionaggio politico, militare o industriale, e persino per seguire in tempo reale i movimenti dei militari nelle basi.
Nonostante gli annunci di “contenimento” da parte delle compagnie colpite, un rapporto congiunto delle agenzie di sicurezza ha rivelato che Salt Typhoon continua a mantenere un accesso persistente alle reti statunitensi, confermando che le difese finora adottate non sono bastate.
L’amministrazione statunitense sta orientando la propria risposta su due assi principali: rafforzare le difese e rendere più chiara la postura offensiva.

Una deterrenza efficace dipende da reti resilienti e risposte coerenti. Senza una base difensiva solida, eventuali azioni di ritorsione contro la Cina rischierebbero di essere inefficaci o controproducenti.
Per questo, analisti e legislatori chiedono di fissare soglie di escalation chiare e procedure di risposta automatica a violazioni gravi, rendendo la postura statunitense più prevedibile e quindi più credibile agli occhi degli avversari.
Salt Typhoon non è solo un episodio di cyber-spionaggio: è la dimostrazione di come la guerra digitale sia ormai un elemento strutturale della competizione geopolitica.
Riconfigurare la strategia cibernetica americana significa passare da una difesa frammentata a una dottrina integrata di resilienza, sanzione e deterrenza, capace di proteggere infrastrutture, istituzioni e cittadini da minacce persistenti e sempre più sofisticate.






