Difesa, industria e propaganda: il nuovo volto del riarmo italiano

CONDORALEXCONDORALEXIndustria2 mesi fa202 Visualizzazioni

L’industria italiana della difesa e sicurezza si appresta a vivere un decennio di crescita senza precedenti. Lo scenario delineato dal recente studio presentato dalla Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad) al Forum di Cernobbio è a dir poco entusiasta: oltre 70 miliardi di euro di fatturato annuo entro il 2035, grazie a un aumento degli investimenti pubblici in linea con gli obiettivi NATO. L’Italia, infatti, si è impegnata a portare la spesa in difesa dal 1,5% al 2,5% del PIL, un salto che dovrebbe generare un incremento cumulato di oltre 114 miliardi in dieci anni.

Lo studio – curato dal Teha group e sostenuto da figure di rilievo come il presidente Aiad Giuseppe Cossiga e l’editorialista Federico Rampini – sottolinea con orgoglio la crescente incidenza dell’export e la centralità dell’industria bellica italiana nel contesto europeo. Solo nel 2024, il comparto ha prodotto un fatturato di oltre 22 miliardi e ha sostenuto 62mila occupati diretti, con un indotto che porta i numeri a 60 miliardi e 145mila lavoratori coinvolti. L’export, definito una “leva di azione geopolitica”, è cresciuto in media del 9,4% annuo, con destinazioni strategiche che includono Arabia Saudita, Egitto, Qatar, Turchia e Indonesia.

Oltre la produzione: le richieste al governo

Ma il comparto non si accontenta. Oltre al flusso crescente di commesse pubbliche, l’industria chiede al governo ulteriori interventi strutturali. Primo fra tutti, un “potenziamento dell’apparato burocratico” per gestire in modo più efficiente il procurement militare. Si invoca anche un aumento degli investimenti pubblici nella ricerca e innovazione tecnologica legata al settore, così come la riattivazione di filiere produttive strategiche sul territorio nazionale, come quella degli esplosivi.

L’obiettivo dichiarato è garantire una “autonomia strategica” per il Paese, anche in funzione del ruolo di sicurezza europea che l’Italia vuole giocare. In questo contesto si inseriscono anche le richieste di incentivi per la cooperazione paneuropea e internazionale e di un maggiore coinvolgimento delle piccole e medie imprese, in particolare nel comparto dell’automotive, sempre più chiamato a riconvertire parte delle proprie attività verso la difesa.

Difesa, industria e propaganda: il nuovo volto del riarmo italiano
Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad)

A corredo di queste misure, l’Aiad lancia anche un appello esplicito al governo: serve una campagna pubblica di comunicazione per migliorare l’immagine dell’industria della difesa presso l’opinione pubblica. Il comparto percepisce, infatti, una diffusa ostilità verso l’aumento delle spese militari, che rischia di compromettere il consenso sociale su queste politiche.

Il marketing della guerra: tra consenso pubblico e modello economico

Nel documento, le proposte non mancano: si suggerisce di imitare i “Nato Days” della Repubblica Ceca, eventi pubblici con dimostrazioni militari, esposizioni industriali e messaggi comunicativi che legano esplicitamente la prosperità economica alla sicurezza nazionale. Francia e Germania, si legge nello studio, sono esempi da seguire per le loro iniziative aperte ai cittadini, pensate per “sensibilizzare le nuove generazioni” sul ruolo economico della difesa.

Difesa, industria e propaganda: il nuovo volto del riarmo italiano
L’industria italiana della difesa e sicurezza

Ma dietro questi slogan si nasconde una questione più profonda: la legittimazione dell’industria bellica come pilastro dello sviluppo economico nazionale. L’argomento cardine è che ogni euro investito nel comparto genera, grazie al “moltiplicatore economico” stimato dall’Aiad, ben 2,72 euro nell’economia nazionale. Un dato molto più ottimistico di quello indicato dall’Ufficio parlamentare di bilancio, che invece stima un moltiplicatore reale sotto l’unità (0,5), a causa del forte ricorso ad acquisti esteri.

Questa differenza di valutazioni offre l’opportunità di avviare un confronto costruttivo sulla sostenibilità economica e strategica degli investimenti in difesa. L’entusiasmo dell’industria rappresenta una spinta positiva per l’innovazione e la crescita, mentre un dibattito pubblico trasparente può contribuire a definire priorità condivise tra sicurezza, sviluppo economico e coesione sociale. In un mondo complesso e in rapida evoluzione, l’Italia ha la possibilità di costruire un modello di sviluppo equilibrato, capace di integrare le esigenze di difesa con quelle della giustizia sociale, dell’ambiente e del progresso civile.

Difesa, industria e propaganda: il nuovo volto del riarmo italiano

Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/11/lindustria-delle-armi-festeggia-laumento-della-spesa-in-difesa-e-chiede-al-governo-una-campagna-per-promuovere-la-sua-immagine/8120633/

Scarica PDF
829 articoli pubblicati
Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

Lascia un commento

Resta aggiornato

Iscriviti alla newsletter di DIFESA NEWS e ricevi le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

ISCRIVITI AL CANALE
ISCRIVITI AL CANALE
Caricamento del prossimo post...
SEGUICI
Barra laterale Cerca Tendenze
Più letti
Caricamento

Accesso in 3 secondi...

Registrazione in 3 secondi...

Resta aggiornato

Iscriviti alla newsletter DIFESA NEWS e ricevi le ultime notizie direttamente nella tua casella email.