Zelenskyy a Washington: Servono Tomahawk, non solo droni. Trump: Fermate la guerra, subito

CONDORALEXCONDORALEXGeopolitica1 mese fa146 Visualizzazioni

WASHINGTON – Si è conclusa una delle visite più delicate del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy negli Stati Uniti, segnata da un incontro con il presidente Donald Trump e da una serie di colloqui ad alto livello che intrecciano diplomazia, industria della difesa ed energia.
Il tema centrale: la richiesta di missili da crociera Tomahawk per un’offensiva contro la Russia, e la risposta – prudente ma non chiusa – del presidente statunitense.

La richiesta di Kyiv: “Abbiamo bisogno dei Tomahawk”

Parlando alla stampa dopo il colloquio con Trump, Zelenskyy ha dichiarato che l’Ucraina ha bisogno dei missili da crociera americani per riequilibrare la superiorità russa.
«È molto difficile operare soltanto con droni ucraini», ha detto il presidente, sottolineando che Kyiv si trova in un momento cruciale del conflitto e necessita di armi a lungo raggio per fermare i bombardamenti sulle infrastrutture civili ed energetiche.

In un’intervista a NBC Meet the Press, Zelenskyy ha precisato: «È positivo che il presidente Trump non abbia detto no, ma per oggi non ha detto ».
Un modo diplomatico per ammettere che la strada verso l’autorizzazione statunitense è ancora lunga, ma non definitivamente chiusa.

Zelenskyy a Washington: “Servono Tomahawk, non solo droni”. Trump: “Fermate la guerra, subito”
Zelenskyy a Washington: “Servono Tomahawk, non solo droni”. Trump: “Fermate la guerra, subito”

Fonti americane riportate da Reuters e The Guardian confermano che Washington, pur riconoscendo la legittima richiesta ucraina, resta divisa sul rischio di escalation che l’invio dei Tomahawk comporterebbe, in particolare per la loro capacità di colpire in profondità il territorio russo.

Trump: “Fermatevi dove siete, lasciate che la Storia decida”

Dopo l’incontro, il presidente Trump ha invitato entrambe le parti a «fermare la guerra immediatamente», anche a costo di concessioni territoriali da parte di Kyiv.
«Stop the killing. And that should be it», ha dichiarato ai giornalisti appena atterrato in Florida.

Sul suo social network Truth Social, Trump ha ribadito il concetto in un post che ha già fatto discutere:

“They should stop where they are. Let both claim Victory, let History decide!”

Un messaggio che, tradotto politicamente, significa: congelare il conflitto lungo le linee attuali, dichiarare un cessate il fuoco e rinviare a tempi migliori la questione territoriale.

Zelenskyy, informato del post durante la conferenza stampa, ha commentato con cautela: «Il presidente ha ragione, dobbiamo fermarci dove siamo, e poi parlare».
Parole che aprono la porta a un possibile compromesso, o almeno a un cessate il fuoco tattico, senza però rinunciare formalmente agli obiettivi territoriali ucraini.

Diplomazia europea in movimento

Nelle ore successive al bilaterale di Washington, Zelenskyy ha avuto una videoconferenza con i leader europei di Germania, Finlandia, Regno Unito, Italia, Norvegia, Polonia, NATO e Unione Europea.
Il premier britannico Keir Starmer ha definito la riunione “produttiva” in un post su X (ex Twitter), confermando la piena sintonia fra gli alleati nel sostenere Kyiv.

Zelenskyy, a sua volta, ha spiegato:

“La priorità ora è proteggere più vite possibili, garantire la sicurezza per l’Ucraina e rafforzare tutti noi in Europa. Stiamo coordinando le posizioni e i nostri consiglieri per la sicurezza nazionale discuteranno i prossimi passi.”

Un linguaggio che lascia intendere una strategia comune europea per mantenere il sostegno militare e politico all’Ucraina anche in uno scenario di stallo negoziato con Mosca.

Zelenskyy a Washington: “Servono Tomahawk, non solo droni”. Trump: “Fermate la guerra, subito”
Zelenskyy a Washington: “Servono Tomahawk, non solo droni”. Trump: “Fermate la guerra, subito”

Difesa e industria: incontri con Raytheon e Lockheed Martin

La missione di Zelenskyy a Washington non si è limitata al confronto politico.
Il presidente ucraino ha incontrato i vertici di Raytheon Technologies e Lockheed Martin, due colossi della difesa americana, per discutere dei bisogni militari urgenti dell’Ucraina e di possibili progetti di produzione congiunta di armamenti sul territorio ucraino.

Tra i temi trattati, secondo The Guardian, figurano la fornitura di missili Patriot, componentistica per droni da ricognizione e sistemi di difesa aerea, oltre alla creazione di linee produttive dedicate alla manutenzione dei mezzi NATO già operativi in Ucraina.

Parallelamente, Zelenskyy ha incontrato il segretario dell’Energia degli Stati Uniti e rappresentanti di aziende energetiche americane per affrontare il tema della crisi energetica ucraina, aggravata dagli attacchi russi a centrali e infrastrutture del gas.
L’obiettivo dichiarato è garantire la resilienza della rete elettrica e avviare collaborazioni per la ricostruzione a lungo termine.

Scenari possibili: tregua o nuova escalation

L’ipotesi di una fornitura di missili Tomahawk all’Ucraina divide gli osservatori internazionali.
Da un lato, una simile decisione rappresenterebbe un salto tecnologico capace di cambiare l’equilibrio strategico sul campo, consentendo a Kyiv di colpire obiettivi militari e logistici anche lontani dal fronte.
Dall’altro, Mosca considera questa prospettiva una “linea rossa”, minacciando ritorsioni dirette contro i paesi fornitori.

Trump, dal canto suo, sembra puntare a una “pace congelata”: un cessate il fuoco che fermi il conflitto dove si trova oggi, con l’obiettivo di fermare le perdite umane e ridurre i costi per gli Stati Uniti.
Ma per l’Ucraina accettare tale scenario significherebbe, di fatto, riconoscere la perdita temporanea di parte del proprio territorio, in contrasto con la linea finora sostenuta da Zelenskyy e dal Parlamento ucraino.

Conclusione

La visita di Zelenskyy negli Stati Uniti rappresenta un passaggio chiave nella guerra e nella diplomazia europea.
Il messaggio è chiaro: Kyiv continua a cercare il sostegno occidentale per non arretrare, ma deve fare i conti con una Washington più cauta e orientata alla de-escalation.

Fra la richiesta di armi a lungo raggio e l’appello alla pace immediata, il futuro del conflitto si gioca ora su un filo sottile: quello della credibilità strategica dell’Occidente e della capacità ucraina di resistere, anche senza i Tomahawk.

Zelenskyy a Washington: “Servono Tomahawk, non solo droni”. Trump: “Fermate la guerra, subito”
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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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