Verso una “Nato ridotta”? L’ipotesi dei Paesi volenterosi per la sicurezza dell’Ucraina

CONDORALEXCONDORALEXGeopolitica3 mesi fa176 Visualizzazioni

Alla vigilia dell’incontro di Anchorage tra Donald Trump e Vladimir Putin, le cronache diplomatiche hanno lasciato intravedere un possibile spiraglio di novità nel complesso dossier ucraino. Al centro della discussione, come sempre, vi è la questione delle garanzie di sicurezza per Kiev: come impedire che, dopo un’eventuale tregua, Mosca possa tornare ad aggredire l’Ucraina fra qualche anno?

Secondo indiscrezioni, Washington – pur con le incognite legate alla leadership imprevedibile di Trump – avrebbe accettato l’idea di un contingente militare internazionale fornito dai cosiddetti “Paesi volenterosi”, sostenuto logisticamente e tecnicamente dagli Stati Uniti. Si tratterebbe di una forza composta da nazioni europee come Regno Unito, Francia, e potenzialmente Germania e Italia, disposte a impegnarsi per garantire la stabilità in questo angolo cruciale del continente. In sostanza, un meccanismo di difesa collettiva che, con le dovute differenze, ricorderebbe una Nato in formato ridotto.

Perché nasce l’idea dei “volenterosi”

La proposta nasce da una constatazione: la Nato attuale fatica a muoversi con rapidità ed efficacia. Con 32 Paesi membri, interessi nazionali divergenti e la costante minaccia dei veti interni, l’Alleanza rischia spesso la paralisi. Non è difficile immaginare come, di fronte a un’aggressione russa, Paesi come l’Ungheria di Viktor Orban o la Turchia di Recep Tayyip Erdogan possano bloccare l’ingresso immediato dell’Ucraina nell’Alleanza, vanificando gli sforzi diplomatici e strategici degli altri partner.

Ecco dunque l’ipotesi: creare un formato ristretto di Stati con politiche convergenti e valori condivisi, pronti ad agire senza subire le lentezze di un’organizzazione mastodontica. L’idea di un pilastro europeo della Nato, o di una “gamba europea” dell’Alleanza, si inserisce proprio in questa logica. Non a caso, già l’Italia aveva avanzato nei mesi scorsi una proposta di accordo militare bilaterale o multilaterale, con regole e automatismi simili a quelli atlantici, per garantire a Kiev un ombrello di sicurezza credibile.

Il paragone con i fallimentari accordi di Minsk è inevitabile: senza un apparato militare di deterrenza, le clausole scritte sulla carta restano inefficaci. Questa volta, invece, si punta a una garanzia concreta e operativa.

Una lezione per l’Europa

Il dibattito che nasce attorno alla sicurezza dell’Ucraina riflette un problema più ampio: quello della governabilità delle grandi organizzazioni internazionali. L’Onu è l’esempio più evidente: concepita come un motore della pace mondiale, si è trasformata in un organismo spesso paralizzato dai veti incrociati, incapace di reagire con la rapidità necessaria di fronte a crisi improvvise.

Lo stesso discorso potrebbe valere per l’Unione Europea. Con 27 Stati membri, l’UE si trova frequentemente bloccata su decisioni cruciali, prigioniera di divisioni interne e della regola dell’unanimità. Da qui la suggestione: non sarebbe forse più efficace un’Europa più piccola, composta dai Paesi fondatori e da chi condivide realmente valori e responsabilità comuni? In un mondo caratterizzato dalla competizione con autocrazie centralizzate e rapide nel decidere, contano la coesione e la velocità d’azione, più che la semplice dimensione numerica.

Conclusione

L’ipotesi di una “Nato ridotta”, formata da un gruppo di Paesi volenterosi in stretta cooperazione con Washington, rappresenta quindi molto più di una soluzione temporanea per l’Ucraina: è un segnale della trasformazione degli equilibri globali.

La guerra in corso ha reso evidente che le grandi alleanze, nate in un’epoca di rapporti più statici, rischiano oggi di diventare strumenti troppo lenti. Il futuro della sicurezza europea – e forse della stessa architettura internazionale – potrebbe passare da coalizioni ristrette ma determinate, capaci di agire con coerenza e rapidità.

In fondo, la lezione è chiara: nel mondo attuale, essere in tanti non sempre significa essere più forti. A volte, la vera potenza sta nella compattezza di chi condivide davvero valori, interessi e volontà politica.

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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