Strategic Defence Review 2025, il Regno Unito aggiorna la sua difesa: “Sicurezza in patria, forza all’estero”

Londra, 3 giugno 2025 – Il governo britannico ha pubblicato la Strategic Defence Review 2025, un documento che sancisce un cambiamento radicale nella visione strategica e operativa della Difesa nazionale. Il messaggio chiave è chiaro: il mondo è cambiato, e le minacce che il Regno Unito deve fronteggiare sono oggi più gravi e imprevedibili rispetto a qualsiasi altro momento dalla fine della Guerra Fredda.

Secondo il rapporto, il Regno Unito è chiamato ad affrontare una guerra nel continente europeo, una crescente aggressività russa, nuovi rischi nucleari, e continui attacchi informatici. Le alleanze tra attori ostili si fanno sempre più strette, mentre le tecnologie — dai droni all’intelligenza artificiale — stanno cambiando profondamente il modo di combattere.

Verso una forza integrata e pronta al combattimento

La Revisione sancisce il passaggio a una postura di “war fighting readiness”, cioè di piena prontezza al combattimento, grazie a una forza integrata, più letale e tecnologicamente avanzata, e a un rafforzamento della difesa del territorio nazionale. Tra le innovazioni principali:

• Una nuova Marina ibrida, che includerà fino a 12 sottomarini d’attacco a propulsione nucleare e armamento convenzionale (tramite il programma AUKUS), nuove navi da guerra, portaerei trasformate e unità navali autonome.
• Un Esercito potenziato, con capacità corazzate avanzate, sciami di droni terrestri, sistemi d’arma a lungo raggio, intelligenza artificiale e software di combattimento. Il numero di militari a tempo pieno sarà portato ad almeno 76.000 nel prossimo Parlamento.
• Una Royal Air Force modernizzata, con nuovi F-35 (sia nella versione B che C), Typhoon aggiornati, jet di nuova generazione nell’ambito del programma GCAP e caccia autonomi.

Innovazione tecnologica ispirata dall’Ucraina

Le lezioni apprese dalla guerra in Ucraina guideranno l’innovazione britannica. Il Regno Unito raddoppierà gli investimenti nei sistemi autonomi e nel 2027 attiverà un nuovo sistema di targeting digitale con un budget fino a 1 miliardo di sterline. Sarà istituito anche un Drone Centre nazionale per accelerare l’adozione di droni militari.

La difesa sarà anche un motore di crescita economica:

• 6 miliardi di sterline saranno investiti in munizionamento entro la fine della legislatura, con almeno sei nuove fabbriche sul territorio britannico.
• Il programma di produzione sottomarina continua darà vita a nuove unità d’attacco e a migliaia di nuovi posti di lavoro.
• 400 milioni di sterline saranno stanziati per sostenere le imprese nazionali nel settore della difesa, mentre un nuovo Ufficio per le esportazioni guiderà la crescita nei mercati esteri.

Difesa europea e deterrenza nucleare

Il Regno Unito riafferma la propria centralità nella NATO con la politica del “NATO First”, rafforzando le capacità convenzionali e nucleari:

• Saranno creati i primi gruppi aerei ibridi europei, integrando caccia, droni e armamenti a lungo raggio a bordo delle portaerei.
• Con quasi 1 miliardo di sterline, entrerà in servizio la prima arma europea a energia diretta (laser).
• Verranno prodotti fino a 7.000 missili a lungo raggio, con un impatto occupazionale positivo stimato in circa 800 posti di lavoro.

Società e resilienza nazionale

La revisione introduce anche una visione olistica della sicurezza:

• Oltre 7 miliardi di sterline saranno dedicati al rinnovamento degli alloggi militari, con almeno 1,5 miliardi destinati alle abitazioni per le famiglie delle forze armate.
• Saranno potenziati i programmi giovanili (+30% di cadetti entro il 2030) e introdotto un anno sabbatico volontario per i giovani.
• Sarà istituita una nuova Riserva Strategica e la Marina assumerà un ruolo guida nella protezione delle infrastrutture sottomarine.
• Verrà presentato un Defence Readiness Bill, una legge per rafforzare la preparazione nazionale in caso di crisi.

L’impegno del Primo Ministro

Nel presentare la revisione, il Primo Ministro Keir Starmer ha ribadito l’impegno del governo a portare la spesa per la difesa al 2,5% del PIL entro il 2027, con l’ambizione di arrivare al 3% nella prossima legislatura, subordinatamente alla situazione economica e fiscale.