Droni sì, ma non bastano: perché la NATO ha ancora bisogno dei carri armati

CONDORALEXCONDORALEXCyberIndustria3 mesi fa231 Visualizzazioni

Mentre gli eserciti di tutto il mondo cercano di trarre insegnamenti dal conflitto in Ucraina, una domanda si impone con forza: i droni possono davvero sostituire da soli i tradizionali sistemi d’arma come carri armati e artiglieria?

Per la NATO, le implicazioni vanno ben oltre la sfera tattica. Alle prese con la ricostruzione delle proprie forze dopo anni di “sonnolenza”, l’Alleanza Atlantica si trova di fronte a decisioni difficili per allocare risorse limitate tra capacità industriali e investimenti militari. In un’era in cui i droni costano poche centinaia di dollari e un carro armato milioni, la scelta sembra ovvia… ma non è così semplice.

Il “modello” russo

Justin Bronk, analista del Royal United Services Institute, avverte che puntare in modo eccessivo sui piccoli droni, siano essi da ricognizione o d’attacco usa e getta, rischia di essere un errore strategico. La Russia, infatti, dispone di una delle difese anti-drone più avanzate al mondo: disturbi elettronici, sistemi d’arma a corto raggio, barriere fisiche e protezioni improvvisate hanno ridotto notevolmente l’efficacia dei velivoli senza pilota. Di conseguenza, soltanto una minima parte dei droni riesce a raggiungere l’obiettivo e ancor meno sono in grado di infliggere danni realmente significativi.

Droni sì, ma non bastano: perché la NATO ha ancora bisogno dei carri armati
I russi hanno maturato un sistema difensivo anti-drone estremamente avanzato.

Armi tradizionali ancora protagoniste

Il successo dei droni in Ucraina non è dipeso solo dalla loro presenza, ma dall’integrazione con l’artiglieria e con altri sistemi d’arma tradizionali. Cannoni, missili a lungo raggio come GMLRS e ATACMS, ordigni da crociera Storm Shadow/SCALP e soprattutto le bombe plananti hanno creato una barriera che ha limitato i movimenti russi e ridotto l’efficacia delle loro difese anti-drone.

Per questo motivo, se la NATO si affidasse esclusivamente ai droni, in un ipotetico conflitto contro i Russi, questi avrebbero gioco facile nel neutralizzarne l’impatto. I velivoli senza pilota danno il meglio quando agiscono come strumenti di supporto: saturano le difese, distraggono il nemico e aprono la strada a sistemi più potenti. In questo contesto, un ruolo di primo piano spetta alle bombe plananti, considerate dagli analisti una risorsa strategica: più economiche dei missili guidati (circa 25.000 dollari per una JDAM contro oltre un milione per un ATACMS), sono in grado di distruggere veicoli blindati, depositi e infrastrutture chiave, con il vantaggio di poter essere prodotte in grandi quantità.

Droni sì, ma non bastano: perché la NATO ha ancora bisogno dei carri armati
I missili guidati rappresentano ancora un importante strumento militare.

L’integrazione vince

Il messaggio che arriva è inequivocabile: i droni rappresentano una risorsa preziosa, ma non possono sostituire da soli l’artiglieria, i carri armati e la potenza aerea. La vera sfida per la NATO sarà saper integrare le nuove tecnologie con le capacità militari tradizionali, creando un sistema coordinato e flessibile. Solo un approccio combinato, che unisca innovazione e forza convenzionale, potrà garantire un vantaggio reale sui campi di battaglia del futuro.

Chi riuscirà a fondere droni e sistemi convenzionali avrà un vantaggio strategico decisivo. “È molto più semplice contrastare una forza che si basa soprattutto su droni economici e in massa, piuttosto che affrontare un team ben integrato di potenza aerea, fuoco a lungo raggio, blindati, artiglieria e mortai” conclude Justin Bronk.

Droni sì, ma non bastano: perché la NATO ha ancora bisogno dei carri armati

Fonte: https://www.rusi.org/explore-our-research/publications/rusi-defence-systems/nato-should-not-replace-traditional-firepower-drones

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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