Difesa italiana: negli ultimi 20 anni tutto bene? Oggi si critica chi finalmente riforma

CONDORALEXCONDORALEXBlog4 mesi fa147 Visualizzazioni

Abbiamo letto con attenzione l’articolo pubblicato dall’autorevole sito Infodifesa sulla “burocrazia incancrenita” delle Forze Armate italiane. È un tema che merita riflessione, perché riguarda il cuore del nostro strumento difensivo e la sua capacità di affrontare le sfide di un mondo sempre più complesso.

Tuttavia, è quantomeno sorprendente che, dopo decenni di silenzio su queste problematiche, un simile attacco arrivi proprio ora, in un momento in cui, nell’Esercito Italiano e anche nell’Arma dei Carabinieri, entrambe chiamate in causa nell’articolo, è in corso una vera e propria rivoluzione strutturale.

Focalizzandoci sull’Esercito Italiano, che ci sta particolarmente a cuore per il ruolo che svolge come strumento difensivo della Nazione e che probabilmente, più di altri, necessita di un cambiamento in questo ambito, possiamo affermare senza timore di smentita che riformare un’istituzione con quasi 100.000 effettivi non è un esercizio da tavolino. I problemi esistono, nessuno lo nega. Si può e si deve fare meglio, ma trasformare mentalità, procedure e sistemi richiede tempo, coraggio e una visione strategica.

Proprio questo coraggio – che per decenni è mancato – oggi lo stiamo finalmente vedendo. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Gen. C.A. Luciano Portolano e il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Gen. C.A. Carmine Masiello hanno intrapreso un percorso che punta a modernizzare realmente la Forza Armata. È un processo lungo e complesso, che non si risolve in “due giorni” né con slogan.

È lecito e persino utile evidenziare criticità. Ma ci chiediamo: negli ultimi 20 anni andava tutto bene? Perché oggi, proprio mentre chi guida la Difesa sta dimostrando la volontà – rara – di cambiare davvero, si sceglie di colpire chi sta cercando di spezzare le catene burocratiche?

Il cosiddetto “doppio lavoro” con registri cartacei e sistemi digitali in parallelo, descritto nell’articolo citato, non è affatto un’anomalia propria delle Forze Armate, né un “balletto kafkiano”. Si tratta di una fase tecnica necessaria in ogni transizione tecnologica complessa, adottata da qualunque organizzazione di grandi dimensioni – pubblica o privata – che passi da procedure tradizionali a sistemi informatizzati. Affiancare per un periodo il cartaceo al digitale serve a garantire la continuità operativa, consentire al personale di acquisire dimestichezza con i nuovi strumenti e, soprattutto, verificare l’affidabilità del sistema prima della dismissione definitiva dei registri tradizionali. Liquidare questa fase come inefficienza significa non comprendere la delicatezza di un percorso di modernizzazione che, se non condotto con cautela, rischierebbe di compromettere la sicurezza e la funzionalità dell’intera struttura.

L’indirizzo email “menoburocrazia@esercito.difesa.it”, voluto dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, rappresenta già di per sé un passo avanti concreto e, fino a pochi anni fa, impensabile. Liquidarlo come un “contenitore di buone idee destinate a non vedere mai la luce” significa parlare per supposizione, non per evidenza. È facile criticare dall’esterno, ma va riconosciuto che strumenti simili, volti ad ascoltare segnalazioni dal personale e a raccogliere proposte di snellimento, sono la dimostrazione di un cambiamento culturale e strutturale che va incoraggiato e consolidato.

Sostenere che “quando un comandante rischia di pagare di tasca propria, in termini economici, di carriera e di prestigio, miracolosamente tutto diventa possibile” è un’affermazione senza né capo né coda se applicata, ripetiamo, se applicata, all’attuale Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Il Generale C.A. Carmine Masiello è prossimo al termine del suo mandato e, per ragioni anagrafiche e di carriera, non avrà altri incarichi militari dopo questo. Non ha nulla da temere né da guadagnare in termini di avanzamenti, né di prestigio: la sua carriera è già stata coronata da risultati e riconoscimenti che parlano da soli. Attribuirgli una presunta paura di “rompere con le tradizioni” o di “tagliare procedure” è non solo ingeneroso, ma completamente scollegato dalla realtà. Masiello sta operando con un coraggio che pochi, negli ultimi decenni, hanno avuto.

Nell’Esercito Italiano si sta lavorando ormai da oltre un anno in maniera incessante e senza soluzioni di continuità per costruire una struttura capace di contribuire concretamente ai piani della NATO, eliminando ridondanze, catene decisionali lente e schemi ormai superati dagli scenari attuali.

Attendere risultati concreti richiede pazienza. La direzione intrapresa è quella giusta, e forse per la prima volta da tempo lo si può dire con cognizione di causa. Siamo d’accordo che la vera potenza di una Forza Armata non si misura solo in bilanci e armamenti, ma anche nella capacità di evolversi e adattarsi. È un percorso che è iniziato, e che va sostenuto – non ostacolato – con analisi oneste e proposte costruttive.

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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