La nuova National Security Strategy 2025 firmata da Donald Trump ha avuto l’effetto di uno schiaffo sonoro sull’Europa: un documento che descrive il Vecchio Continente come area in declino, marginale nella competizione globale, destinata addirittura – nelle parole del presidente Usa – al rischio di “erosione della sua civiltà” nei prossimi vent’anni.
Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto però non si dice sorpreso. Anzi, sostiene che fosse tutto scritto da tempo: la nuova strategia americana, per lui, è solo la formalizzazione di un cambiamento che andava maturando da anni e che l’avvento di Trump ha semplicemente accelerato.

Secondo Crosetto, la National Security Strategy 2025 va letta con un’unica chiave:
gli Stati Uniti sono immersi in una competizione “sempre più difficile, complessa e dura” con la Cina, e ogni atto di Washington – dal commercio alla diplomazia, dalla tecnologia alla difesa – è orientato a questo confronto strategico.
In questo schema, l’Europa non è un alleato decisivo. Crosetto sintetizza così il messaggio di Trump:
Trump ha semplicemente esplicitato che l’Europa gli serve poco o nulla in questa competizione.
Non è, nella lettura del ministro, un colpo di testa improvviso, ma il punto di arrivo di una traiettoria già visibile da tempo nella politica americana, ben prima del ritorno di Trump alla Casa Bianca. Il documento sulla sicurezza nazionale non fa che “certificare” il progressivo disimpegno degli Usa dalla difesa del Vecchio Continente.
Crosetto elenca con brutalità i motivi per cui, agli occhi americani, l’Europa è diventata poco rilevante nello scontro con la Cina:

In altre parole: l’Europa non è più il perno della sicurezza mondiale, ma un’area che consuma sicurezza prodotta da altri. E nella nuova National Security Strategy questo si vede chiaramente: il focus americano si sposta sull’Indo-Pacifico, sulla Cina, sulle catene del valore globali e sulle regioni critiche per le materie prime, mentre l’Europa scivola in secondo piano.
Crosetto insiste su un punto: le garanzie di difesa “regalate” dagli Stati Uniti all’Europa dopo il 1945 stanno finendo. Lo dice da tempo, ricorda lui stesso, in riunioni Nato, incontri bilaterali e interviste; ora quella linea è “codificata” in un documento ufficiale di strategia nazionale americana.
Tradotto in termini politici:
Per il ministro, questo non è motivo per stracciarsi le vesti, ma un bagno di realismo che obbliga l’Europa ad assumersi responsabilità che ha rimandato per decenni.

Le parole di Crosetto sulla strategia Usa si intrecciano con il suo progetto di riforma delle Forze armate italiane.
Il ministro ha annunciato che all’inizio del 2026 il governo porterà in Parlamento una legge organica per ridisegnare la Difesa italiana, superando la legge 244/2012 (il cosiddetto “modello Di Paola”), che prevedeva una riduzione del personale a 150mila militari e 20mila civili.
I punti di fondo della riforma, come Crosetto li descrive:
In questo quadro, la National Security Strategy americana funziona quasi da campanello d’allarme: se gli Usa si disimpegnano, l’Italia non può restare con uno strumento militare costruito su parametri pensati dieci o quindici anni fa.
Crosetto non legge il nuovo scenario come un invito a rompere con Washington, bensì come uno stimolo a costruire un pilastro europeo di difesa credibile, all’interno della Nato ma con maggiori capacità proprie.
Secondo il ministro:
Per questo Crosetto immagina una doppia strategia:
L’Europa, insomma, viene descritta da Crosetto come troppo piccola per agire da sola, ma ancora abbastanza ricca e avanzata da poter contare se riesce a mettere in comune risorse, investimenti e tecnologia.

Crosetto e la nuova National Security Strategy Usa: perché l’Europa non serve più a Washington
Fonte: https://www.corriere.it/esteri/25_dicembre_06/national-security-strategy-2025-documento.shtml
Scarica PDF





