Capi di Stato Maggiore NATO riuniti: focus sul conflitto in Ucraina e sulla stabilità futura

Il Comitato militare della NATO si è riunito in videoconferenza il 20 agosto 2025, in un momento in cui i segnali di apertura diplomatica si intrecciano con un conflitto ancora acceso. Presieduta dall’ammiraglio italiano Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare, la sessione ha segnato la prima partecipazione del generale Alexus Grynkewich, nuovo Comandante supremo delle forze alleate in Europa (SACEUR).

Al centro della riunione: la sicurezza dello spazio euro-atlantico, l’analisi strategica del conflitto in Ucraina e il coordinamento politico-militare tra i 32 Paesi membri dell’Alleanza. “Una discussione ottima e sincera”, ha dichiarato Cavo Dragone, confermando ancora una volta l’unità della NATO e il pieno sostegno a Kyiv. “La priorità continua a essere una pace giusta, credibile e duratura”.

Questa riunione arriva in parallelo a una serie di incontri ad alto livello che dimostrano una crescente volontà politica internazionale di riaprire canali di trattativa tra le parti in conflitto. L’Alleanza ha voluto fare il punto operativo, anche in vista di una possibile evoluzione del contesto negoziale.

Diplomazia in movimento: da Trump-Putin in Alaska al vertice alla Casa Bianca

La sessione del Comitato militare segue due eventi diplomatici significativi. Venerdì scorso, in Alaska, l’incontro tra l’ex presidente e candidato repubblicano Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin ha aperto un canale di comunicazione diretto tra Washington e Mosca. Sebbene informale, l’iniziativa ha generato attenzione, soprattutto per l’impatto che potrebbe avere sull’agenda internazionale in vista delle elezioni statunitensi.

A questo ha fatto seguito, lunedì, un vertice ufficiale ospitato dalla Casa Bianca, che ha riunito il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy con i principali leader europei: la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni.

Trump, presente al vertice, ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti nel sostenere un processo di pace, pur escludendo il coinvolgimento diretto delle truppe americane sul terreno ucraino. L’ipotesi più discussa è quella di un rafforzato ruolo dell’Europa, chiamata ad assumere la leadership nel garantire la sicurezza di Kyiv in uno scenario post-bellico. Si parla di garanzie collettive, patti multilaterali e accordi bilaterali, tutti orientati a evitare un nuovo ritorno alla guerra.

In questo contesto, la NATO rimane il principale garante della sicurezza nel quadrante euro-atlantico, e il Comitato militare agisce da raccordo tra la volontà politica dei governi e le esigenze operative dei comandi militari.

Verso una pace giusta? Equilibri difficili e proposte a confronto

Mentre la NATO conferma la sua unità e il suo sostegno all’Ucraina, dalla Russia arrivano dichiarazioni che riaprono il dibattito su vecchie proposte negoziali. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha evocato come riferimento i colloqui di Istanbul dell’aprile 2022, quando la delegazione ucraina propose un’intesa fondata sulla neutralità, il non allineamento militare e lo status non nucleare del Paese. Lavrov ha definito “interessanti e affidabili” le attuali discussioni su garanzie collettive da parte di Regno Unito, Francia e Germania, ma ha chiesto che siano concretamente vincolanti.

Queste proposte si inseriscono in un momento delicato. L’Ucraina, pur accogliendo con favore il sostegno europeo e statunitense, non intende accettare condizioni che implichino una rinuncia alla propria sovranità o all’integrità territoriale. E la NATO, dal canto suo, ribadisce che ogni processo di pace deve rispettare il diritto internazionale e non può legittimare l’uso della forza come strumento di ridefinizione dei confini.

La sfida è trovare un equilibrio tra il necessario realismo geopolitico e il rispetto dei principi fondamentali della convivenza internazionale. È in questo spirito che Cavo Dragone ha insistito sulla necessità di una pace “credibile e duratura”: un’espressione che richiama non solo la fine dei combattimenti, ma anche un assetto stabile e condiviso per l’Europa del futuro.

Nel frattempo, l’Alleanza Atlantica continua a monitorare il terreno. Le valutazioni condivise nel Comitato militare sono cruciali per orientare le scelte dei governi, sia sul piano della difesa che su quello della diplomazia. La NATO, come ha ricordato più volte il suo Segretario generale, resta un’alleanza difensiva, ma è anche un attore politico determinante nella costruzione della sicurezza europea.

La riunione del Comitato militare della NATO del 20 agosto ha rafforzato il messaggio che l’unità dell’Alleanza non vacilla. Di fronte a un contesto in rapida evoluzione – tra pressioni militari, aperture diplomatiche e nuovi equilibri transatlantici – il sistema di sicurezza collettiva guidato dalla NATO resta il perno per affrontare le sfide del presente e costruire una pace fondata su giustizia e stabilità.