Il 10 settembre 2025 la Polonia ha invocato formalmente l’Articolo 4 del Trattato Nord Atlantico, dopo che numerosi droni russi avevano attraversato il suo spazio aereo. Si tratta di un passo di grande rilevanza politica, perché consente di portare la questione direttamente al Consiglio Nord Atlantico, il principale organo decisionale della NATO, e di aprire consultazioni immediate tra i 32 Paesi membri. La scelta di Varsavia si colloca in un quadro di forte tensione ai confini orientali dell’Alleanza e rappresenta un richiamo al principio secondo cui la sicurezza di un alleato è un tema che riguarda tutti.
L’Articolo 4 del Trattato Nord Atlantico è uno degli strumenti diplomatici più importanti a disposizione degli alleati. Esso stabilisce che: «Le Parti si consulteranno ogni qualvolta, a giudizio di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una qualsiasi delle Parti siano minacciate».
Questo significa che basta la percezione di una minaccia da parte di un singolo Stato membro perché venga convocata una riunione formale della NATO. Non implica automaticamente una risposta militare, ma avvia un processo di confronto che può portare a dichiarazioni comuni, rafforzamento delle misure difensive o dispiegamento di forze sul terreno. È un meccanismo preventivo che mira a contenere le crisi prima che degenerino in conflitti aperti.
Dal 1949 a oggi l’Articolo 4 è stato invocato 8 volte. Ecco l’elenco con le date:
Questi precedenti mostrano come l’Articolo 4 venga utilizzato soprattutto da Paesi che si trovano in prima linea rispetto a conflitti regionali. È un segnale politico forte, volto a coinvolgere l’intera Alleanza nella gestione delle crisi.
Se l’Articolo 4 rappresenta la dimensione della consultazione, l’Articolo 5 del Trattato NATO è il cuore del sistema di difesa collettiva. Esso afferma: «Le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutte le Parti».
Questo principio di solidarietà militare significa che un’aggressione contro un alleato obbliga tutti gli altri a considerarla come un’aggressione contro se stessi, impegnandosi ad assisterlo. L’aiuto non deve per forza tradursi in un intervento armato diretto, ma può includere supporto logistico, intelligence, cybersicurezza e altre forme di cooperazione. Tuttavia, la sua forza risiede nel messaggio politico: colpire un membro della NATO equivale a dichiarare guerra a tutta l’Alleanza.
Nella storia della NATO, l’Articolo 5 è stato invocato una sola volta:
Il fatto che sia stato attivato una sola volta in oltre settant’anni di storia dimostra la sua natura straordinaria: l’Articolo 5 è considerato l’ultima risorsa, da utilizzare solo in caso di aggressione diretta.
La differenza principale tra i due strumenti risiede nella loro natura e nelle conseguenze:
In altre parole, il primo rappresenta il dialogo politico e preventivo, il secondo l’azione concreta e vincolante.
L’invocazione dell’Articolo 4 da parte della Polonia ricorda quanto sia fragile l’equilibrio ai confini orientali della NATO e quanto sia centrale il ruolo dell’Alleanza nella gestione delle minacce contemporanee, che spaziano dalla guerra convenzionale ai droni, dalla cybersicurezza al terrorismo. La storia mostra come l’Articolo 4 sia stato usato otto volte per affrontare crisi regionali, mentre l’Articolo 5 resta una clausola eccezionale, invocata una sola volta dopo l’11 settembre. In entrambi i casi, la logica sottostante è quella della solidarietà: nessun Paese della NATO è solo di fronte alle minacce, e ogni attacco o pericolo che coinvolge uno Stato membro riguarda l’intera comunità atlantica.

Articolo 4 NATO, la Polonia lo invoca: quando è stato usato e cosa cambia rispetto all’Articolo 5






