La guerra in Ucraina ha introdotto scenari operativi inediti, dove droni e munizioni circuitanti (loitering munition) sono divenuti protagonisti delle offensive russe. Per la prima volta, l’Esercito di Kyiv ha diffuso immagini dettagliate di operazioni notturne in cui elicotteri delle Forze di Aviazione dell’Esercito hanno intercettato e neutralizzato droni Shahed, utilizzando una tattica coordinata: un velivolo dotato di sensori avanzati per l’individuazione del bersaglio e uno dedicato all’attacco diretto.
Il sistema FLIR UltraFORCE 350, integrato su queste piattaforme, ha permesso di identificare e seguire i droni anche di notte, guidando il fuoco di precisione. Una soluzione nata per missioni di sorveglianza e pattugliamento, ma adattata con efficacia al contrasto di minacce aeree asimmetriche.
Questa modalità operativa ha un vantaggio cruciale: consente di risparmiare missili antiaerei costosi e scarsi, impiegando mezzi relativamente economici e flessibili come gli elicotteri da combattimento.

L’Esercito Italiano ha avviato il programma di acquisizione del nuovo elicottero d’attacco AW249 Fenice, destinato a sostituire l’AW129 Mangusta dopo oltre trent’anni di servizio. Leonardo prevede la produzione di fino a 48 esemplari, con una prima tranche di 17 unità in consegna a partire dal 2027.
Il Fenice è progettato come piattaforma di ultima generazione, in grado di operare in scenari complessi e in rapida evoluzione. Con un peso massimo al decollo di 8,3 tonnellate, può garantire missioni di scorta, supporto aereo ravvicinato, ricognizione e interdizione. Dispone di avionica avanzata, capacità di operare in rete con droni e assetti terrestri, oltre a un sistema di autodifesa che ne aumenta la sopravvivenza sui campi di battaglia moderni.
Il suo armamento comprende un cannone da 20 mm, razzi da 70 mm e missili aria-aria e aria-superficie, che lo rendono già una piattaforma estremamente versatile.

Alla luce dell’esperienza ucraina, si apre una prospettiva interessante: dotare l’AW249 Fenice di una capacità anti-drone dedicata, capace di affrontare le minacce rappresentate dai droni kamikaze o dalle munizioni circuitanti.
Le tecnologie di cui dispone il Fenice – avionica modulare, sistemi di missione avanzati, capacità di integrazione con sensori di nuova generazione – rendono possibile l’adozione di pod ottici e radar leggeri specifici per l’individuazione di UAS, così come l’impiego di munizionamenti aria-aria a corto raggio ottimizzati contro bersagli di piccole dimensioni.
Un ulteriore sviluppo potrebbe essere l’integrazione di munizioni a guida laser di piccolo calibro o micro-missili, pensati proprio per la neutralizzazione dei droni. In questo modo, l’AW249 potrebbe svolgere missioni di difesa aerea tattica a protezione di convogli, basi operative avanzate e forze terrestri, alleggerendo il carico sulle batterie missilistiche a medio-lungo raggio.

Il caso ucraino dimostra che l’adattamento rapido delle piattaforme esistenti può fare la differenza di fronte a minacce emergenti. Per l’Esercito Italiano, l’AW249 rappresenta un’occasione unica non solo per sostituire i Mangusta, ma per introdurre una nuova capacità: un elicottero d’attacco con funzione anti-drone, capace di inserirsi nella rete di difesa aerea integrata e di affrontare le sfide operative del futuro.
In un contesto in cui i droni sono ormai parte integrante del campo di battaglia, dotare il Fenice di questa capacità significherebbe non solo incrementarne la versatilità, ma anche rafforzare la protezione delle truppe italiane nei teatri operativi.

Rivoluzione nella caccia ai droni: il nuovo elicottero d'attacco AW249 - DEFENSANEWS.COM - Noticias defensa y seguridad






