Negli ultimi anni Varsavia sta ricostruendo la propria forza corazzata a un ritmo che in Europa non si vedeva dalla fine della Guerra fredda. L’accordo firmato il 1 agosto 2025 con l’azienda sudcoreana Hyundai Rotem per l’acquisto di 180 nuovi carri armati K2 ha consacrato questo impegno: al completamento delle consegne, la Polonia dovrebbe schierare circa 1 100 carri armati, più della somma di quelli in dotazione a Regno Unito, Germania, Francia e Italia. Solo Turchia e Grecia manterranno flotte più numerose.
La commessa con Hyundai Rotem, del valore di oltre 6 miliardi di euro, comprende 180 carri K2 nella variante K2GF (116 pezzi prodotti in Corea del Sud) e K2PL (64 esemplari). Dopo la produzione dei primi tre K2PL in Corea, la costruzione dei successivi 61 verrà trasferita alla fabbrica Bumar‑Łabędy di Gliwice, consentendo la rinascita della capacità industriale polacca nel settore dei blindati. Oltre ai carri armati sono previsti 81 veicoli di supporto, addestramento logistico, un pacchetto completo di assistenza e riparazione e la clausola di trasferimento tecnologico.

Il vice‑premier e ministro della Difesa Władysław Kosiniak‑Kamysz ha definito l’accordo “un grande passo per la sicurezza della nostra patria e la nostra industria degli armamenti” e ha sottolineato che ”avvia il processo di ripristino della produzione di carri armati in Polonia”. Varsavia aveva già ordinato una prima tranche di 180 K2 nel 2022 e l’accordo quadro consente di acquistare fino a 1 000 carri di questo tipo, che potrebbero diventare il carro armato principale delle forze di terra polacche.
Secondo il quotidiano Rzeczpospolita, dopo la firma del nuovo contratto la Polonia disporrà entro il 2030 di circa 950 carri moderni, suddivisi in 360 K2 sudcoreani, 366 M1 Abrams americani e 235 Leopard 2 tedeschi. Sommando i circa 150 PT‑91 Twardy di produzione nazionale degli anni 1990 si raggiunge un totale di oltre 1 100 carri armati.
Nel frattempo Regno Unito, Germania, Francia e Italia dispongono insieme di meno di 950 carri armati operativi, secondo i dati di Global Firepower citati dalla stampa polacca, e solo Berlino sta pianificando un ampliamento significativo della propria flotta corazzata. La tabella seguente riassume la situazione prevista per il 2030:
| Paese/insieme | Carri armati previsti (2030) | Fonte | Nota |
|---|---|---|---|
| Polonia | ≈ 1 100 totali (950 moderni) | Rzeczpospolita/Notes from Poland | Combinazione di K2 (360), Abrams (366), Leopard 2 (235) e PT‑91 (150)notesfrompoland.com |
| Germania, Francia, UK, Italia (totale) | < 950 | Global Firepower | Flotte più ridotte e in parte obsoletenotesfrompoland.com |
| Turchia | 2 238 | Euronews | Numerosi mezzi di generazioni precedentieuronews.com |
| Grecia | 1 344 | Euronews | Flotta mista di Leopard 2 e vecchi T‑72euronews.com |
Le cifre mostrano che la Polonia scavalcherà gli eserciti delle principali potenze dell’Europa occidentale per dimensioni della flotta corazzata. Soltanto Turchia e Grecia manterranno arsenali più consistenti, sebbene costituiti in larga parte da mezzi di generazioni precedenti.
La motivazione principale del potenziamento risiede nella vicinanza di Varsavia al conflitto in Ucraina e nelle tensioni con la Bielorussia. Dal 2022 il governo polacco ha aumentato drasticamente il bilancio della difesa, dedicando nel 2025 il 4,7 % del PIL, la quota più alta tra i Paesi della NATO, e pianificando di salire al 5 % l’anno successivo. La Polonia punta a creare sei divisioni corazzate, mentre Germania e Francia ne schierano due e il Regno Unito una sola; Washington vede Varsavia come un “alleato modello” e, oltre ai K2 sudcoreani, ha fornito Abrams, elicotteri Apache, lanciatori HIMARS e sistemi Patriot.

L’accordo con Seul arriva inoltre con una clausola di trasferimento tecnologico che permetterà all’industria polacca di avviare la produzione locale dal 2028, rafforzando la capacità nazionale e riducendo la dipendenza dalle importazioni. Questa strategia s’inserisce in un più ampio sforzo per costruire un polo industriale militare europeo orientale e favorire la sovranità tecnologica della Polonia.
Il rapido ampliamento delle forze corazzate polacche modifica l’equilibrio militare del continente. Paesi come Germania, Francia o Italia stanno investendo prioritariamente in capacità aeree e navali, mentre Varsavia concentra le risorse sul dominio terrestre, ritenuto cruciale per contrastare un eventuale avanzamento russo. L’obbiettivo dichiarato dal ministro Kosiniak‑Kamysz è costruire “una Polonia forte, sicura e prospera” per onorare la memoria della Rivolta di Varsavia, a cui ha fatto riferimento durante la cerimonia di firma.
Con oltre mille carri armati moderni, un bilancio per la difesa che sfiora il 5 % del PIL e accordi di cooperazione industriale avanzati con Corea del Sud e Stati Uniti, la Polonia si candida quindi a diventare la principale forza corazzata d’Europa. Questo ruolo potrebbe rafforzare il fianco orientale della NATO, ma al tempo stesso spingere gli altri Paesi europei a rivedere le proprie capacità di deterrenza terrestre, dando avvio a una nuova stagione di riarmo nel continente.

La corsa ai carri armati: come la Polonia punta a dominare l’Europa entro il 2030 - DEFENSANEWS.COM - Noticias defensa y seguridad






