Un cambiamento netto, evidenziato dalle dichiarazioni del Presidente Donald Trump e da diversi esponenti della sua Amministrazione, è ormai evidente anche sul sito del Pentagono: da mesi le notizie in evidenza riguardano l’impiego delle forze armate e, soprattutto, della Guardia Nazionale in compiti di sicurezza interna.
Il presidente ha infatti definito il confine con il Messico un vero e proprio “fronte”, mobilitando migliaia di militari dopo la dichiarazione di “emergenza nazionale” del 22 gennaio sui flussi migratori illegali. L’operazione si abbina a una strategia di contrasto ai cartelli narcos in Messico e in altri Paesi latinoamericani, con la possibilità di ricorrere anche alle forze speciali.
La Guardia Nazionale è un elemento peculiare delle forze armate statunitensi. Conta oltre 430.000 militari-civili ed è in grado di rispondere sia a crisi interne sia a missioni all’estero. Nel corso dei suoi quasi 400 anni di storia, si è trasformata da un insieme di milizie coloniali a una forza moderna e ben equipaggiata, che spesso opera fianco a fianco con le unità regolari.

Ciò che la rende unica è la duplice natura: può essere attivata a livello statale, ad esempio per fronteggiare disastri naturali, ma anche impiegata a livello federale, compresi compiti di law enforcement. Inoltre, il presidente può disporne per missioni all’estero, come avvenuto in Afghanistan o nel Corno d’Africa.
L’organizzazione è divisa in due componenti: la Army National Guard e la Air National Guard, entrambe riserve militari ma distinte dalle riserve dell’Esercito e dell’Aeronautica. Al vertice federale vi è il National Guard Bureau, diretto da un generale a quattro stelle che siede nei Joint Chiefs of Staff, l’organo consultivo militare più alto degli Stati Uniti.
Al 2023, la Guardia Nazionale era composta da 54 organizzazioni distribuite nei 50 Stati, a Washington D.C. e nei tre territori di Guam, Porto Rico e Isole Vergini.
Negli ultimi giorni, l’attenzione è stata concentrata sull’impiego dei militari come supporto alle forze di polizia nelle città più colpite da criminalità e droga. Le immagini diffuse dal Dipartimento della Difesa ricordano quelle delle missioni europee, dall’italiana Operazione Strade Sicure alla francese Sentinelle.
Washington è diventata il simbolo di questa politica: tra il 17 e il 19 agosto vari governatori repubblicani hanno inviato centinaia di uomini per rafforzare il contingente di 2.200 militari della Guardia Nazionale già schierati nella capitale. Dal 25 agosto, a questi uomini è stato concesso anche l’uso delle armi in caso di “minacce imminenti”.
Trump ha voluto mostrare personalmente i risultati, partecipando a una pattuglia nella capitale accanto a polizia e militari, e rivendicando di aver riportato “sicurezza e ordine”. Le sue parole hanno diviso l’opinione pubblica: per i sostenitori rappresentano la risposta a un reale problema di violenza urbana, mentre per i detrattori si tratta di una mossa autoritaria per consolidare il potere federale sulle città amministrate dai democratici.

Il modello di “Strade Sicure all’americana” non si limita a Washington. Il Pentagono sta valutando piani simili per Chicago, Baltimora e New York. Proprio Chicago è diventata il nuovo terreno di scontro: il governatore dell’Illinois, JB Pritzker, ha accusato Trump di “abuso di potere” e di voler solo creare paura nelle comunità locali.
La Casa Bianca, invece, difende la linea dura, sottolineando che l’impiego dei militari ha ridotto sensibilmente i tassi di criminalità nelle aree controllate. Nonostante il sindaco democratico di Washington, Muriel Bowser, sostenga che i reati violenti siano ai minimi degli ultimi trent’anni, l’Amministrazione Trump accusa la polizia locale di aver falsificato i dati, tanto che il comandante Michael Pulliam è sotto inchiesta.
Il dibattito americano ricorda quello italiano sull’Operazione Strade Sicure, che da anni vede migliaia di militari impiegati in compiti di sicurezza urbana. Anche in Italia si sottolineano i limiti di un impiego prolungato dei militari in compiti non strettamente addestrativi, ma la crescente domanda di sicurezza da parte dei cittadini mantiene alta la popolarità dell’iniziativa.
Gli Stati Uniti, tuttavia, possono contare sulla struttura capillare della Guardia Nazionale, capace di rispondere a emergenze interne e di agire come riserva delle forze armate. Una differenza sostanziale che mostra come Washington stia evolvendo verso un modello di sicurezza integrata, dove le frontiere tra difesa esterna e sicurezza interna diventano sempre più sottili.

Strade Sicure made in USA: l’arma di Trump contro gang e disordini urbani






