Domenica 31 agosto, l’aereo che trasportava la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen verso la Bulgaria ha subito un’interruzione del segnale GPS durante la fase di avvicinamento all’aeroporto di Plovdiv. Secondo le informazioni fornite dalle autorità bulgare, l’intero sistema di navigazione satellitare della zona è risultato compromesso, costringendo i piloti a ricorrere a metodi alternativi per completare l’atterraggio. L’aereo ha sorvolato l’area per circa un’ora prima di toccare terra in sicurezza.
Le indagini preliminari parlano di interferenze intenzionali sui segnali GPS, un fenomeno noto come jamming. Fonti comunitarie hanno collegato l’episodio a possibili attività elettroniche di origine russa. «Abbiamo ricevuto informazioni dalle autorità bulgare e sospettiamo che si tratti di interferenze da parte della Russia», ha dichiarato la portavoce della Commissione, Arianna Podestà.
Il Cremlino ha respinto le accuse, sostenendo che «la Russia non ha alcun legame con l’accaduto». Mosca parla di «ipotesi prive di prove concrete», accusando Bruxelles di voler politicizzare un episodio tecnico.
Non si tratta di un caso isolato. Dal 2023 si registrano numerosi episodi di disturbi ai sistemi satellitari in Polonia, Stati baltici e Scandinavia. Tra gennaio e maggio 2025, la Polonia ha segnalato oltre 2.700 casi di jamming, mentre la Lituania ha quasi raddoppiato le rilevazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli analisti europei ritengono che le interferenze provengano da infrastrutture collocate in territorio russo e bielorusso.
Il blocco dei segnali GPS può compromettere la sicurezza dell’aviazione civile e militare. L’episodio di Plovdiv ha mostrato la vulnerabilità delle rotte europee a fenomeni di guerra elettronica. Bruxelles valuta l’adozione di contromisure tecniche, come l’uso di sistemi di backup terrestri e l’accelerazione del programma satellitare Galileo, considerato una risposta europea alla dipendenza dal GPS statunitense.
Nonostante l’incidente, Ursula von der Leyen ha portato avanti senza modifiche la sua agenda in Bulgaria, trasformando l’episodio in un segnale politico. Al termine della missione ha sottolineato che la Russia continua a rappresentare una minaccia costante e che l’Unione Europea non può abbassare la guardia. «Putin non cambia» ha dichiarato, richiamando gli Stati membri alla necessità di rafforzare le capacità difensive comuni, con particolare attenzione ai settori elettronico e cibernetico, ormai centrali nella competizione strategica con Mosca.

Sospette interferenze russe sul volo di Ursula von der Leyen: cosa sappiamo e quali scenari apre






