Le tensioni tra Afghanistan e Pakistan sono riesplose in modo drammatico lungo il confine di Kunar, dove violenti scontri armati hanno provocato oltre sessanta morti tra militari e civili. Secondo fonti convergenti di Tolonews e Al Jazeera, le Forze armate afghane avrebbero impiegato carri armati e artiglieria pesante in risposta a presunti bombardamenti pakistani avvenuti nei giorni precedenti.
Il ministero della Difesa di Kabul ha confermato il dispiegamento di mezzi corazzati e artiglieria nella provincia orientale di Kunar, al confine con il distretto pakistano di Chitral. Le operazioni, iniziate nella notte tra sabato e domenica, si sono rapidamente trasformate in un confronto su larga scala.
Il portavoce talebano Zabihullah Mujahid ha dichiarato che «nove soldati dell’Emirato Islamico sono caduti e 16 sono rimasti feriti» in seguito a «un’aggressione pakistana». La controparte di Islamabad, invece, parla di «fuoco non provocato» da parte afghana e denuncia colpi di artiglieria su aree civili.
Il ministro dell’Interno pakistano Mohsin Naqvi ha definito gli attacchi «una palese violazione del diritto internazionale», annunciando la chiusura dei principali valichi di frontiera, tra cui Torkham e Chaman. Il blocco ha immediatamente interrotto i traffici commerciali e lasciato centinaia di civili e autotrasportatori bloccati su entrambi i lati del confine.

Il Pakistan attribuisce la responsabilità dell’escalation ai Talebani, accusandoli di ospitare e proteggere i militanti del Tehreek-i-Taliban Pakistan (TTP), gruppo jihadista responsabile di numerosi attentati in territorio pakistano.
Fonti di Reuters riferiscono che nei giorni precedenti Islamabad avrebbe condotto raid aerei mirati contro presunti campi del TTP nella provincia afghana di Paktika, azione che Kabul considera «una violazione della sovranità nazionale».
In risposta, i Talebani hanno accusato i servizi pakistani di essere dietro le esplosioni di giovedì a Kabul e nella provincia orientale di Paktika, considerate da Kabul atti di sabotaggio diretti a destabilizzare il Paese.
La tensione è ulteriormente cresciuta quando il ministro degli Esteri afghano, impegnato in una visita diplomatica in India, ha rilasciato dichiarazioni congiunte percepite da Islamabad come “ostili e anti-pakistane”.
Le cifre restano discordanti: i Talebani parlano di 58 militari pakistani uccisi e 30 feriti, mentre fonti di Islamabad ridimensionano il bilancio, ammettendo «perdite significative» ma senza specificare numeri. Testimonianze locali riferiscono di almeno 23 soldati pakistani caduti e una decina di miliziani talebani.
La frontiera, già teatro di sporadici scontri negli ultimi anni, non aveva conosciuto un’escalation di simile intensità dal 2021, anno della presa del potere da parte dei Talebani.
L’uso di carri armati T-62 e blindati di fabbricazione cinese, unito al dispiegamento di artiglieria campale da 122 mm, segnala un livello di mobilitazione insolito per una disputa di confine.

L’Arabia Saudita ha invitato entrambe le parti a «evitare un’ulteriore escalation e adottare la via del dialogo e della saggezza», mentre il Ministero degli Esteri russo ha espresso «profonda preoccupazione» per la situazione, auspicando che le due capitali «ripristinino la cooperazione nella sicurezza di frontiera».
La crisi è osservata con attenzione anche da Washington e Pechino, consapevoli che un conflitto aperto tra i due Paesi rischierebbe di compromettere la stabilità dell’intera regione dell’Asia meridionale, già fragile per le tensioni indo-pakistane e per l’instabilità interna all’Afghanistan.
L’eventuale collasso della cooperazione transfrontaliera avrebbe inoltre effetti diretti sulla lotta al traffico di droga, sull’immigrazione illegale e sui flussi di profughi che premono verso l’Iran e l’Asia centrale.
Il confine tra Afghanistan e Pakistan, tracciato nel 1893 con la “Linea Durand”, è da sempre oggetto di contesa. Kabul non ne ha mai riconosciuto ufficialmente la legittimità, considerandolo una frontiera imposta dal periodo coloniale britannico.
Dopo il ritiro delle forze statunitensi nel 2021, Islamabad aveva sperato in un governo talebano più cooperativo sul piano della sicurezza. Tuttavia, l’atteggiamento ambiguo dei Talebani verso il TTP e le accuse reciproche di sostegno al terrorismo hanno progressivamente eroso ogni fiducia residua.
Oggi, le relazioni bilaterali appaiono ai minimi storici. Se non interverranno mediazioni efficaci, il rischio è che la frontiera afghano-pakistana si trasformi in un nuovo fronte instabile, con conseguenze dirette sulla sicurezza regionale e sul fragile equilibrio politico dell’Asia centrale.






