Russia e Cina, alleanza militare in crescita: Mosca addestra i Paracadutisti cinesi

CONDORALEXCONDORALEXInternazionaliGeopolitica2 mesi fa161 Visualizzazioni

Emergono nuovi dettagli sulla partnership militare tra Russia e Cina, una relazione che va ben oltre le esercitazioni congiunte note al pubblico. Secondo documenti riservati hackerati dal gruppo Black Moon, Mosca starebbe fornendo addestramento ed equipaggiamenti avanzati alle forze aviotrasportate dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA). Il Financial Times ha rivelato un dossier che, se confermato, rafforzerebbe l’idea di una forte alleanza militare tra i due Paesi, con conseguenze significative sugli equilibri geopolitici globali.

Documenti hackerati: cosa rivelano

I file, risalenti al periodo 2023-2024, sono stati analizzati dal Center for Defence Reforms di Kiev e dal Royal United Services Institute (RUSI) di Londra. I documenti parlano di forniture militari sufficienti a equipaggiare un intero battaglione aviotrasportato cinese, sistemi di comando e controllo interoperabili con codici e segnali comuni a Mosca e Pechino, contratti che prevedono sessioni di addestramento congiunto in Russia e in Cina. Viene citato l’invio di 37 veicoli da combattimento anfibi BMD-4M, 11 cannoni semoventi Sprut-SDM1 e 11 trasporti truppa BTR-MDM, oltre a programmi per formare tre gruppi di 20 specialisti cinesi su sistemi di comando russi. Secondo gli analisti, questo pacchetto riflette la volontà cinese di testare equipaggiamenti diversi in linea con la strategia di trasformare il PLA in una forza “intelligentizzata” e sempre più moderna.

Secondo Oleksandr Danylyuk (RUSI), l’addestramento ricalca da vicino le tattiche usate dalla Russia per la conquista della Crimea (2014): paracadutisti non identificati per assicurare aeroporti strategici, operazioni rapide di infiltrazione seguite da rinforzi trasportati per via aerea, e uso combinato di guerra elettronica, cyberattacchi e droni per destabilizzare il nemico. Uno scenario che potrebbe essere replicato in futuro contro Taiwan, dove il terreno e la mancanza di ampie spiagge rendono gli sbarchi anfibi particolarmente complessi; in quel contesto, le forze aviotrasportate assumerebbero un ruolo cruciale.

Tattiche e tecnologie in campo

I documenti descrivono nel dettaglio alcune innovazioni operative. I sistemi “train-drop” prevedono procedure ed equipaggiamenti che consentono di lanciare in sequenza veicoli — anche blindati o semoventi leggeri — lungo una pista predisposta, permettendo agli aerei di scaricare rapidamente il materiale e ripartire senza soste prolungate. L’idea è massimizzare il ritmo dell’inserimento logistico e tattico, riducendo la finestra di vulnerabilità dell’aeromobile sul bersaglio.

Un altro elemento chiave sono i paracadute “Dalnolyot”, canopy ad ala (ram-air) progettati per inserimenti clandestini a lunga distanza e ad alta quota. Permettono profili HALO/HAHO con aperture ritardate, garantendo autonomie di planata di decine di chilometri. Questi sistemi riducono la necessità di avvicinare l’aereo al punto di atterraggio e abbassano il rischio di intercettazione.

Le unità infiltrate con tali paracadute avrebbero il compito di condurre operazioni di sabotaggio contro nodi logistici, centri di comando e soprattutto difese aeree nemiche, con l’obiettivo di creare corridoi utili a sbarchi o inserimenti successivi. Queste capacità, già osservate in Crimea, sono oggi studiate dai pianificatori cinesi come parte di una Joint Island Landing Campaign, un insieme di tattiche coordinate (avio-inserimenti, sabotaggi, operazioni anfibie) pensate per ridurre i rischi di uno sbarco diretto su isole fortemente difese.

Russia e Cina, cooperazione militare in crescita: Mosca addestra i paracadutisti cinesi
Un veicolo da combattimento corazzato, parte dei file hackerati dal gruppo Black Moon

Cosa sono i “Dalnolyot”

Il termine indica un sistema paracadutistico militare evoluto, sviluppato in epoca sovietica e ancora oggi impiegato dalle forze speciali russe. Si tratta di un paracadute ad ala con superficie attorno ai 30–33 m² e rapporto di planata superiore a 4 (L/D ≥ 4), dimensionato per sostenere masse operative importanti. La massa del sistema (imbrago + pacchetto) è indicativamente ≤ 21 kg, con una massa totale operatore + carico che può arrivare fino a ~190 kg. Il sistema è predisposto per aperture ritardate (tipicamente 3–10 secondi) tramite un paracadute stabilizzatore.

Esistono anche versioni cargo, con contenitori anteriori da ~50 kg per il trasporto di materiali o rifornimenti. Le quote operative dichiarate vanno da ~1.200 a 8.000 m, con velocità di lancio compatibili fino a ~350 km/h; in condizioni favorevoli, la planata può coprire distanze comprese tra 30 e 60 km (valori “best case”, fortemente dipendenti da vento e massa al decollo).

Russia e Cina, cooperazione militare in crescita: Mosca addestra i paracadutisti cinesi
Immagine tratta dai file hackerati dal gruppo Black Moon: il paracadute principale della sistema “Dalnoyot”, con superficie di 32,5 m², utilizzato dalle forze speciali russe per inserimenti a lungo raggio e alta quota

Tecniche di impiego: HALO, HAHO e profili stand-off

Il Dalnolyot può essere impiegato in modalità HALO (High Altitude Low Opening), con apertura bassa per ridurre la tracciabilità radar e visiva, oppure in modalità HAHO (High Altitude High Opening), che sfrutta la planata per percorrere grandi distanze orizzontali fino al punto di atterraggio programmato. Entrambi i profili richiedono addestramento avanzato nella navigazione sotto vela, uso di waypoints GPS e procedure di coordinamento radio criptate.

Esiste anche la modalità cargo stand-off, in cui un contenitore fissato all’imbragatura permette di consegnare materiali sensibili su punti mirati senza avvicinare l’aeromobile al bersaglio.

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Schema tecnico di un paracadute frenante, presente nei file hackerati dal gruppo Black Moon, progettato per ridurre la velocità di discesa

Implicazioni tattiche e scenari d’uso

La possibilità di infiltrare piccoli team a decine di chilometri dal punto di lancio apre scenari che spaziano dalla ricognizione avanzata al sabotaggio di infrastrutture critiche. Il Dalnolyot consente inoltre di colpire centri logistici e siti radar per agevolare l’arrivo di sbarchi successivi, o di preparare aree di operazione in vista di un’azione anfibia. Tuttavia, l’efficacia di tali operazioni dipende da una catena di supporto ben coordinata: intelligence accurata, soppressione delle difese aeree (SEAD), ISR persistente e logistica di rinforzo. Senza questi elementi, le unità inserite rischiano di essere individuate e neutralizzate rapidamente.

Limitazioni tecniche e vulnerabilità

Le prestazioni teoriche del Dalnolyot sono fortemente condizionate dalle condizioni meteorologiche: venti contrari, turbolenze o variazioni improvvise possono ridurre drasticamente il raggio di planata e la precisione dell’atterraggio. La gestione del carico presenta sfide legate alla centratura, allo sbilanciamento e ai limiti strutturali dell’imbrago quando si trasporta molto equipaggiamento.

Inoltre, il rilevamento elettromagnetico e ottico (radar, droni, SIGINT) può intercettare corridoi di ingresso o tracce di planata; le contromisure EW e le soluzioni stealth sono difficili da applicare efficacemente a un paracadute. Infine, la sostenibilità operativa è critica: anche se il singolo lancio riesce, il consolidamento della testa di ponte richiede rinforzi e logistica che spesso non possono essere garantiti immediatamente.

Valutazione strategica

Il sistema Dalnolyot rappresenta una risposta tecnologica avanzata al problema dell’inserimento a distanza: canopy ad ala, imbragature rinforzate e procedure HALO/HAHO riducono l’esposizione diretta dell’aeromobile. Tuttavia, i numeri più “spinti” — come il raggio di planata di decine di km o la capacità cargo elevate — vanno letti come valori teorici o ottenuti in condizioni ideali; nella prassi operativa reale, questi risultati possono essere fortemente limitati da vento, massa e dalla presenza di contromisure nemiche.

L’efficacia reale di un programma che integri Dalnolyot-type drops su larga scala dipende dalla sincronizzazione con SEAD/ISR e dalla capacità di fornire rinforzi e logistica a chi atterra; le lezioni tratte dall’esperienza russa (Hostomel) ricordano che la superiorità tecnologica in fase di inserimento non sostituisce la necessità di controllo dello spazio aereo e di un piano di consolidamento robusto e ben protetto.

Una partnership sempre più stretta

La cooperazione tra Mosca e Pechino non è nuova: dagli anni ’90 ufficiali cinesi studiano nelle accademie russe, e fino a pochi anni fa Mosca era il principale fornitore di armi a Pechino. Negli ultimi dieci anni, però, la collaborazione si è trasformata in qualcosa di più strutturato: sistemi di comando comuni, scambio regolare di intelligence e consultazioni militari periodiche. Secondo Joshua Arostegui (China Landpower Studies Center, US Army War College): “Quando si tratta di capire come i russi gestiscono il comando e il controllo di operazioni complesse, la Cina è pronta a pagare molto pur di ottenere quelle informazioni e quei sistemi.”

Conclusioni

Se confermate, queste rivelazioni mostrano come la cooperazione militare tra Russia e Cina stia assumendo caratteri sempre più organici e strutturati, andando ben oltre la semplice condivisione di esperienze o la vendita di armamenti. Si delinea piuttosto una partnership strategica, in cui Mosca trasferisce know-how, dottrine operative e sistemi avanzati, mentre Pechino integra queste competenze nel proprio processo di modernizzazione militare.

Il rafforzamento delle capacità aviotrasportate del PLA, reso possibile dall’assistenza russa, rappresenta un elemento che potrebbe mutare radicalmente gli equilibri regionali. In particolare, l’adozione di tecnologie come il paracadute Dalnoyot, unite a programmi di addestramento congiunto e all’acquisizione di mezzi corazzati da trasporto aereo, avvicina la Cina alla possibilità di condurre operazioni complesse di infiltrazione e sabotaggio a supporto di eventuali azioni anfibie.

Per l’Occidente, e soprattutto per i Paesi direttamente coinvolti nella sicurezza dell’area Indo-Pacifico, questo scenario accresce le preoccupazioni: l’ipotesi di un conflitto su Taiwan diventa più plausibile, non solo per le capacità crescenti di Pechino, ma anche per il sostegno politico e tecnico che Mosca sembra intenzionata a garantire. Una sinergia di questo tipo, se consolidata, potrebbe rappresentare un fattore destabilizzante su scala globale, rafforzando l’asse sino-russo e riducendo i margini di deterrenza delle democrazie occidentali.

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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