Perché all’Italia serve un Joint Warfare Centre Nazionale

CONDORALEXCONDORALEXBlog2 settimane fa128 Visualizzazioni

La trasformazione dello strumento militare italiano verso il paradigma multi-dominio è ormai avviata. Il COVI, Comando Operativo di Vertice Interforze, è il fulcro per la pianificazione e la direzione delle operazioni nei cinque domini e nelle esercitazioni interforze. Tuttavia, a differenza della NATO, l’Italia non dispone di un Joint Warfare Centre nazionale che consenta al COVI di esercitarsi in modo continuativo come vero joint warfighting command, cioè un comando chiamato a condurre operazioni complesse ad alta intensità.

In ambito alleato il modello è rappresentato dal Joint Warfare Centre di Stavanger e dal Joint Force Training Centre di Bydgoszcz. Il primo è il riferimento per l’addestramento operativo e strategico della NATO e per lo sviluppo della guerra congiunta; il secondo è un hub flessibile con il motto “Transformation Through Training”, dotato di infrastrutture CIS avanzate. Entrambi conducono grandi esercitazioni multi-dominio, integrano dottrina, concetti, sperimentazione e lessons learned e sono al centro del ciclo di trasformazione dell’Alleanza.

La NATO schiera oggi circa una ventina di comandi di Corpo d’armata e Divisione che richiedono addestramento periodico complesso: dai NATO Rapid Deployable Corps alle nuove divisioni multinazionali sui vari fronti dell’Alleanza. Questi comandi confluiscono regolarmente sul network JWC–JFTC per essere certificati ed esercitati, a dimostrazione di quanto sia essenziale disporre di poli dedicati alla warfighting readiness.

Perché all’Italia serve un Joint Warfare Centre Nazionale
Perché all’Italia serve un Joint Warfare Centre Nazionale

Le lezioni di JWC e JFTC per il caso italiano

Nel contesto nazionale il riferimento principale è il NATO Rapid Deployable Corps – Italy di Solbiate Olona, comando multinazionale di corpo d’armata che si addestra a Stavanger nella serie di esercitazioni Steadfast, affinando la propria capacità di comando e controllo. Accanto ad esso si è affermata la Multinational Division South, evoluzione della Divisione “Vittorio Veneto” e oggi comando divisionale multinazionale NATO con sede a Firenze, destinato a guidare la componente terrestre sul fianco sud.

NRDC-ITA, MND-S e gli altri quartier generali alleati equivalenti costituiscono un bacino di comandi di livello Corpo e Divisione che nel loro ciclo di prontezza hanno bisogno di esercitazioni ripetute e realistiche. Oggi gran parte di questo fabbisogno è soddisfatto dai centri del nord Europa; un Joint Warfare Centre italiano, costruito sul modello di Stavanger e Bydgoszcz, permetterebbe di offrire alla NATO un ulteriore polo sul fianco sud, più vicino ai teatri mediterranei su cui l’Italia è spesso nazione quadro, alleggerendo il carico sui centri esistenti.

Per l’Italia questo significherebbe razionalizzare le capacità di simulazione, dare coerenza al ciclo esercitativo interforze, mettere a sistema le lezioni apprese e fornire al COVI un ambiente stabile in cui esercitare pienamente la funzione di joint warfighting command insieme ai principali comandi di Corpo e Divisione alleati. Una volta validato e accreditato dalla NATO, il centro potrebbe diventare sede naturale di mission rehearsal, pre-deployment training e warfare development per molti Paesi alleati.

Perché all’Italia serve un Joint Warfare Centre Nazionale
Perché all’Italia serve un Joint Warfare Centre Nazionale

Il ruolo del COMVIE e le ricadute per il Paese

In questo quadro il COMVIE, Comando Valutazione e Innovazione dell’Esercito con sede a Civitavecchia, rappresenta il candidato naturale per costituire il nucleo di un futuro Joint Warfare Centre nazionale. Erede del Centro Simulazione e Valutazione, il COMVIE è il principale riferimento per la simulazione a supporto dell’addestramento e della sperimentazione nel dominio terrestre, organizza esercitazioni complesse per comandi e unità e utilizza sistemi avanzati per ricreare ambienti operativi realistici e validare concetti, procedure, mezzi e materiali.

Il passo successivo dovrebbe consistire nella sua progressiva interforzizzazione, nell’ampliamento del perimetro multi-dominio e in un rapporto organico più stretto con il COVI e con lo Stato Maggiore Difesa. Ciò significherebbe aprire strutturalmente il COMVIE a personale e capacità di Marina, Aeronautica e delle altre componenti, integrare nei sistemi di simulazione le dimensioni marittima, aerea, spaziale e cyber, sviluppare scenari calibrati sul teatro euro-mediterraneo e formalizzare il ruolo del centro come provider di esercitazioni operative e strategiche per il COVI e per i grandi comandi alleati.

Un Joint Warfare Centre così configurato offrirebbe alla NATO un servizio di alto valore e all’Italia un posizionamento centrale nel sistema addestrativo dell’Alleanza, consentirebbe di valorizzare personale nazionale con grande esperienza nel settore e costituirebbe un volano per l’economia del Lazio, grazie al consolidamento di un polo di eccellenza militare e tecnologica a Civitavecchia.

Perché all’Italia serve un Joint Warfare Centre Nazionale

Fonte: https://www.jwc.nato.int/

Scarica PDF
829 articoli pubblicati
Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

Lascia un commento

Resta aggiornato

Iscriviti alla newsletter di DIFESA NEWS e ricevi le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

ISCRIVITI AL CANALE
ISCRIVITI AL CANALE
Caricamento del prossimo post...
SEGUICI
Barra laterale Cerca Tendenze
Più letti
Caricamento

Accesso in 3 secondi...

Registrazione in 3 secondi...

Resta aggiornato

Iscriviti alla newsletter DIFESA NEWS e ricevi le ultime notizie direttamente nella tua casella email.