Il Washington Post ha riportato la notizia di una convocazione straordinaria al Pentagono che coinvolgerà circa 800 generali e ammiragli delle forze armate statunitensi provenienti da diverse aree del mondo. L’incontro è fissato per martedì 30 settembre presso la base dei Marines a Quantico, in Virginia, e comprenderà ufficiali con grado di generale di brigata o superiore e i corrispettivi della Marina.
La decisione è stata disposta dal Segretario alla Difesa Pete Hegseth e comunicata con breve preavviso, senza che siano stati diffusi dettagli ufficiali sull’agenda dei lavori. Anche i comandanti impegnati nei principali scenari operativi, dall’Europa al Medio Oriente fino al Pacifico, sono stati inclusi nella convocazione.
Secondo le fonti citate, una riunione di tale portata è rara e sottolinea la rilevanza del momento. Generalmente, assemblee di alti ufficiali vengono programmate con largo anticipo e accompagnate da un ordine del giorno chiaro. In questa occasione, invece, la dimensione straordinaria e la rapidità della chiamata hanno attirato l’attenzione degli osservatori, che ne hanno evidenziato anche le implicazioni organizzative e logistiche, considerando la presenza di comandanti provenienti da aree operative sensibili.
Alla base della convocazione c’è la strategia del Segretario alla Difesa Pete Hegseth, che negli ultimi mesi ha introdotto misure significative di riorganizzazione. Tra queste, il rinnovo dei vertici con la sostituzione di alcune figure di rilievo, come il direttore della Defense Intelligence Agency, esponenti della Marina e rappresentanti statunitensi presso la NATO. Parallelamente, è stato annunciato un piano di riduzione del 20% dei generali a quattro stelle e di altri alti gradi, con l’obiettivo dichiarato di rendere la catena di comando più snella ed efficiente.

Hegseth ha inoltre adottato decisioni simboliche, come la scelta di ribattezzare il Department of Defense in “Dipartimento della Guerra”, sottolineando la volontà di marcare una linea di continuità operativa e di ridefinire la postura strategica nazionale.
La nuova impostazione si orienta verso un maggiore focus sulla difesa del territorio nazionale, accompagnato da un ridimensionamento dell’impegno internazionale. In questo quadro, la Cina viene collocata in un ruolo meno centrale rispetto a quanto accaduto negli anni precedenti. Si tratta di un orientamento che introduce elementi di novità rispetto alle dottrine su cui si è basata la proiezione globale degli Stati Uniti negli ultimi decenni.
La convocazione di 800 generali potrebbe quindi costituire un momento di confronto importante su questo percorso di riorganizzazione, fornendo l’occasione per illustrare in maniera più ampia le direttrici della nuova strategia e il loro impatto sulle forze armate.
Il contesto in cui si inserisce questa riunione straordinaria è caratterizzato da una fase internazionale complessa. Gli Stati Uniti sono coinvolti in diverse sfide: il conflitto in Ucraina, la competizione strategica con Pechino, le tensioni in Medio Oriente e le difficoltà economiche interne, legate anche al rischio di uno shutdown federale. In una cornice di questo tipo, la convocazione di Quantico assume un valore particolare e viene osservata con grande attenzione.
Secondo vari analisti, l’incontro può essere interpretato come un segnale di trasformazione interna. Un Pentagono impegnato a ridefinire i propri equilibri organizzativi e strategici apre interrogativi sul futuro orientamento delle forze armate, con implicazioni che interessano anche la comunità internazionale, inclusi attori come Russia, Iran e Corea del Nord.
Le possibili conseguenze della linea tracciata da Hegseth possono riguardare più livelli:

La riunione del 30 settembre sarà dunque un passaggio chiave. Da essa emergerà se Hegseth intende consolidare il controllo politico e avviare un percorso di ristrutturazione, oppure se proporrà un nuovo orientamento strategico per le forze armate.
In ogni caso, l’inedita convocazione di 800 generali rappresenta già oggi un momento di rilievo, che potrebbe aprire la strada a un riassetto organizzativo e a una riflessione più ampia sulle priorità della difesa statunitense. La scelta di riunire in un unico luogo i vertici militari, pur in un contesto complesso, può anche favorire un’occasione di confronto diretto, utile a rafforzare la coerenza interna e a definire con maggiore chiarezza il ruolo degli Stati Uniti nell’attuale equilibrio internazionale.

Il Pentagono, sede e quartiere generale del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d'America






