Paracadutista Mutilato in Servizio: Giustizia Dopo 15 Anni

CONDORALEXCONDORALEXEsercito5 mesi fa136 Visualizzazioni

Verona, Italia – Dopo una lunga e complessa battaglia legale durata quindici anni, un Graduato Aiutante dell’Esercito Italiano, rimasto gravemente ferito durante un’esercitazione, ha finalmente ottenuto l’adeguamento del suo vitalizio, ora equiparato a quello delle vittime del terrorismo. La decisione è stata disposta dal Tribunale di Verona, portando un barlume di giustizia per il militare, attualmente in servizio presso il Reggimento Paracadutisti di Legnago.

L’incidente risale al 2009, quando il militare, all’epoca trentenne, fu coinvolto in un’esplosione che gli causò la parziale perdita della mano sinistra, con gravi lesioni ossee, tendinee e vascolari. Nonostante la gravità delle ferite e il suo impegno in numerose missioni internazionali (Afghanistan, Iraq, Libano, Kosovo), dove si era esposto a rischi estremi tra cui amianto, agenti cancerogeni e radiazioni, lo Stato aveva tardato a riconoscergli quanto dovuto.

Nel 2014, il Ministero della Difesa aveva sì riconosciuto formalmente al militare lo status di vittima del dovere, ma gli aveva assegnato un vitalizio di soli 258,23 euro, una cifra nettamente inferiore a quanto stabilito per le vittime del terrorismo. Questa disparità di trattamento persisteva nonostante una sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione del 2017 avesse già stabilito il principio di equiparazione economica tra le due categorie.

La svolta è arrivata grazie al supporto dell’Osservatorio Vittime del Dovere, un’organizzazione impegnata nella difesa legale e sociale di coloro che hanno subito danni permanenti al servizio dello Stato. Il Tribunale di Verona ha ora disposto l’adeguamento dell’assegno vitalizio mensile a 500 euro, parificandolo a quello previsto per le vittime del terrorismo, oltre al riconoscimento di circa 20mila euro di arretrati.

“Per anni il Ministero ha negato l’evidenza giuridica, ignorando un diritto chiaramente sancito”, ha dichiarato l’avvocato Ezio Bonanni, legale del militare e presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere. “Finalmente, dopo una lunga battaglia giudiziaria, il nostro assistito ha ottenuto ciò che gli spetta: il corretto importo del vitalizio e tutti gli arretrati. È ora che l’Avvocatura dello Stato cessi ogni forma di ostilità verso chi ha servito il Paese con sacrificio estremo”.

L’Osservatorio Vittime del Dovere ha voluto sottolineare che il caso di questo paracadutista non è isolato. Centinaia di militari, riconosciuti come vittime del dovere, continuano a ricevere un trattamento discriminatorio rispetto alle vittime del terrorismo, nonostante siano accomunati dallo stesso livello di rischio, esposizione e perdita. Questa sentenza rappresenta quindi un importante precedente e una speranza per tutti coloro che ancora attendono il pieno riconoscimento dei loro diritti.

Le Definizioni: Vittima del Dovere e Vittima del Terrorismo

Per comprendere appieno la portata di questa sentenza, è fondamentale chiarire le distinzioni e le equiparazioni tra le diverse categorie di vittime riconosciute dallo Stato italiano.

Vittima del Dovere:

Si definiscono “Vittime del Dovere” ai sensi della Legge 23 dicembre 2006 n. 266 art. 1 comma 563 – 564, coloro che appartengono alle Forze Armate (Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare, Arma dei Carabinieri), Forze di Polizia (Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Polizia Municipale, Vigili del Fuoco) e altri dipendenti pubblici o soggetti equiparati che abbiano subito un’invalidità permanente o siano deceduti:

  • In attività di servizio: per effetto diretto di ferite o lesioni riportate in conseguenza di azioni terroristiche o criminose, o in servizio di ordine pubblico, o nello svolgimento di attività di soccorso, o in eventi connessi all’espletamento di funzioni d’istituto e dipendenti da rischi specificatamente attinenti a operazioni di polizia preventiva o repressiva o all’espletamento di attività di soccorso.
  • In generale, gli altri dipendenti pubblici: che siano deceduti o abbiano subito invalidità permanente nello svolgimento o nell’espletamento delle funzioni di istituto per effetto diretto di lesioni riportate in conseguenza di eventi verificatisi:
    • nel contrasto ad ogni tipo di criminalità;
    • nello svolgimento di servizi di ordine pubblico;
    • nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari;
    • in operazioni di soccorso;
    • in attività di tutela della pubblica incolumità;
    • a causa di azioni recate nei loro confronti in contesti di impiego internazionale non aventi, necessariamente, caratteristiche di ostilità.
  • Soggetti equiparati: sono inclusi coloro che abbiano contratto infermità permanentemente invalidanti o alle quali consegua il decesso, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuate dentro e fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali od operative1. Questo status, cruciale nel caso del paracadutista, riconosce il sacrificio compiuto al servizio dello Stato.

Vittima del Terrorismo e della Criminalità Organizzata:

In Italia, una “vittima del terrorismo” è chiunque, cittadino italiano, straniero o apolide, sia deceduto o abbia subito un’invalidità permanente a causa di atti terroristici o di criminalità organizzata di tipo mafioso. Questo include persone colpite da ferite o lesioni causate da tali atti, sia sul territorio nazionale che all’estero.

Benefici e Riconoscimento:

Le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, o i loro familiari, possono richiedere benefici significativi, tra cui elargizioni economiche, assegni vitalizi, esenzioni dal ticket sanitario, borse di studio per i figli, diritto al collocamento obbligatorio e benefici pensionistici. Le domande devono essere presentate alla prefettura competente o al consolato, dimostrando il nesso di causalità tra l’evento e il danno subito.

La legge italiana, attraverso le Sezioni Unite della Cassazione (come evidenziato dalla sentenza del 2017 richiamata nell’articolo), ha stabilito un principio di equiparazione economica tra le vittime del dovere (in particolari condizioni ambientali od operative) e le vittime del terrorismo, riconoscendo che entrambi i gruppi affrontano rischi estremi e subiscono perdite gravi al servizio della collettività. È proprio su questo principio che si è basata la lunga battaglia legale vinta dal paracadutista.

Paracadutista Mutilato in Servizio: Giustizia Dopo 15 Anni - DIFESANEWS.COM - Notizie difesa, sicurezza e geopolitica

Fonte: https://www.difesa.it/assets/allegati/32508/tabellariassuntiva.pdf

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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