Di fronte alla crescita esponenziale della minaccia dei droni sul campo di battaglia, i Paesi Bassi hanno annunciato la creazione di un nuovo sistema mobile anti-drone realizzato assemblando componenti già disponibili sul mercato. Si tratta di una soluzione provvisoria ma necessaria, pensata per proteggere le unità di fanteria fino all’arrivo dei più avanzati Rheinmetall Skyranger 30, le cui consegne inizieranno solo nel 2028.
Secondo quanto dichiarato dal Segretario di Stato alla Difesa, Gijs Tuinman, l’Esercito olandese ha bisogno di capacità C-UAS rapidamente implementabili, in risposta a una minaccia ormai largamente diffusa sui fronti moderni. In una lettera indirizzata al Parlamento, Tuinman ha sottolineato che i nuovi sistemi rientrano in un piano di spesa aggiuntivo compreso tra 1 e 2,5 miliardi di euro dedicati alle contromisure anti-drone.
La decisione arriva mentre in Ucraina i droni sono ormai responsabili della maggior parte delle perdite in prima linea, spingendo le forze armate europee a cercare soluzioni di emergenza in attesa di piattaforme più sofisticate. La Francia, ad esempio, ha recentemente creato il sistema Proteus, una soluzione ibrida ottenuta montando un cannone antiaereo da 20 mm degli anni ’70 su un camion 4×4 degli anni ’80.
Il nuovo sistema olandese sarà costruito utilizzando diversi componenti militari già esistenti:
Il Ministero della Difesa ha dichiarato che, almeno per ora, non saranno divulgati dettagli su numeri, tempistiche o fornitori, per ragioni di sicurezza operativa. È tuttavia confermato che verranno acquistati nuovi sistemi e che la scelta dell’azienda incaricata dell’integrazione è ancora in corso.
I Paesi Bassi hanno già ordinato 22 Skyranger 30, che entreranno in servizio dal 2028. I nuovi sistemi anti-drone “ibridi” resteranno comunque operativi anche dopo l’arrivo dei cannoni antiaerei Rheinmetall.
L’annuncio arriva in un momento delicato: episodi di droni non identificati stanno aumentando in tutta Europa. Negli ultimi mesi Romania, Polonia e diversi altri Paesi NATO hanno segnalato incursioni attribuite – direttamente o indirettamente – alla Russia.
Nel fine settimana, anche i Paesi Bassi hanno rilevato droni sconosciuti sopra la base aerea di Volkel e l’aeroporto di Eindhoven.
Tuinman ha definito questi episodi “sviluppi preoccupanti”, evidenziando la necessità di accelerare l’adozione di sistemi di difesa specifici.
Oltre al sistema mobile anti-drone, i Paesi Bassi investiranno in:
Parallelamente, la Royal Netherlands Navy riceverà nuovi sistemi C-UAS a effetto “hard-kill”: una capacità che oggi manca, poiché le navi dispongono quasi esclusivamente di contromisure “soft-kill” (come il jamming) o armi cinetiche costose e in numero limitato (missili).
Secondo la Difesa olandese, il futuro sistema navale dovrà collocarsi tra la difesa ravvicinata a piccolo calibro e i missili a lungo raggio, colmando un vuoto critico nella protezione contro droni a media distanza. L’investimento previsto va da 250 milioni a 1 miliardo di euro, con ulteriori dettagli attesi nella primavera del 2026.
L’iniziativa olandese conferma una realtà ormai evidente: l’Europa sta correndo contro il tempo per proteggere truppe e infrastrutture da una minaccia che cresce più velocemente delle soluzioni tecnologiche disponibili.
La creazione di un sistema anti-drone mobile “assemblato” con componenti già esistenti non è solo una misura provvisoria, ma un segnale della rapidità con cui gli eserciti europei devono adattarsi a un campo di battaglia dominato da minacce piccole, economiche e pervasive.

I dispositivi militari anti-drone (R) esposti durante la visita del presidente tedesco e del re dei Paesi Bassi presso il Corpo d’Armata Germano-Olandese della NATO (1GNC) a Münster, nella Germania occidentale, il 25 settembre 2025. (Ina Fassbender/AFP via Getty Images)






