La notizia della morte di un cittadino italiano in Ucraina sta circolando. Si tratta di Luca Cecca, un volontario che, secondo l’associazione “Memorial”, sarebbe morto in combattimento per le forze di Kiev. La notizia non è stata però confermata dalla Farnesina, che mantiene la massima prudenza. Il giovane, 34 anni e originario di Roma, risulta disperso da mesi.
“Memorial” ha pubblicato un’immagine di Luca Cecca accompagnata da un breve ma toccante messaggio: “Il nostro amato fratello italiano Luca Cecca, che stava servendo l’Ucraina come volontario, è deceduto sul campo di battaglia. Onore, gloria e gratitudine per il nostro fratello”.
La mancanza di ulteriori dettagli, sia sulle circostanze esatte del decesso sia sulla sua provenienza, ha contribuito alla cautela delle autorità italiane.

Se la morte di Cecca venisse confermata, si tratterebbe dell’ottavo italiano a perdere la vita sul fronte russo-ucraino. Tuttavia, la Farnesina preferisce non sbilanciarsi, anche alla luce di precedenti casi in cui la morte di volontari era stata annunciata e poi smentita, come accaduto con Yuri Previtali, un soldato bergamasco che era stato dato per morto e che invece si era rivelato essere vivo.
La lista dei volontari italiani deceduti comprende anche i palermitani Omar Dridi e Manuel Mameli, scomparsi nel marzo scorso. Il primo italiano caduto sul fronte ucraino era stato invece Edy Ongaro, che combatteva con le forze filorusse del Donbass.
Secondo le stime, circa una sessantina di italiani sono partiti volontari per combattere in Ucraina, sia a favore di Kiev che a supporto delle forze separatiste. Il fenomeno è attentamente monitorato dai servizi segreti e dalle forze dell’ordine italiane. Le motivazioni di questi individui sono varie e complesse, spaziando dall’ideologia politica (di estrema destra o di estrema sinistra) alla ricerca di un guadagno economico.
I volontari italiani non sono considerati mercenari, ma piuttosto individui mossi da motivazioni personali: la ricerca di uno status sociale, la definizione di un’identità e, in alcuni casi, un senso di vendetta. Per questi individui, al loro ritorno in Italia, potrebbero essere previste sanzioni legali, secondo quanto stabilito dall’articolo 288 del Codice Penale.

La morte di un volontario italiano in Ucraina: La Farnesina non conferma






