L’India ha avviato un’imponente campagna di modernizzazione delle proprie capacità militari, con l’obiettivo dichiarato di rispondere efficacemente a eventuali sfide belliche future. Il cuore di questo piano ambizioso si trova nello sviluppo di tecnologie strategiche avanzate, in particolare nel settore delle armi ipersoniche, un campo in piena espansione a livello globale e cruciale per la ridefinizione degli equilibri militari regionali.
Il tenente generale Amardeep Singh Aujla ha delineato la visione dell’esercito indiano durante il forum “New Age Military Technologies Industry Capabilities & Way Forward”, sottolineando la necessità di passare da una logica difensiva a una capacità deterrente più dinamica. Tra le priorità evidenziate figurano i veicoli plananti ipersonici, i motori a respirazione d’aria HEB (Hypersonic Air-Breathing Engines) e missili avanzati di quarta, quinta e sesta generazione.

«Vogliamo cambiare l’equazione della deterrenza», ha dichiarato Aujla, lasciando intendere che l’India intende diventare non solo un attore reattivo ma proattivo sul piano militare. L’obiettivo è disporre di armi ultraveloci e manovrabili in grado di mettere in crisi le difese avversarie, abbattendo i tempi di risposta nemici e costringendo gli attori ostili a ripensare la propria postura strategica.
Il piano indiano non si ferma alle armi ipersoniche. Esso include una vasta gamma di sviluppi tecnologici, dall’intelligenza artificiale applicata alla battaglia fino alla trasformazione del singolo soldato in un “guerriero aumentato”. Secondo Aujla, è fondamentale affrancarsi dalle tradizionali munizioni “usa e getta” per abbracciare una nuova generazione di armamenti intelligenti: droni suicidi, munizioni vaganti, proiettili guidati di precisione e armi a energia diretta.
Laser ad alta energia, sistemi a microonde e dispositivi anti-satellite sono già al centro della ricerca e sviluppo. Si tratta di tecnologie pensate per contrastare nuove minacce come i droni kamikaze, rafforzare le difese antimissile e garantire la superiorità nello spazio, ormai considerato il “nuovo dominio” bellico.

A questo si aggiunge un’attenzione crescente alla guerra elettronica e cibernetica. Le operazioni offensive e difensive nel cyberspazio sono viste come un elemento imprescindibile della futura dottrina militare indiana. La costruzione di capacità autonome in questo ambito richiede però solide partnership tra esercito, industria e settore tecnologico.
Un ulteriore pilastro del piano di Delhi è la valorizzazione del singolo combattente. Esoscheletri, corazze intelligenti, visori in realtà aumentata per il comando e controllo sul campo, caschi dotati di intelligenza artificiale e abbigliamento “smart” per il monitoraggio in tempo reale delle condizioni fisiche: tutto converge verso la figura del soldato del futuro, agile, resistente e interconnesso. Questo approccio non solo migliora le performance tattiche, ma rafforza la sopravvivenza e l’efficacia operativa in scenari ad alta intensità.
Il rafforzamento militare indiano non può essere compreso appieno senza inquadrarlo nel più ampio contesto strategico dell’Asia. L’India, da tempo in competizione con la Cina per l’influenza regionale, vede nel Mar Cinese Meridionale e nell’Oceano Indiano due teatri di interesse prioritario. È proprio in quest’ultimo, considerato da Delhi come il proprio “cortile di casa”, che la proiezione navale indiana si sta facendo sempre più assertiva.

A tal proposito, il governo indiano ha dato il via libera al Project 75, un ambizioso programma di costruzione di sottomarini d’attacco a propulsione nucleare. La prima fase prevede la realizzazione di due unità, con un investimento stimato di 5,4 miliardi di dollari, ma l’obiettivo finale è arrivare a una flotta di almeno sei mezzi. Questo sviluppo navale punta a bilanciare — o sovraccaricare — la crescente potenza marittima cinese nella regione indo-pacifica.
Il tenente generale Aujla ha ribadito che il successo del piano passa attraverso un’alleanza strategica tra forze armate, decisori politici e industria. Ha proposto la creazione di fondi dedicati, procedure di approvazione più rapide, una semplificazione del procurement e infrastrutture dedicate all’innovazione come i tech hub. Senza un ecosistema favorevole, ha avvertito, l’autonomia tecnologica resterà un miraggio.
La Cina, osservando i progressi indiani, non può che essere allarmata. L’avanzata militare di Delhi, pur giustificata in chiave difensiva, rischia di innescare una nuova corsa agli armamenti nella regione. Tra tecnologia, geopolitica e ambizioni di potenza, l’India sta tracciando una traiettoria che potrebbe ridefinire gli equilibri dell’Asia nel prossimo decennio.

L’India si arma per il futuro: la corsa tecnologica che agita la Cina - DIFESANEWS.COM - Notizie difesa, sicurezza e geopolitica






