Il Ministro Crosetto: «Italia impreparata ad un attacco russo o di altri Paesi»

CONDORALEXCONDORALEXIndustriaGeopolitica2 mesi fa619 Visualizzazioni

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha nuovamente lanciato un allarme sulla capacità dell’Italia di difendersi in caso di guerra.

«Non siamo pronti né ad un attacco russo né ad un attacco di un’altra nazione, lo dico da tempo – ha dichiarato –. Penso che abbiamo il compito di mettere questo Paese nella condizione di difendersi se qualche pazzo decidesse di attaccarci: non dico Putin, dico chiunque».

Secondo Crosetto, la principale causa dell’attuale vulnerabilità è la mancanza di investimenti in ambito militare:

Non siamo pronti perché non abbiamo investito più in difesa negli ultimi vent’anni, e quei vent’anni non si recuperano in un anno o in due anni.

Le parole del ministro sono arrivate a margine della presentazione, a Roma, del bilancio del tour mondiale della nave scuola Amerigo Vespucci. Nell’occasione Crosetto ha ribadito la necessità di colmare il divario accumulato in due decenni di ridotti stanziamenti.

La “sveglia” della guerra in Ucraina tra droni e dominio cyber

Le dichiarazioni si inseriscono in un quadro di crescenti tensioni tra Russia e Occidente. Lo stesso portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha alzato i toni, affermando che «la NATO è di fatto coinvolta» nel conflitto russo-ucraino per via del sostegno militare a Kiev. «La NATO è in guerra con la Russia. Questo è ovvio e non richiede ulteriori prove», ha dichiarato all’agenzia Tass.

Il conflitto in Ucraina ha rappresentato per l’Italia e per i suoi alleati una vera e propria sveglia, mettendo in evidenza le nuove sfide della guerra moderna. Oggi non bastano più carri armati e artiglieria: il campo di battaglia è dominato da nuovi domini e tecnologie.

I droni sono diventati uno strumento decisivo: impiegati in massa da entrambe le parti, hanno trasformato la guerra in un laboratorio tecnologico a cielo aperto. Vengono usati per la ricognizione in tempo reale, per attacchi di precisione a basso costo e persino per saturare le difese nemiche. Il vantaggio, più che dalla quantità di mezzi pesanti, dipende dalla rapidità di adattamento tecnologico.

Parallelamente, il dominio cyber è emerso come fronte strategico cruciale. Gli attacchi a infrastrutture critiche, reti energetiche e sistemi di comunicazione hanno mostrato come colpire digitalmente un Paese possa avere effetti devastanti quanto un bombardamento convenzionale.

Non a caso, pochi giorni fa abbiamo riportato l’opinione di Daniel Davis, analista di sicurezza ed ufficiale in congedo dell’U.S. Army, il quale ha sottolineato come persino gli Stati Uniti non siano ancora pronti ad affrontare una guerra moderna dominata dai droni e dalla saturazione tecnologica. Una riflessione che riguarda da vicino anche l’Italia, chiamata a colmare rapidamente il divario sia sul piano dottrinale che su quello industriale.

Difendersi, oggi, significa integrare la dimensione terrestre, marittima e aerea con quelle spaziale, cibernetica e tecnologica.

Italia, la situazione del comparto Difesa

Il governo Italiano porta avanti, da quando è in carica, un intenso lavoro di rafforzamento e modernizzazione del comparto Difesa, sotto la guida di figure di alto livello ai vertici militari e con investimenti significativi in tutti i domini.

Sono state prese decisioni coraggiose, come l’aumento della spesa complessiva per la difesa fino a 32 miliardi di euro nel 2025, pari a un incremento del 12% rispetto al 2024. A questo si aggiunge un programma da 8,2 miliardi di euro per l’acquisizione di nuovi carri armati entro il 2038, quasi 7,5 miliardi di euro destinati all’acquisto di 24 nuovi Eurofighter nell’arco di undici anni, e infine un sostegno europeo di 14 miliardi di euro attraverso il fondo SAFE – Security Action for Europe.

Si tratta di mosse rilevanti, che però – come ha evidenziato Crosetto – restano condizionate dai tempi di produzione dell’industria militare, non adeguati alle necessità urgenti di un Paese che parte da una situazione di forte carenza.

Accanto a questi stanziamenti, diventa imprescindibile investire anche in innovazione, resilienza digitale e cooperazione industriale, ambiti troppo a lungo trascurati. La vera sfida, infatti, non è soltanto quanto si investe, ma soprattutto come si decide di farlo, e siamo certi che il dicastero della Difesa disponga della visione e delle competenze necessarie per orientare al meglio queste scelte strategiche.

Crosetto ha ricordato che i ritardi accumulati in passato non possono essere colmati nell’arco di uno o due anni, ma richiedono una strategia di lungo periodo e una continuità di impegno.

Per questo, ciò che sarà fondamentale non è solo l’azione del governo in carica, ma la continuità delle politiche di difesa anche in futuro: proseguire lungo la strada tracciata oggi sarà essenziale per garantire la sicurezza del Paese.

Crosetto: «Italia impreparata ad un attacco russo o di altri Paesi»

Fonte: https://www.open.online/2025/09/15/guerra-russia-ucraina-15-set/

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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