L’Europa accelera verso una propria autonomia nel settore dell’intelligence spaziale, e al centro di questo processo c’è ICEYE, l’azienda finlandese specializzata in satelliti radar SAR. Secondo quando dichiarato al portale Defense News dal Vicepresidente per le Missioni, Joost Elstak la società avrà un ruolo “molto importante” nel garantire all’Europa un accesso sovrano a informazioni satellitari critiche, senza dover dipendere dagli Stati Uniti.
L’interesse europeo verso ICEYE è aumentato dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. Ma la vera scossa è arrivata nel marzo 2025, quando Washington ha temporaneamente sospeso la condivisione di intelligence satellitare con Kiev. Secondo Elstak, quell’episodio ha dimostrato una verità semplice ma fondamentale “serve un’autonomia reale nelle capacità spaziali. Non puoi dipendere da un solo nodo, chiunque esso sia.”
Un sondaggio pubblicato a febbraio proprio su DEFENSE NEWS indicava lo spazio ISR (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance) come il settore più difficile da rendere autonomo, con molti esperti europei che stimavano almeno 5–10 anni per ridurre la dipendenza dagli USA.
Da allora, però, ICEYE ha accelerato: ha firmato contratti con Polonia, Portogallo, Paesi Bassi e Finlandia. Tutte queste nazioni avranno capacità operative autonome entro 12 mesi e diversi satelliti in orbita entro il 2028.
Il caso olandese è emblematico: il primo satellite per la Royal Netherlands Air Force è stato lanciato appena quattro mesi dopo la firma del contratto.

Fondata nel 2014 come spin-off universitario, ICEYE utilizza radar satellitari SAR capaci di ottenere immagini anche con cielo coperto o di notte. È una capacità chiave per qualsiasi sistema ISR moderno.
Oggi ICEYE opera 20–30 satelliti SAR attivi, formando quella che l’azienda definisce la più grande costellazione radar al mondo. Questo permette di ottenere un’immagine radar da qualsiasi punto del pianeta ogni 30–60 minuti, senza le restrizioni dell’export USA: un vantaggio competitivo enorme.
Molti governi europei stanno acquistando satelliti “sovrani”, ovvero completamente operati a livello nazionale. Tra i 5 e i 10 sono già in orbita, e altri 10–15 verranno lanciati nei prossimi due anni.
Il costo, inoltre, è nettamente inferiore rispetto alle precedenti generazioni di sistemi SAR: la Polonia ha acquistato tre satelliti (con opzione per altri tre) per circa 200 milioni di euro, mentre il programma tedesco SARah ne costò circa 1 miliardo per tre satelliti.

A settembre ICEYE ha presentato ISR Cell, un modulo containerizzato che fornisce alle forze di terra accesso diretto ai dati satellitari: l’obiettivo è portare l’intelligence nello scenario operativo in “questione di minuti”.
L’azienda sta inoltre anche migliorando gli algoritmi per ridurre i tempi di trasmissione, le tecniche di compressione delle immagini e i sistemi di analisi automatica basati su IA. Collaborazioni con aziende come SATIM e SafranAI permettono il riconoscimento automatico di veicoli e imbarcazioni tramite analisi radar avanzata.
ICEYE sta inoltre sviluppando una costellazione di oltre 100 satelliti, in grado di offrire una revisita globale ogni 10–15 minuti: una capacità definita “tattica”, più vicina a scenari militari che a semplice osservazione terrestre.

Per sostenere questa espansione, ICEYE produce già 25 satelliti l’anno, con l’obiettivo di salire a 40 nel 2026 e poi a 50. Ha appena annunciato una joint venture industriale con Rheinmetall in Germania, che assemblerà il primo satellite europeo ICEYE già nel 2026.
Le nuove generazioni di satelliti SAR avranno antenne più grandi e una risoluzione più elevata, fondamentali per identificare oggetti in aree congestionate o in scenari di conflitto ad alta intensità.
ICEYE, da semplice fornitore di dati, si sta trasformando in un vero attore dell’intelligence europea, capace di offrire satelliti, infrastrutture di terra, analisi dati e formazione.
Un ruolo che, in un mondo sempre più instabile, potrebbe renderla la spina dorsale dell’autonomia spaziale europea.

ICEYE, il nuovo perno dell’intelligence spaziale europea: verso una vera autonomia dal dato satellitare USA






