L’11 settembre 2025, il Generale Antonio Conserva, nuovo capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare, ha presentato davanti alla Commissione Difesa della Camera le linee guida del suo mandato. Nel suo intervento ha tracciato un quadro netto delle sfide che attendono l’Italia e l’Alleanza Atlantica, sottolineando come il concetto tradizionale di difesa aerea non sia più sufficiente.
“Il tradizionale concetto di difesa aerea si è trasformato in difesa aerospaziale”, ha spiegato il Generale Conserva, indicando la necessità di un controllo continuo e integrato dello spazio, non solo in senso orizzontale ma anche verticale. È una visione che riflette le trasformazioni del contesto geopolitico, segnato dal ritorno di minacce statuali, dall’impiego massiccio di droni e missili ipersonici, e dall’emergere di nuove dimensioni conflittuali, come quella cibernetica e spaziale.
Il Generale ha rimarcato come la deterrenza non si fondi solo sull’acquisizione di armamenti sofisticati, ma su una triade di fattori immateriali: addestramento costante, prontezza operativa e profonda integrazione interforze, in sinergia con gli alleati Nato ed europei. Una visione che richiama la lezione storica: non bastano gli strumenti tecnologici senza un capitale umano preparato e un sistema di comando efficiente.
Il cuore della relazione del Generale Conserva si articola attorno a cinque pilastri fondamentali, considerati imprescindibili per assicurare all’Italia un potere aerospaziale credibile.
1. Sistemi d’arma. La disponibilità di mezzi adeguati, interoperabili e tecnologicamente avanzati è il primo tassello. Il Generale ha citato il programma GCAP (Global Combat Air Programme), sviluppato con Regno Unito e Giappone, definendolo un “autentico incubatore di tecnologie d’avanguardia”. Si tratta non solo di un progetto industriale, ma di un volano per l’innovazione e per il rafforzamento della sovranità tecnologica nazionale.

2. Scorte e logistica. La resilienza passa anche dalla capacità di mantenere nel tempo l’efficienza operativa. La guerra in Ucraina ha insegnato che senza catene logistiche robuste e magazzini ben forniti, la superiorità iniziale può rapidamente svanire.
3. Personale. Il Generale Conserva ha richiamato l’urgenza di invertire il calo degli organici: “È necessario uno sforzo comune per incrementare il personale in servizio attivo e quello in riserva”. Senza uomini e donne motivati e ben addestrati, le tecnologie restano strumenti vuoti.
4. Infrastrutture. Gli aeroporti militari sono stati definiti “elemento centrale del potere aerospaziale”. Non solo basi operative, ma nodi strategici di proiezione, interoperabilità e deterrenza.
5. Gestione dello spazio aereo. Qui entra in gioco il sistema C4ISR (Command, Control, Communications, Computers, Intelligence, Surveillance and Reconnaissance), che consente di trasformare i dati in azione e l’azione in superiorità. È la dimensione in cui l’informazione diventa decisiva quanto la potenza di fuoco.
Il Generale Conserva ha poi elencato dodici priorità di breve e medio termine, con un filo conduttore chiaro: rafforzare le capacità di difesa del Paese in un’ottica di autonomia, pur restando integrati nell’Alleanza Atlantica.
La prima è la protezione antimissile e antidrone, tema ormai imprescindibile di fronte all’uso crescente di Uav e missili a lungo raggio in scenari bellici contemporanei. Gli Uav stessi, ha sottolineato, rappresentano una risorsa cruciale per l’individuazione tempestiva della minaccia e per la protezione automatica degli obiettivi sensibili, pur mantenendo sempre il controllo umano nel processo decisionale.

A queste si aggiungono la modernizzazione della rete radar nazionale, il potenziamento delle capacità satellitari, il rafforzamento della dimensione cibernetica, lo sviluppo di capacità di deep strike (attacchi in profondità) e una riorganizzazione logistica più efficiente. Tutto ciò sarà accompagnato da un processo di razionalizzazione interna, volto a eliminare duplicazioni e a migliorare l’efficacia operativa.
Sul delicato tema delle risorse, il Generale Conserva è stato diretto: “Non è la spesa per il personale a essere eccessiva, ma il bilancio complessivo della difesa a risultare insufficiente rispetto alle esigenze reali”. L’aumento della quota del PIL destinata alla difesa, deciso in ambito Nato, dovrebbe ridurre l’incidenza relativa della voce personale attorno al 25%, consentendo margini più ampi per investimenti in sistemi e infrastrutture.
Il messaggio del generale è chiaro: l’Aeronautica Militare deve guidare la trasformazione della difesa italiana in senso aerospaziale, affrontando contemporaneamente minacce tradizionali e nuove sfide tecnologiche. Una missione che richiederà non solo risorse, ma soprattutto visione strategica, capacità organizzativa e un costante equilibrio tra innovazione tecnologica e centralità del fattore umano.

Droni e difesa aerospaziale: le linee guida del Generale Antonio Conserva Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica
Fonte: https://formiche.net/2025/09/aeronautica-militare-conserva-camera-audizione-gcap-droni/#content
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