Dopo la Germania, anche la Francia rilancia il servizio militare volontario

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Dopo la Germania, anche la Francia rilancia il servizio militare volontario

Dopo Berlino, anche Parigi si prepara a rimettere mano al rapporto tra giovani e divisa. Giovedì, nella base della 27ª Brigata di fanteria da montagna a Varces, vicino a Grenoble, Emmanuel Macron presenterà il suo progetto di nuovo servizio militare su base volontaria, con l’obiettivo dichiarato di “rafforzare il patto tra esercito e nazione” in un contesto di minacce crescenti e guerra ai confini dell’Europa.

Il progetto francese: 10 mesi, volontari e retribuiti

Secondo le anticipazioni di stampa, il piano dell’Eliseo prevede un servizio di dieci mesi, aperto a ragazze e ragazzi di 18 anni, con un’indennità compresa tra 900 e 1.000 euro al mese. L’avvio è previsto già nel 2026, con circa 3.000 partecipanti il primo anno, 10.000 il secondo e una crescita progressiva verso l’obiettivo di 50.000 giovani l’anno attorno al 2035.

L’idea non è il ritorno alla vecchia leva obbligatoria abolita da Jacques Chirac alla fine degli anni Novanta, ritenuta socialmente poco accettabile e troppo costosa per le forze armate. Il modello è invece un servizio volontario di lunga durata, concepito per:

  • aumentare significativamente il numero dei riservisti,
  • offrire ai giovani un “nuovo quadro di impegno” nelle forze armate,
  • rinsaldare il legame tra società e difesa nazionale.

Secondo una nota dell’Alto Commissariato al Piano, un eventuale servizio su larga scala avrebbe un costo nell’ordine di 1,7 miliardi di euro all’anno per 70.000 partecipanti. Il progetto che Macron si appresta ad annunciare sarebbe però molto più limitato, con un onere stimato attorno ai 400 milioni di euro annui per 10.000 giovani, compatibile con l’attuale legge di programmazione militare.

Dopo la Germania, anche la Francia rilancia il servizio militare volontario
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Dallo SNU al “nuovo” servizio: un cambio di paradigma

Il nuovo schema dovrebbe sostituire di fatto il Servizio nazionale universale (SNU), il programma misto civile-militare voluto da Macron nel suo primo mandato e mai davvero decollato. Lo SNU, pensato come esperienza di alcune settimane per rafforzare coesione e spirito civico, ha coinvolto numeri inferiori alle attese, con costi crescenti e una forte contestazione da parte di parte del mondo associativo, che lo ha accusato di militarizzare la gioventù senza un vero valore educativo aggiunto.

A partire dall’autunno 2024 il Parlamento ha progressivamente tagliato i fondi destinati allo SNU, giudicandone la generalizzazione “né possibile né auspicabile”. Il programma non è stato formalmente abolito, ma è stato svuotato e di fatto congelato. Il nuovo servizio militare volontario punta a raccoglierne l’eredità, con una formula più chiara e direttamente collegata alle esigenze delle forze armate.

Dopo la Germania, anche la Francia rilancia il servizio militare volontario
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Non manderemo i nostri giovani a combattere in Ucraina

Sul piano politico, Macron deve anche disinnescare una paura molto concreta nell’opinione pubblica: che il ritorno di una forma di servizio militare sia il preludio a un invio di truppe francesi in Ucraina.

In un’intervista alla radio RTL, il presidente ha voluto ribadire che il nuovo dispositivo resta volontario e non è pensato per mandare i diciottenni al fronte: ha definito “una confusione da dissipare subito” l’idea che i nuovi reclutati possano essere spediti in Ucraina.

Le dichiarazioni arrivano dopo le polemiche suscitate dal capo di Stato Maggiore, generale Fabien Mandon, che aveva invitato la Francia a ritrovare la “forza d’animo” per accettare anche il rischio di “perdere i propri figli” pur di proteggere ciò che il Paese è. Il governo ha chiarito che il generale si riferiva ai militari di professione già in servizio: dal 2017, circa 60 soldati francesi sono morti in operazioni all’estero, soprattutto nel Sahel.

Macron, dal canto suo, insiste su un’altra formula: preparare “la nazione e le sue forze morali” alle sfide di sicurezza di lungo periodo, costruendo una capacità di reazione collettiva che vada oltre il solo esercito professionale.

Il precedente tedesco: la leva “ibrida” di Berlino

Il progetto francese arriva poche settimane dopo la riforma storica adottata dalla Germania, che dal 1° gennaio 2026 farà entrare in vigore un nuovo modello di servizio militare, misto volontario-obbligatorio.

In base alla legge approvata a Berlino:

  • circa 700.000 giovani nati nel 2008 o dopo riceveranno una lettera ufficiale;
  • tutti gli uomini saranno formalmente soggetti all’obbligo di leva, ma resterà centrale il principio della volontarietà;
  • dal 2026 scatterà un questionario online obbligatorio per i maschi (facoltativo per donne e persone non binarie) su salute, formazione, condizione fisica e disponibilità al servizio;
  • dal luglio 2027 sono previste visite di leva obbligatorie per gli uomini.

Chi sceglierà di arruolarsi come volontario riceverà uno stipendio di base attorno ai 2.000 euro netti al mese, con una prima fase di servizio di sei mesi, ampliabile, e vari incentivi formativi e professionali.

La vera novità sta però nella “clausola di sicurezza” inserita in legge: se i volontari non basteranno a raggiungere gli obiettivi fissati con la NATO – una Bundeswehr di circa 260.000 soldati attivi e 200.000 riservisti, contro gli attuali circa 182.000 militari e 49.000 riservisti – il Bundestag potrà riattivare la coscrizione obbligatoria, applicando una serie di criteri di esclusione (fratelli già in servizio, personale di polizia, obiettori di coscienza, ecc.) e ricorrendo al sorteggio solo come ultima opzione.

Dopo la Germania, anche la Francia rilancia il servizio militare volontario
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Due modelli, una stessa domanda: come mobilitare l’Europa?

Francia e Germania scelgono strade diverse, ma partono dallo stesso presupposto: il quadro di sicurezza europeo è cambiato definitivamente con la guerra in Ucraina, e gli eserciti professionali, da soli, potrebbero non bastare a reggere uno sforzo prolungato in caso di crisi maggiore.

  • Berlino punta su un modello ibrido, che mantiene la volontarietà ma rimette sul tavolo, in modo ordinato, la possibilità di una leva obbligatoria “a chiamata” se i numeri non tornano.
  • Parigi privilegia, almeno per ora, una soluzione pienamente volontaria, più limitata ma pensata per rafforzare un robusto zoccolo di riservisti e la resilienza della società senza riaprire il trauma politico della coscrizione generalizzata.

Entrambi i Paesi, però, devono confrontarsi con la stessa sfida: convincere una generazione cresciuta in pace ad accettare un impegno personale, potenzialmente rischioso, in nome della difesa collettiva. L’esito di queste riforme – e la risposta dei giovani francesi e tedeschi – diranno molto su quanto l’Europa sia davvero pronta a trasformare la retorica della “nuova era di insicurezza” in scelte concrete e condivise.

Dopo la Germania, anche la Francia rilancia il servizio militare volontario

Fonte: https://it.euronews.com/2025/11/25/macron-cerca-di-rassicurare-la-francia-sul-nuovo-servizio-militare-volontario

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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