Negli ultimi mesi, le incursioni russe nello spazio aereo della Nato e dell’Unione europea hanno riportato l’urgenza di rafforzare la difesa continentale. Durante l’ultimo Consiglio europeo, i leader dei Ventisette hanno ribadito che la minaccia sul fianco orientale e il sostegno ai Paesi confinanti devono «essere affrontati con priorità».
A Bruxelles, la Commissione europea lavora a un piano ambizioso per garantire che truppe e mezzi pesanti possano muoversi rapidamente in tutto il continente in caso di crisi. Il progetto, anticipato dal Financial Times, punta a creare un sistema integrato di corridoi terrestri, porti, aeroporti e hub logistici, coordinato con la Nato, per assicurare un trasporto senza ostacoli di uomini e materiali.
L’iniziativa, ispirata alle risorse europee antincendio condivise, mira a istituire uno “spazio di mobilità militare” entro il 2027, con regole comuni su dogane, scartamenti ferroviari e infrastrutture in grado di sostenere i convogli più pesanti.
Il disegno europeo si collega direttamente al lavoro della Joint Support and Enabling Command (JSEC) della Nato, con sede a Ulm, in Germania.
Proprio qui, dall’8 al 10 maggio 2023, si è tenuta la Reinforcement and Sustainment Network (RSN) Spring Conference, che ha riunito oltre 80 rappresentanti di comandi e organizzazioni alleate – tra cui SHAPE, Allied Land Command, le Joint Force Commands, lo U.S. European Command e la 21st Theater Sustainment Command.
Il generale Alexander Sollfrank, comandante di JSEC, ha sottolineato che «la RSN è un elemento critico della capacità della Nato di proiettare potenza ovunque l’Alleanza debba fronteggiare una crisi o un conflitto».
La conferenza, centrata sul rafforzamento della cooperazione tra gli alleati e sul miglioramento della prontezza logistica, ha confermato il ruolo della rete come colonna vertebrale della mobilità e della sostenibilità militare in Europa.
Come ricordavano già nel 2021 Jürgen Knappe e Sergei Boeke, la JSEC nasce per garantire il “reinforcement and sustainment” delle forze in tutta l’area di responsabilità del comandante supremo alleato in Europa (SACEUR).
Il comando, istituito a Ulm nel 2018 sotto guida tedesca, ha il compito di coordinare i flussi di rinforzo, gestire i nodi logistici strategici e mantenere la consapevolezza situazionale sull’intero teatro europeo.
Il concetto operativo si articola su tre pilastri — Enablement, Reinforcement, Sustainment — e prevede una stretta cooperazione con i comandi terrestri, marittimi e aerei dell’Alleanza. Gli esercizi come Steadfast Defender e le conferenze RSN servono proprio a testare la capacità di movimento rapido delle forze e di sostegno continuo in caso di conflitto.
La nuova iniziativa europea di mobilità militare, che la Commissione presenterà nelle prossime settimane, rappresenta il naturale completamento del lavoro avviato in ambito Nato dalla JSEC e dalla RSN.
Entrambe puntano a superare le barriere burocratiche, tecniche e infrastrutturali che ancora limitano il movimento delle forze.
La Germania, grazie alla sua posizione centrale, è il principale hub logistico: Deutsche Bahn Cargo e Rheinmetall hanno già accordi per il trasporto di carri armati e veicoli blindati, mentre Lufthansa si è detta pronta a contribuire alla manutenzione aeronautica e all’addestramento dei piloti.

Con la spesa militare europea destinata a superare i 180 miliardi di dollari nel 2024 e un obiettivo Nato del 3,5% del Pil entro dieci anni, l’Europa sta vivendo una vera “era del riarmo”.
Ma per costruire una difesa realmente autonoma e interoperabile servirà un ecosistema industriale e logistico integrato — in cui le iniziative europee sulla mobilità e la rete Nato di Ulm operino in sinergia.
Solo una cooperazione stretta tra istituzioni, industria e alleati potrà assicurare che, in caso di crisi, il continente sia pronto a muovere, rinforzare e sostenere le proprie forze senza dipendere da altri.






