L’Italia sta affrontando una fase cruciale nella ridefinizione delle proprie strategie di sicurezza nazionale, con una particolare attenzione rivolta agli aeroporti e alle infrastrutture critiche. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato l’elaborazione di un piano nazionale che ha l’obiettivo di prevenire e contrastare i rischi di sabotaggio e di attacchi ibridi, minacce divenute sempre più concrete nell’attuale contesto geopolitico.
L’iniziativa trae forza anche dall’esperienza di episodi recenti, come il caos causato da droni di sospetta provenienza russa nei cieli di Copenaghen, che hanno evidenziato la necessità di rafforzare ulteriormente i sistemi di protezione. La crescente ibridazione dei conflitti, dove strumenti convenzionali si intrecciano con azioni tecnologiche e cibernetiche, rende fondamentale la costruzione di misure moderne, coordinate e resilienti.
Il piano si fonda su tre pilastri principali: monitoraggio, protezione e risposta rapida. Non riguarda soltanto i controlli negli scali aeroportuali, ma si propone come una architettura di sicurezza nazionale integrata, estesa a tutte le infrastrutture vitali del Paese, dalle reti energetiche alle telecomunicazioni, dai trasporti ai sistemi idrici.
Il ministro della Difesa Crosetto ha ribadito l’importanza di agire con rapidità, sottolineando che l’Italia sta imprimendo una decisa accelerazione a un percorso strategico che guarda al futuro con responsabilità e lungimiranza. L’obiettivo è rendere il Paese sempre più preparato e resiliente di fronte alle sfide emergenti.
Un primo passo concreto di questo piano nazionale si è già realizzato con l’attivazione di un sistema di difesa anti-drone, operativo negli aeroporti di Roma. La scelta non è casuale: gli scali della capitale rappresentano un nodo fondamentale per i collegamenti internazionali e richiedono quindi massima protezione.
Il sistema anti-drone costituisce un salto qualitativo nella tutela dello spazio aereo civile. Le sue funzioni principali sono la rilevazione di droni non autorizzati, la localizzazione delle apparecchiature di comando e, in caso di minaccia concreta, la possibilità di neutralizzare il velivolo. Una misura che consente di garantire la sicurezza anche in scenari complessi, proteggendo cittadini e infrastrutture.
Il protocollo prevede inoltre la collaborazione diretta con le forze armate, soprattutto in occasione di eventi speciali come il Giubileo, durante i quali i livelli di protezione vengono ulteriormente rafforzati con radar militari, pattugliamenti aerei e unità terrestri, a testimonianza della capacità dell’Italia di attivare una cintura di sicurezza multilivello.

La minaccia dei droni evolve costantemente e per questo il governo ha posto come priorità l’aggiornamento continuo delle tecnologie e delle procedure operative. Allo stesso tempo, il piano valorizza la formazione del personale addetto alla sicurezza, per unire competenze tecniche e prontezza decisionale. L’Italia dimostra così di voler investire non solo nelle tecnologie, ma anche nel capitale umano.
Il piano nazionale di sicurezza si inserisce anche in un più ampio quadro di responsabilità internazionale, in particolare nell’ambito della NATO. La protezione di aeroporti e infrastrutture rafforza infatti la credibilità dell’Italia nel contesto delle missioni collettive di difesa.
Durante una visita alla base di Amari in Estonia, dove i caccia italiani partecipano alle missioni di Air Policing, il ministro della Difesa Crosetto ha ribadito l’approccio italiano: determinazione e fermezza, sempre unite alla volontà di evitare inutili escalation. L’episodio dello sconfinamento di Mig russi nei cieli estoni è stato gestito con professionalità, a conferma dell’impegno dell’Italia per la stabilità europea.
La decisione di prolungare l’impegno della batteria antiaerea SAMP-T in Estonia ne è un esempio: una misura che rafforza la sicurezza collettiva, consolidando la presenza difensiva senza rinunciare all’equilibrio e alla prudenza.

In questo senso, il piano nazionale italiano rappresenta non solo un presidio di difesa interna, ma anche un tassello della sicurezza europea e internazionale. Dimostrare di saper proteggere le proprie infrastrutture significa rafforzare l’intera Alleanza, confermando il contributo del Paese alla sicurezza comune.
Il messaggio politico e strategico è chiaro: l’Italia affronta le sfide con razionalità, pragmatismo e lungimiranza, consapevole che le minacce ibride non conoscono confini. La protezione di aeroporti e infrastrutture è quindi un investimento strategico per la sicurezza nazionale ed europea, segno concreto della volontà del Paese di guardare al futuro con fiducia e responsabilità.






