Nel corso dell’audizione alle commissioni Difesa congiunte di Senato e Camera, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha delineato le priorità strategiche del nuovo Documento programmatico pluriennale, ponendo al centro la realizzazione di un vero e proprio “dome” nazionale: uno scudo protettivo multilivello che integri capacità spaziali, missilistiche e sistemi avanzati antidrone.
Crosetto ha spiegato che il nuovo scudo difensivo richiederà circa 4,4 miliardi di euro nelle prossime annualità.
«Il ‘dome’ nazionale è un’architettura protettiva multilivello che prevede difesa spaziale, missilistica e antidrone. Una difesa che non abbiamo mai avuto e che non è più rinunciabile», ha dichiarato.
Il progetto comprende:
Si tratta di un sistema interoperabile e multilivello, progettato per garantire protezione al territorio nazionale sulla base delle lezioni tratte dai conflitti contemporanei: dalle capacità dello scudo israeliano fino agli attacchi missilistici e dronici che colpiscono quotidianamente l’Ucraina.
La costruzione di uno scudo spaziale nazionale apre inevitabilmente a interrogativi legati alla complessità tecnologica e ai tempi di sviluppo. Oggi, infatti, solo Israele dispone di un sistema “Dome” realmente efficiente, frutto di decenni di investimenti, sperimentazioni sul campo e integrazione multilivello tra Iron Dome, David’s Sling e Arrow.
Persino gli Stati Uniti, con la più ampia infrastruttura antimissile al mondo, raggiungono nei test un tasso di intercettazione medio attorno all’80%, a conferma di quanto questo settore resti estremamente impegnativo anche per le potenze con maggior esperienza.
Una possibile via d’uscita da questo “territorio inesplorato” potrebbe essere una joint venture con la Francia, capitalizzando la collaborazione già esistente sul fronte della difesa aerea con il programma SAMP-T / Mamba. Roma e Parigi condividono da anni tecnologie, industrie e dottrina in ambito missilistico: estendere questa sinergia verso un “dome” europeo italo-francese significherebbe mettere insieme know-how, capacità industriali e risorse finanziarie che, da sole, l’Italia faticherebbe a sostenere.
Un progetto congiunto consentirebbe non solo di diluire i costi di sviluppo e ridurre i tempi, ma anche di garantire fin dall’origine interoperabilità piena in ambito NATO ed UE, trasformando lo scudo spaziale da ambizione nazionale a tassello credibile di una più ampia architettura di difesa continentale.
Crosetto ha poi richiamato l’attenzione sulla natura sempre più tecnologica delle guerre moderne:
«La guerra in Ucraina prosegue con intensi attacchi russi. Constatiamo come questa sia ormai una war of drones, caratterizzata da un rapidissimo ciclo di innovazione tecnologica».
Il ministro ha sottolineato come tecnologie emergenti e a basso costo consentano anche a soggetti ostili di acquisire strumenti difficili da intercettare e contrastare, dai droni ai mini-droni operabili individualmente o in sciame.
«Le tecnologie emergenti assumono un ruolo chiave nelle dinamiche strategiche, militari e industriali», ha aggiunto.
Uno dei passaggi più significativi dell’audizione ha riguardato il futuro del personale militare e l’ipotesi di una leva volontaria rinnovata.
«La 244 va superata: è stata costruita in un’epoca diversa. Occorre aumentare le forze armate e migliorarne la qualità, anche attingendo a professionalità civili che il mercato oggi offre», ha affermato Crosetto.
Il ministro ha ricordato:
Secondo Crosetto, servono forze armate pienamente professionali, ma integrate da competenze specialistiche provenienti anche dal settore civile, soprattutto nei domini tecnologici più avanzati.
Il ministro ha annunciato che all’inizio del 2026 intende presentare in Parlamento una proposta organica di riforma dello strumento militare:
«C’è bisogno di uno strumento efficiente ed efficace, capace di adeguarsi a cambi repentini che rendono impossibile prevedere la minaccia futura. È tempo di ridefinire il quadro della nostra Difesa».
Una riforma che, nelle intenzioni del dicastero, dovrà aggiornare profondamente la struttura, le capacità operative e le tecnologie disponibili, alla luce delle nuove sfide geopolitiche e dell’accelerazione del dominio aerospaziale.

Crosetto: «Lo scudo spaziale è irrinunciabile. Servono 4,4 miliardi per la difesa del Paese»
Fonte: https://www.repubblica.it/politica/2025/12/04/news/crosetto_armi_difesa_ucraina-425020969/
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