LECCE – 19 NOVEMBRE 2025 – Un risveglio detonante per la mafia del Salento, sotto lo sforzo muscolare dello Stato. Un nuovo, tagliente colpo è stato inferto dai Carabinieri alla Sacra Corona Unita (SCU): all’alba di oggi è scattato il maxi blitz “Escape”, che ha portato a 22 arresti e sequestri preventivi di beni (mobili e immobili) per poco meno di un milione di euro.
L’operazione, ribattezzata “Escape” (fuga) e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Lecce, ha visto l’impiego di oltre cento militari del Comando Provinciale dell’Arma.
Le misure cautelari, disposte dal G.I.P. Valeria Fedele, hanno raggiunto 22 persone su un totale di 55 indagati. Diciotto sono finite in carcere, e quattro agli arresti domiciliari.
Gli indagati sono ritenuti parte di una presunta associazione di stampo mafioso dedita a:
L’attività criminale si concentrava nei territori di Squinzano, Trepuzzi, Racale, Taviano, Campi Salentina e Novoli.
La complessa attività investigativa del Nucleo Investigativo, guidato dal Tenente Colonnello Cristiano Marella, affonda le radici nel marzo 2021. In quel periodo, nelle campagne di Melendugno, fu rintracciato Sergio Notaro, esponente di spicco del clan De Tommasi, attivo nel nord Salento, dopo due mesi di latitanza. Notaro è poi deceduto nel 2022.
È proprio da quella sua “fuga” che l’operazione ha tratto il nome, “Escape”. Le indagini successive hanno permesso di:

L’inchiesta ha svelato come i proventi illeciti venissero reinvestiti sia nel sostentamento dei detenuti e delle loro famiglie, sia nel mantenimento degli interessi economici del clan.
Tra le attività documentate:
Nel corso delle indagini sono stati già eseguiti numerosi arresti e sequestri per un totale di circa 70 chili tra cocaina, marijuana e hashish.
Le investigazioni hanno anche consentito di individuare uno degli autori della brutale rapina commessa l’8 settembre 2019 ai danni di un noto avvocato penalista di Trepuzzi. L’indagato, raggiunto dalla misura cautelare, è accusato anche di associazione mafiosa. L’azione fu compiuta da tre soggetti incappucciati e armati che attendevano la vittima per poi costringere l’avvocato, la moglie e i due figli minori ad aprire la cassaforte, asportando denaro e preziosi.






