Dopo quasi quarant’anni di onorato servizio, l’iconico Humvee cede il passo a una nuova generazione di veicoli militari. L’Infantry Squad Vehicle (ISV), un mezzo più leggero, veloce ed economico, sta diventando il nuovo cavallo di battaglia dell’esercito statunitense, segnando un cambiamento radicale nelle strategie di combattimento.
Questo avvicendamento non è casuale. L’evoluzione delle tattiche belliche, in particolare l’uso massiccio di droni e robot, ha reso i pesanti e ingombranti Humvee meno adatti ai moderni scenari. Come sottolineano i soldati stessi, l’era del “combattimento agile” richiede veicoli che possano muoversi rapidamente e sfuggire alle minacce dall’alto.

L’ISV è un fuoristrada agile, privo di porte e tetto, progettato per trasportare fino a nove soldati in maniera efficiente. Il suo motore turbodiesel Duramax da 2,8 litri e 186 cavalli gli permette di raggiungere i 100 km/h in soli 15 secondi, un netto miglioramento rispetto agli oltre 20 secondi necessari all’Humvee.
La sua leggerezza è un altro punto di forza cruciale: l’ISV può essere facilmente trasportato da un elicottero, con un singolo MH-47 Chinook in grado di caricarne due alla volta. Questa caratteristica lo rende ideale per le operazioni di dispiegamento rapido, consentendo alle truppe di raggiungere rapidamente il campo di battaglia.

Oltre alle sue prestazioni, l’ISV offre significativi vantaggi logistici. Costando circa 70.000 euro in meno rispetto all’Humvee, è un’opzione molto più conveniente. Ma non è solo il prezzo a fare la differenza. L’ISV è stato progettato per la sostenibilità: l’80% dei suoi componenti sono “commercial off-the-shelf” (COTS), ovvero pezzi standard che si trovano anche su veicoli civili come lo Chevrolet Colorado.
Questo approccio semplifica enormemente la manutenzione e le riparazioni. La possibilità di utilizzare ricambi facilmente reperibili riduce i tempi di fermo e i costi, permettendo ai meccanici dell’esercito di effettuare le riparazioni direttamente sul campo.
L’ISV non è solo un semplice veicolo, ma un simbolo della trasformazione che sta vivendo l’esercito americano, che si adatta a un futuro dove la velocità e l’agilità sono determinanti per la sopravvivenza.






