Armi nucleari in Italia: storia, NATO e rischi attuali

CONDORALEXCONDORALEXGeopolitica3 mesi fa141 Visualizzazioni

Il 2 maggio 1975 l’Italia ha sottoscritto il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP), impegnandosi a non ricevere, possedere o controllare armi nucleari. Eppure, secondo stime non ufficiali, nel nostro Paese sarebbero oggi stoccate tra le 70 e le 90 bombe nucleari B61 statunitensi, distribuite tra le basi di Aviano (Pordenone) e Ghedi (Brescia).
Un sondaggio Ipsos, seppur datato, mostrava che l’80% degli italiani è contrario alla presenza di testate atomiche sul territorio nazionale. La questione, tuttavia, non è mai stata oggetto di un vero dibattito pubblico, restando confinata a decisioni politico-militari prese a porte chiuse.

Armi nucleari in Italia: storia, segreti e rischi attuali - difesanews.com
Armi nucleari in Italia: storia, NATO e rischi attuali- difesanews.com

Dalla corsa all’atomo al ritiro dei Jupiter

Subito dopo la Seconda guerra mondiale, le Forze Armate italiane tentarono di sviluppare capacità nucleari proprie.

  • Anni ’50: vengono schierati missili tattici MGR-1 e MGR-5, seguiti da 90 missili Hercules con testate W31, tutti sotto controllo statunitense.
  • 1959: l’Italia ottiene dagli USA 30 missili balistici Jupiter a raggio intermedio, con sede operativa a Gioia del Colle e un sistema a “doppia chiave” che garantiva parziale controllo italiano.
  • 1962: la crisi di Cuba cambia tutto. L’accordo tra Kennedy e Krusciov per evitare la guerra nucleare prevede anche il ritiro dei Jupiter dall’Italia e dalla Turchia.

In risposta, Roma lanciò un programma autonomo che culminò nello sviluppo del missile balistico Alfa e nella conversione dell’incrociatore Giuseppe Garibaldi per impieghi nucleari. Il primo test dell’Alfa, nel 1976 a Salto di Quirra, fu un successo tecnico, ma il progetto si chiuse l’anno dopo la firma del TNP.

Il “nuclear sharing” della NATO oggi

La presenza di bombe atomiche in Italia rientra nel programma NATO di condivisione nucleare (nuclear sharing), in cui:

  • Gli Stati Uniti forniscono e mantengono gli ordigni.
  • Il Paese ospitante mette a disposizione velivoli e personale addestrato per il loro impiego in caso di conflitto.

A Ghedi, i Tornado italiani (e in futuro gli F-35) sono certificati per trasportare le B61. Qui l’operatività è gestita in coordinamento con la NATO.
Ad Aviano, invece, gli ordigni sono sotto pieno controllo USA e imbarcati sui caccia F-16 americani, anch’essi in fase di sostituzione con F-35.

Le B61 Mod.3 e Mod.4 sono bombe a caduta libera con potenza regolabile fino a 45-60 kilotoni, destinate a impieghi tattici e strategici. La loro presenza, confermata da fonti specializzate ma mai ufficialmente riconosciuta dal governo italiano, rende le due basi obiettivi primari in caso di conflitto nucleare.

Armi nucleari in Italia: storia, segreti e rischi attuali - difesanews.com
Armi nucleari in Italia: storia, NATO e rischi attuali- difesanews.com

La politica nucleare della NATO

Secondo il documento ufficiale NATO’s nuclear deterrence policy and forces (aggiornato al 24 giugno 2025), le armi nucleari restano «un elemento fondamentale delle capacità complessive dell’Alleanza per la deterrenza e la difesa, accanto alle forze convenzionali e di difesa missilistica».

La NATO sottolinea che:

  • Scopo primario: preservare la pace, prevenire coercizioni e scoraggiare aggressioni.
  • Condizione: finché esisteranno armi nucleari, la NATO rimarrà un’alleanza nucleare.
  • Postura di deterrenza: basata su un mix appropriato di capacità nucleari, convenzionali e di difesa missilistica, integrate da capacità spaziali e cibernetiche.
  • Controllo politico: le decisioni restano sotto stretta supervisione dei capi di Stato e di governo, attraverso il Nuclear Planning Group.

Il documento ribadisce anche l’importanza della “partecipazione più ampia possibile” degli Alleati nei programmi di condivisione nucleare, proprio come avviene in Italia.

Armi nucleari in Italia: storia, NATO e rischi attuali - difesanews.com
Armi nucleari in Italia: storia, NATO e rischi attuali – difesanews.com

Rischi e implicazioni per l’Italia

La collocazione delle B61 ad Aviano e Ghedi ha implicazioni significative:

  • Obiettivo prioritario: in caso di escalation nucleare, queste basi sarebbero tra i primi bersagli.
  • Limitata sovranità: l’Italia non ha il controllo diretto sull’uso degli ordigni.
  • Contrasto con l’opinione pubblica: la maggioranza dei cittadini si oppone alla loro presenza.

Nel contesto delle tensioni con la Russia e della guerra in Ucraina, il presidente Vladimir Putin ha più volte evocato la minaccia nucleare. La NATO, dal canto suo, ribadisce l’impegno a mantenere la credibilità della propria deterrenza, modernizzando i sistemi e migliorando la prontezza operativa anche contro minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari.

Conclusione

La storia delle armi nucleari in Italia intreccia ambizioni nazionali, decisioni geopolitiche e la strategia nucleare collettiva della NATO. Oggi, ufficialmente Paese non nucleare, l’Italia è parte di un sistema di deterrenza che la colloca al centro di equilibri strategici globali, con tutti i rischi e le responsabilità che questo comporta.

Armi nucleari in Italia: storia, NATO e rischi attuali - DEFENSANEWS.COM - Noticias defensa y seguridad
Scarica PDF
831 articoli pubblicati
Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

Lascia un commento

Resta aggiornato

Iscriviti alla newsletter di DIFESA NEWS e ricevi le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

ISCRIVITI AL CANALE
ISCRIVITI AL CANALE
Caricamento del prossimo post...
SEGUICI
Barra laterale Cerca Tendenze
Più letti
Caricamento

Accesso in 3 secondi...

Registrazione in 3 secondi...

Resta aggiornato

Iscriviti alla newsletter DIFESA NEWS e ricevi le ultime notizie direttamente nella tua casella email.