Nelle campagne toscane, nei pressi della zona di lancio di Altopascio (Lucca), si è conclusa nei giorni scorsi l’esercitazione pluriarma “Giant Leap 2025”, che ha visto impegnati i reparti della Brigata Paracadutisti Folgore in uno scenario di combattimento ad altissima intensità, ispirato ai conflitti contemporanei.
Protagonisti dell’attività sono stati i paracadutisti del 187° Reggimento “Folgore”, supportati dall’8° Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti e dal Reggimento Logistico Folgore. L’obiettivo: mettere alla prova la capacità di condurre operazioni di forzamento e trafilamento di ostacoli passivi e attivi — come campi minati, trincee e fortificazioni — in un contesto di guerra convenzionale evoluta, ma contaminata dalle nuove minacce tecnologiche.
L’esercitazione ha rappresentato la fase conclusiva di un ciclo addestrativo complesso, concepito per restituire ai reparti paracadutisti quella consapevolezza tattica che la guerra moderna richiede. L’idea non era solo quella di esercitare procedure e coordinamento, ma anche di allenare la mente del soldato a operare sotto pressione, in un contesto reso complesso dal costante impiego di droni e armi di precisione.
Il tutto con un principio guida: simulare il massimo realismo. Non a caso, la “Giant Leap 2025” ha riproposto tecniche, tattiche e procedure tipiche dei conflitti in corso sullo scenario globale, dove la linea di separazione tra difesa e offesa, tra guerra di posizione e manovra dinamica, è sempre più sottile.
La scelta di addestrarsi alla guerra di trincea non è casuale né nostalgica: rappresenta un ritorno strategico a una dimensione che, dopo decenni di guerre asimmetriche, torna oggi drammaticamente attuale.
Le immagini provenienti dai fronti dell’Est Europa e del Medio Oriente hanno riportato al centro la trincea come elemento tattico e psicologico: un luogo di resistenza, ma anche di vulnerabilità estrema. Per questo motivo la Folgore — tradizionalmente proiettata verso operazioni aviolanciate e di manovra — ha voluto confrontarsi con scenari di guerra statica, nei quali la sopravvivenza e l’efficacia dipendono dalla capacità di muoversi, osservare e reagire in tempi minimi.
Durante la “Giant Leap 2025”, i paracadutisti del 187° Reggimento hanno affrontato un caposaldo di plotone protetto da trincee e ostacoli multipli, in una sequenza che ha riprodotto il realismo di uno scontro simmetrico.
La manovra offensiva è stata preceduta da ricognizioni tattiche condotte con droni quadricotteri, mezzi ormai essenziali per il controllo del campo di battaglia e la raccolta di informazioni. Successivamente, è seguita la fase di forzamento: l’apertura di varchi nei reticolati e nei campi minati grazie all’impiego di cariche esplosive, il tutto sotto un massiccio volume di fuoco simulato.

L’obiettivo era duplice: da un lato, consolidare la cooperazione tra fanteria, genio e logistica; dall’altro, misurare il fattore umano, cioè la capacità dei soldati di mantenere lucidità, coordinamento e spirito offensivo in condizioni estreme.
Il realismo del contesto, unito alla pressione cognitiva e fisica dell’azione, ha reso l’attività non solo un esercizio tecnico, ma anche una lezione di resilienza militare.
Come ha sottolineato il comando della brigata, la dimensione cognitiva è ormai una componente decisiva dell’addestramento moderno: riconoscere, comprendere e reagire a una minaccia in evoluzione è oggi tanto importante quanto l’abilità nel maneggiare un’arma o muoversi sul terreno.
Il Generale di Brigata Federico Bernacca, comandante della Folgore, ha assistito personalmente alle fasi centrali dell’esercitazione, complimentandosi con il personale per la qualità dell’impegno e dei risultati ottenuti.
Nelle sue parole si riflette la filosofia operativa della Brigata: “Questo tipo di addestramento rappresenta uno dei pilastri della preparazione del paracadutista, che deve essere pronto a operare in ogni momento e in qualsiasi contesto, anche là dove i principi della guerra convenzionale si fondono con la continua minaccia tecnologica”.

La Folgore, erede di una lunga tradizione di coraggio e professionalità, continua a distinguersi per la capacità di coniugare spirito combattivo e innovazione.
L’addestramento condotto in Toscana conferma come le Forze Armate italiane siano oggi impegnate in un processo di modernizzazione mentale e tecnica, volto a preparare i propri uomini e donne a operare in scenari in cui la superiorità tecnologica dell’avversario può essere bilanciata solo da disciplina, adattabilità e coordinamento interforze.
La “Giant Leap 2025” non è dunque solo un’esercitazione, ma una dichiarazione di metodo: affrontare il futuro con la consapevolezza che la guerra cambia, ma il valore del soldato resta immutato.
E se oggi la trincea torna a essere simbolo di difesa e sacrificio, la Folgore dimostra ancora una volta che anche nelle sfide del XXI secolo, il salto più grande resta quello del coraggio.






