Il 101st Airborne Division (Air Assault) dell’Esercito USA ha presentato ABE 1.01, l’Attritable Battlefield Enabler: un piccolo drone modulare, assemblato interamente a Fort Campbell con componentistica nazionale, pensato per essere costruito dai soldati in meno di 20 minuti e a costi estremamente contenuti (circa 750 USD per unità). Questa soluzione — già mostrata in più servizi e photo-report — sintetizza due tendenze chiare: decentralizzare la produzione logistica e portare capacità di ISR e, potenzialmente, effetti cinetici, direttamente nelle mani della singola unità.
ABE 1.01 è pensata come piattaforma «attritable» — ovvero economica e non necessariamente recuperabile — con un telaio modulare che consente riparazioni veloci e configurazioni mission-specifiche. Il tempo dichiarato per l’assemblaggio è di circa 20 minuti, il che rende il sistema appetibile per unità in dispersione o per scenari dove la catena logistica tradizionale è vulnerabile. Il prezzo unitario riportato (≈ 750 USD) è una frazione dei droni commerciali con capacità simili citati nei media (stimati mediamente attorno ai 2.400 USD).
Secondo le fonti ufficiali, i componenti sono statunitensi e sono stati acquisiti nell’ambito del quadro “Blue UAS” del Defense Innovation Unit, che punta a fornire al Pentagono opzioni affidabili e conformi alle restrizioni normative (NDAA/Blue UAS). La produzione «in-house» a Fort Campbell e il coinvolgimento diretto dei reparti (progettazione, assemblaggio, addestramento) indicano una volontà di accelerare il ciclo innovativo: prototipo → test → distribuzione tattica senza passare esclusivamente per i tradizionali appalti industriali.
Al momento ABE 1.01 è ottimizzato per ricognizione e sorveglianza, ma il RAID (Robotics and Autonomous Integration Directorate) del 101st ha già annunciato l’intenzione di sottoporre la piattaforma a valutazione per capacità letali, fino alla possibilità di trasportare carichi esplosivi come C4. Questa prospettiva apre — come è ovvio — un grande dibattito politico e legale sull’uso di sistemi non convenzionali a livello di unità: dalla responsabilità dell’operatore alla regola d’ingaggio, fino alle implicazioni per il diritto internazionale umanitario.

Per creare operatori capaci di impiegare e mantenere ABE 1.01, il RAID ha lanciato la Purpose Built Attritable System Academy a Fort Campbell: un corso di otto giorni (40 ore) mirato a dare competenze pratiche su impiego, controllo e manutenzione del sistema. L’approccio formativo sottolinea la scelta di non relegare l’UAS agli specialisti drone, ma di distribuirne la competenza tra gli effettivi che operano sul terreno, favorendo l’integrazione nell’unità.
La scelta di produrre internamente droni a basso costo ha diversi effetti pratici:
Il programma ABE 1.01 mostra come l’innovazione militare stia virando verso soluzioni economicamente scalabili e integrate a livello di unità. Per la Difesa italiana — e per reparti come la Brigata Folgore — i punti chiave da tenere d’occhio sono:
ABE 1.01 è un esempio plastico di come i grandi eserciti stiano democratizzando l’accesso alla tecnologia aerea tattica: piccolo, economico, assemblabile in pochi minuti e con potenziali sviluppi letali. Questo modello rimescola logistica, addestramento e produzione: non è mera sperimentazione, ma un laboratorio operativo che altri eserciti (compresa l’Italia) non potranno ignorare nel ripensare dotazioni, procedure e filiere industriali.

ABE: Il Drone della 101st Airborne Division assemblato in 20' dai Soldati
Fonte: https://nextgendefense.com/us-army-tactical-drone/
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