Nel nuovo episodio di State Sicuri, il video podcast di Adnkronos dedicato al tema della sicurezza, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, ha offerto una riflessione a tutto campo sui grandi scenari internazionali e sulla trasformazione delle Forze Armate italiane.
Dalla minaccia dei droni alla sfida dell’intelligenza artificiale, fino al rapporto con l’industria della difesa, Masiello ha delineato un percorso chiaro: l’Esercito deve diventare sempre più tecnologico, operativo e vicino ai cittadini.
Secondo il generale, l’attuale contesto internazionale è segnato da conflitti convenzionali e da nuove forme di guerra. Ucraina e Medio Oriente rappresentano i teatri più vicini, ma le tensioni toccano ogni angolo del globo: dall’Indo-Pacifico all’Africa, dall’Artico all’Europa orientale.
“In Ucraina convivono tre guerre: quella delle trincee, che pensavamo superata; quella tecnologica, con l’impiego massiccio di droni; e quella cognitiva, la più insidiosa, che entra nelle case e influenza opinioni pubbliche e politica”.
Proprio la guerra cognitiva, osserva Masiello, è la sfida che riguarda tutti: la battaglia per le menti e per la resilienza collettiva delle società occidentali.

Uno dei punti centrali dell’intervento è stato il rapporto tra cittadini e difesa nazionale. Masiello ha sottolineato come solo un italiano su cinque oggi si dichiari disposto a combattere per il Paese.
“La difesa della patria è sacro dovere di ogni cittadino – ha ricordato citando la Costituzione – e se l’Italia dovesse trovarsi in guerra, non sarebbe solo l’Esercito a combattere, ma l’intera nazione”.
Il conflitto in Ucraina ha riportato l’Esercito a confrontarsi con scenari convenzionali: carri armati, artiglieria, elicotteri armati e difesa contraerea tornano al centro dell’addestramento. Ma la trasformazione, insiste il generale, è prima di tutto culturale: “L’Esercito deve essere tecnologico o non è. Non possiamo più permetterci di restare indietro”.
Per stimolare il cambiamento, Masiello ha introdotto iniziative come “meno burocrazia”, “distanza zero” e gli incontri “un caffè col capo”, strumenti per ascoltare i soldati, ridurre le distanze gerarchiche e favorire la nascita di idee innovative.
Grande attenzione è rivolta all’intelligenza artificiale, ormai integrata nei sistemi di comando e controllo, nelle scuole di formazione e persino nei sistemi d’arma: “L’AI salva vite, perché un robot può sostituire un soldato in compiti ad alto rischio”.
Il tema dei droni resta però il più urgente: “La tecnologia cambia ogni pochi mesi, e l’unico modo per contrastare i droni è con altri droni. Sarà una lotta fra robot, supportata da guerra elettronica, missili e mitragliere. Per questo stiamo formando un gran numero di operatori”.

Infine, il Capo di Stato Maggiore ha evidenziato la collaborazione sempre più stretta con l’industria nazionale: “Non c’è più una barriera tra noi e loro. Definiamo requisiti, lavoriamo insieme, parliamo la stessa lingua”.
Esempi concreti sono il nuovo fucile in dotazione e il prossimo elicottero d’attacco, frutti di un dialogo costante e di una sinergia che, secondo Masiello, “è indispensabile per rispondere alle sfide del futuro e che altri Paesi guardano con interesse”.
Il messaggio finale del generale è chiaro: l’Esercito deve essere non solo una forza armata, ma “una forza amata dagli italiani”, capace di rappresentare una risorsa condivisa per l’intera collettività.

Generale Masiello: “Un Esercito tecnologico, operativo e amato dagli italiani”






