Il nuovo carro armato dell’esercito britannico ha completato le prove iniziali sul campo: quasi 800 chilometri percorsi tra strada e fuoristrada. Entro il 2030 saranno consegnati 148 esemplari, frutto di un programma da 800 milioni di sterline che coinvolge centinaia di imprese e posti di lavoro nel Regno Unito.
Il programma di ammodernamento dei carri armati dell’esercito britannico ha segnato una tappa fondamentale con i primi test di mobilità del Challenger 3, presentati in occasione del DSEI 2025. Rheinmetall BAE Systems Land (RBSL) ha infatti annunciato che i veicoli di pre-serie, costruiti nello stabilimento di Telford, hanno completato con successo le prove iniziali sul campo, percorrendo quasi 800 chilometri tra strade e terreni fuoristrada.
L’obiettivo principale di questa fase era verificare il comportamento del carro in termini di rumore e vibrazioni, analizzando al contempo l’interfaccia con l’equipaggio e gli effetti sulle munizioni trasportate. Si tratta di dati preziosi, che consentiranno agli ingegneri di ridurre i rischi e ottimizzare la piattaforma prima dell’avvio della produzione di serie. RBSL utilizzerà inoltre queste informazioni per alimentare il Turret Test Rig di Telford, un impianto all’avanguardia capace di simulare missioni realistiche e di supportare i test di affidabilità a partire dal 2026.

Il programma Challenger 3 non parte da zero: nel 2024 erano già stati completati con successo i test di tiro senza equipaggio. Le prove più recenti, invece, hanno incluso anche esercitazioni per l’evacuazione dell’equipaggio, la riduzione della sezione radar e la valutazione dei sistemi di visione indiretta. Il passo successivo sarà quello di affrontare i test di tiro con equipaggio, una fase cruciale per certificare la sicurezza operativa del veicolo e validare lo sviluppo delle armi. Tutto questo porterà, al termine della fase dimostrativa, al System Qualification Review, che definirà lo standard di produzione finale.
Il programma, dal valore complessivo di circa 800 milioni di sterline, prevede la consegna di 148 esemplari di Challenger 3 entro il 2030. Oltre all’aspetto tecnologico, l’iniziativa rappresenta anche un importante investimento industriale: 40 milioni di sterline sono stati destinati allo stabilimento di Telford e circa 750 posti di lavoro, diretti e indiretti, sono stati creati nel Regno Unito attraverso una filiera che coinvolge soprattutto piccole e medie imprese distribuite in tutto il Paese.
Dal punto di vista tecnico, il Challenger 3 introduce una nuova corazza modulare che ne accresce la capacità di sopravvivenza sul campo di battaglia e consolida il processo di modernizzazione delle forze terrestri britanniche. Secondo i responsabili del programma, si tratta di un carro destinato a garantire non solo maggiore protezione e letalità, ma anche una migliore affidabilità e un comfort superiore per l’equipaggio, elementi essenziali nelle operazioni prolungate.
Il percorso resta tuttavia complesso. Le vibrazioni e i loro effetti sulle munizioni, ad esempio, costituiscono una variabile critica da monitorare con attenzione. I prossimi test con equipaggio saranno quindi determinanti per dimostrare che il Challenger 3 non è soltanto un progetto tecnologico promettente, ma un sistema d’arma realmente pronto a operare sul campo. Se la tabella di marcia sarà rispettata, entro la fine del decennio l’esercito britannico potrà contare su uno dei carri armati più moderni d’Europa.

DSEI 2025: il Challenger 3 segna una pietra miliare con i primi test di mobilità






