Favole russe: i miti di Putin per giustificare la guerra in Ucraina

CONDORALEXCONDORALEXInternazionaliGeopolitica3 mesi fa215 Visualizzazioni

Da anni Vladimir Putin insiste su una narrazione storica che fonde mito, leggenda e propaganda politica. La sua idea di “Grande Russia” comprende Ucraina, Bielorussia e gran parte dell’Europa orientale, una visione che non nasce da una reale volontà di fratellanza, ma da un progetto di russificazione e di cancellazione delle identità nazionali. Secondo lo storico Timothy Snyder, Putin ha trasformato le cronache medievali in strumenti di legittimazione per la guerra, in una miscela esplosiva di falsificazione storica e propaganda post-verità.

Il mito di Rørek e la manipolazione del passato

Uno degli esempi più emblematici è quello della “Cronaca degli anni passati”, opera del XII secolo che racconta le origini della Rus’ di Kyjiv, il più antico Stato slavo orientale. In questo testo compare la figura del danese Rørek, mitico fondatore della dinastia russa.

Per Putin, questa leggenda dimostrerebbe l’unità “naturale” tra Russia e Ucraina. Ma gli storici, Snyder in primis, sottolineano l’infondatezza del mito: è improbabile che Rørek sia mai stato nell’attuale Ucraina e, in ogni caso, la Rus’ di Kyjiv non è mai stata “Russia”, ma un’entità statuale distinta, che abbracciava territori oggi ucraini, bielorussi e russi.

Favole russe: i miti di Putin per giustificare la guerra in Ucraina
Favole russe: i miti di Putin per giustificare la guerra in Ucraina

Putin tuttavia utilizza questo riferimento come un’arma politica. Come se la Romania, prendendo il nome dall’antica Roma, rivendicasse oggi l’Italia, o la Francia invadesse il Belgio sulla base della memoria carolingia. È una manipolazione già vista nella storia: i dittatori riscrivono il passato per giustificare il presente.

Totalitarismo e post-verità: il metodo Putin

Snyder collega questa riscrittura del passato al totalitarismo descritto da Hannah Arendt: credere in qualcosa di irreale e trasformarlo in realtà attraverso la violenza. Così il mito medievale diventa pretesto per bombardamenti, torture, deportazioni e crimini di guerra.

Ma la narrazione di Putin non si ferma al Medioevo. Alla mistificazione storica si affianca la propaganda post-verità. Già nel 2014, con l’invasione della Crimea, il Cremlino utilizzò strategie ibride: occultare la realtà, manipolare i social media, diffondere disinformazione. Vladislav Surkov, allora consigliere di Putin, fu l’architetto di questo modello, in cui la favola storica si salda con la manipolazione digitale.

Le conseguenze furono globali: una risposta debole dell’amministrazione Obama, la Brexit, l’elezione di Donald Trump. Tutti eventi che hanno favorito la strategia russa, proiettando il Cremlino in una posizione di vantaggio psicologico e diplomatico rispetto agli Stati Uniti e all’Occidente.

Favole russe: i miti di Putin per giustificare la guerra in Ucraina
Favole russe: i miti di Putin per giustificare la guerra in Ucraina

Conclusione: le vittime dimenticate

La propaganda del Cremlino ha trasformato un racconto medievale in giustificazione per un’invasione contemporanea. La post-verità ha permesso di negare l’evidenza, costruendo consenso interno e confusione all’estero.

Chi paga il prezzo più alto sono gli ucraini: città bombardate, civili deportati, bambini rapiti, un popolo costretto a difendere non solo il proprio territorio ma la propria identità, minacciata da una guerra fondata su un mito.

Putin ha trasformato la storia in un’arma. Snyder avverte: finché il mondo accetterà questa mistificazione, la Russia continuerà a usare leggende e menzogne per giustificare i suoi crimini, trascinando intere nazioni in una guerra che nasce dall’inganno.

Favole russe: i miti di Putin per giustificare la guerra in Ucraina

Fonte: https://www.ft.com/content/97312cf6-127d-411e-9690-a22e4396e2d0

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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