Negli scenari moderni della guerra in Ucraina, la Russia continua a introdurre sistemi a pilotaggio remoto che puntano a colmare i divari tecnologici con l’Occidente. Tra questi, uno dei più discussi è lo Skat-350M, un UAV leggero da ricognizione che sta attirando l’attenzione per le sue caratteristiche avanzate e, in parte, inedite.
Lo Skat-350M adotta una configurazione ad ala volante, insolita per la sua categoria, che ne migliora l’aerodinamica e lo rende meno vulnerabile a danni strutturali. Con un’apertura alare di circa 3,2 metri e un peso di poco più di 14 kg, è un sistema agile e difficile da intercettare, soprattutto considerando l’atterraggio tramite paracadute, che riduce i rischi di distruzione in fase di recupero.
Il drone è in grado di rimanere in volo fino a quattro ore e di essere rimesso in operazione in tempi rapidissimi: bastano pochi minuti per il dispiegamento e appena 5 secondi per il ri-lancio da parte delle squadre a terra. Una caratteristica che consente alle unità russe di mantenere una copertura persistente su aree sensibili, rendendo più complesso il lavoro delle difese ucraine.
Uno degli aspetti più inquietanti riguarda la resistenza del sistema alle guerre elettroniche: lo Skat-350M può cambiare frequenza in volo e dispone di 32 canali di trasmissione, riducendo l’efficacia delle contromisure occidentali. A questo si aggiungono i nuovi sensori anti-FPV, progettati per rilevare droni kamikaze in avvicinamento e compiere manovre evasive automatiche: una capacità che lo rende un bersaglio molto più difficile da neutralizzare.
Dotato di sensori ottici e infrarossi stabilizzati, il drone può individuare bersagli di giorno e di notte, trasmettendo immagini in tempo reale a distanze fino a 100 chilometri. Già in Ucraina ha dimostrato la capacità di identificare lanciarazzi e convogli logistici, fungendo da “occhio nel cielo” per l’artiglieria russa. È proprio questo aspetto – la rapidità con cui fornisce coordinate precise per il fuoco – a destare la maggiore preoccupazione negli ambienti militari occidentali.
Il Skat-350M non rappresenta un’arma rivoluzionaria, ma è la somma di soluzioni pratiche ed efficaci che lo rendono una minaccia concreta sul campo. Resistente, adattabile e sempre più difficile da neutralizzare, è un segnale della volontà di Mosca di investire nella guerra dei droni come strumento centrale della propria strategia.
Per la NATO, questo significa confrontarsi con un avversario che, pur partendo spesso da piattaforme relativamente semplici, è in grado di adattarle e rafforzarle fino a renderle strumenti temibili e in grado di cambiare l’equilibrio tattico.

Skat-350M: il nuovo drone russo che incute timore sul campo di battaglia






