Un Figlio di Sardegna, il Comandante Giuseppe Lai al comando dell’Amerigo Vespucci

CONDORALEXCONDORALEXMarina3 mesi fa266 Visualizzazioni

Da oltre novant’anni solca i mari con la grazia di una regina del mare, portando ovunque l’immagine dell’Italia: l’Amerigo Vespucci, il veliero-scuola della Marina Militare, è unanimemente riconosciuto come la nave più bella del mondo. Un titolo che non è frutto di retorica patriottica, ma di un riconoscimento internazionale: nel 1962, la portaerei americana Independence si trovò al suo fianco e via radio lanciò un messaggio che è passato alla storia – “Siete la nave più bella del mondo”. Sessant’anni più tardi, nel 2022, la scena si ripeté con un’altra unità statunitense, segno che lo splendore di questo veliero non conosce il logorio del tempo.

Varato nel 1931 al Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia, il Vespucci misura 101 metri di lunghezza e quasi 16 di larghezza, con tre maestosi alberi verticali, 24 vele in canapa per oltre 2.600 metri quadrati di superficie velica e 36 chilometri di cime. Un equipaggio di circa 470 persone mantiene viva la tradizione marinaresca a bordo di questa “ambasciata galleggiante”, che unisce l’eleganza d’altri tempi alla funzione formativa per i cadetti della Marina.

Il fascino del Vespucci non si limita all’estetica: ogni suo viaggio diventa un’occasione di incontro e di diplomazia culturale, una testimonianza vivente del legame fra l’Italia e il mare. E oggi, al timone di questo mito vivente, c’è un sardo: Giuseppe Lai, originario di Ozieri, che dal 2023 ne è il 125° comandante.

La carriera di un comandante

Classe 1975, il Comandante Lai ha seguito il percorso tipico di ogni ufficiale della Marina Militare: un concorso pubblico e l’ingresso in Accademia Navale a Livorno, nel 1994, subito dopo la maturità scientifica. La passione per il mare era nata molto prima, durante le estati trascorse a San Teodoro, dove da bambino osservava incantato le navi sparire all’orizzonte. Quel richiamo all’avventura e alla scoperta divenne presto vocazione.

In trent’anni di carriera, il Comandante Lai ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità, fino ad approdare al comando del veliero più iconico del mondo. «Il mio sogno era girare il mondo da ufficiale di Marina – racconta – e con il Vespucci sto realizzando un desiderio che unisce la dimensione professionale a quella personale. Tornare al mio primo imbarco, questa volta da comandante, è un onore che va oltre ogni aspettativa».

L'Amerigo Vespucci e il Comandante Giuseppe Lai: dal sogno d’infanzia al comando

Non indica un unico maestro di vita o di mare: «Ho imparato da tutti – spiega – ufficiali, sottufficiali e marinai semplici. Anche le esperienze negative ti insegnano molto: capire cosa non bisogna fare è spesso altrettanto utile degli esempi positivi».

Il legame con la Sardegna resta forte. Le radici familiari a Lula, la spiaggia de La Cinta che evoca i ricordi d’infanzia, i venti marinai e ufficiali sardi oggi presenti a bordo: tutti elementi che rinsaldano l’identità del comandante, capace di trasformare le proprie origini in un punto di forza. «A volte basta condividere un bicchiere di mirto – racconta sorridendo – per rafforzare lo spirito di equipaggio».

Il Vespucci tra tradizione e futuro

Il compito dell’Amerigo Vespucci non è quello della guerra, bensì della formazione e della rappresentanza. È qui che i cadetti apprendono la dura vita di bordo, la disciplina, la gestione delle persone e i valori fondanti della Marina. Ogni viaggio è anche un messaggio di pace: il veliero accoglie rappresentanti istituzionali, scolaresche e visitatori di ogni nazionalità, diventando strumento di diplomazia navale e culturale.

Il Comandante Lai insiste sull’importanza di avvicinare i giovani al mare: «L’Italia ha ottomila chilometri di coste, ma spesso non ne percepisce il valore. Le scuole e le associazioni dovrebbero educare al rispetto e alla conoscenza dell’ambiente marino. Il giro del mondo del Vespucci ha risvegliato curiosità ed entusiasmo tra i ragazzi: un’occasione che non va sprecata».

L'Amerigo Vespucci e il Comandante Giuseppe Lai: dal sogno d’infanzia al comando

Non manca l’attenzione al tema ambientale. Durante le lunghe traversate, l’equipaggio non ha incontrato le famigerate “isole di plastica”, ma piuttosto tratti di mare incontaminato e ricchi di vita: delfini, balene, tartarughe, pinguini. «È prevalso l’aspetto positivo della natura – spiega il comandante – e questo ci dà speranza: il mare ha ancora la forza e la bellezza per raccontarsi».

Per il Comandante, l’esperienza al comando dell’Amerigo Vespucci rappresenta il coronamento di un percorso esistenziale: «Questa fu la mia prima nave, il mio primo imbarco, la mia prima esperienza all’estero. Qui ho imparato a navigare. Tornarci da comandante è un sogno che si realizza. Dopo un’avventura simile, è difficile immaginare qualcosa di più bello».

La storia del Comandante Giuseppe Lai intreccia l’identità sarda con la tradizione marinara italiana, rinnovando il mito dell’Amerigo Vespucci. Un veliero che non è soltanto una nave scuola, ma un simbolo di cultura, bellezza e speranza: l’Italia che viaggia sui mari del mondo con il vento in poppa e lo sguardo rivolto al futuro.

L'Amerigo Vespucci e il Comandante Giuseppe Lai: dal sogno d’infanzia al comando

Fonte: https://www.vistanet.it/cagliari/2025/08/23/giuseppe-lai-il-capitano-sardo-e-di-ozieri-il-125-comandante-del-vascello-amerigo-vespucci/

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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