In un’epoca segnata da conflitti ibridi, minacce nella «zona grigia» e scenari in cui politica e violenza si intrecciano, il soldato delle Forze Speciali non può limitarsi a essere soltanto un operatore bellico. Come argomenta David Maxwell in un saggio pubblicato su Small Wars Journal, il moderno operatore deve diventare un Guerriero Illuminato: un professionista che coniuga abilità tattiche, profondità strategica e rigore morale. Richiamando l’eredità dell’Illuminismo — da Locke a Kant fino ad autori moderni come Camus — Maxwell sostiene che i valori della ragione, del pensiero critico e della dignità umana non sono dottrine astratte, ma strumenti pratici e indispensabili nelle operazioni di guerra irregolare, non convenzionale e politica (David Maxwell, Small Wars Journal).
L’Illuminismo, l’«Età della Ragione», esaltava la capacità dell’individuo di pensare autonomamente. Kant definiva l’Illuminismo come «l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso», invitando a usare la propria ragione senza la guida di altri. Per l’operatore delle Forze Speciali questa autonomia intellettuale è cruciale: spesso si opera con informazioni incomplete, in ambienti ostili e con implicazioni politiche delicate. Maxwell, con la sua esperienza sul campo descritta su Small Wars Journal, sottolinea come la capacità di giudizio, la lucidità morale e la disponibilità a mettere in discussione assunti consolidati diventino qualità tattiche, non mere virtù filosofiche.

John Locke offre una cornice valutativa per l’impegno delle Forze Speciali a sostegno di movimenti di resistenza: il diritto all’autodeterminazione e la legittimità di opporsi a governi che violano il contratto sociale. Nel saggio comparato pubblicato da Maxwell su Small Wars Journal, questa idea viene collegata direttamente al motto De Oppresso Liber: il supporto a forze locali in lotta per la libertà può trovare giustificazione morale nella filosofia politica classica, purché l’intervento rispetti la volontà e la legittimità delle comunità coinvolte.
Kant, con il suo imperativo categorico — trattare ogni individuo come fine e mai come mezzo — impone un vincolo etico alle azioni militari. Maxwell insiste (come già evidenziato nel suo pezzo su Small Wars Journal) che anche in operazioni clandestine o cinetiche, comandanti e operatori devono valutare attentamente l’impatto umano delle loro scelte, evitando di strumentalizzare comunità o singoli per fini esclusivamente tattici. L’etica kantiana ricorda che l’efficacia non può annullare la dignità.
La guerra irregolare è essenzialmente umana: si gioca su narrazioni, legittimità politica e percezioni culturali. Qui il pensiero critico è arma strategica. Come osservava T.E. Lawrence, l’irregolarità è più intellettuale che fisica. Maxwell, nella sua analisi su Small Wars Journal, richiama Thomas Kuhn per spiegare l’importanza di riconoscere quando un paradigma operativo è superato: le Forze Speciali devono saper abbandonare modelli obsoleti, adattare pratiche e concepire soluzioni su misura per contesti specifici, riconoscendo l’incommensurabilità di opzioni apparentemente equivalenti (sovranità statale vs. diritti umani universali).
La tradizione della ius ad bellum e della ius in bello (Cicerone, Agostino) si integra con i principi illuministi per forgiare il «professionista silenzioso» delle Forze Speciali: prudente, giusto, coraggioso e temperato. La ragione dirige l’azione verso fini politici chiari e legittimi: la violenza è giustificata solo quando è l’ultima risorsa e mira a ristabilire pace e giustizia. Maxwell sottolinea, nel suo contributo su Small Wars Journal, che questo orientamento evita derive strumentali in cui le operazioni diventano finalità autonome e preserva il discrimine fondamentale tra combattenti e civili.

Le critiche postmoderne, che problematizzano le grandi narrazioni e le verità universali, non rendono obsoleto l’Illuminismo; al contrario, lo costringono a diventare più robusto. Maxwell osserva su Small Wars Journal che il confronto con posizioni relativiste stimola riflessione e argomentazione migliore: tutto ciò che sopravvive a una critica serrata acquisisce maggiore legittimità. Camus, pur riconoscendo l’assurdo, individua nella ribellione l’affermazione della dignità umana — principio che risuona con l’impegno di De Oppresso Liber: sostenere la libertà dei popoli senza imporre modelli estranei.
Le competizioni future saranno tanto cognitive quanto cinetiche. Guerra dell’informazione, campagne d’influenza e competizioni ideologiche si combattono con narrazioni argomentate e capacità analitiche. Pertanto la formazione delle Forze Speciali deve integrare studi filosofici, storia, etica pubblica e teoria politica con l’addestramento tecnico. Maxwell propone, nelle sue riflessioni raccolte su Small Wars Journal, l’idea di un moderno De Officiis — un codice di doveri che unisca Locke, Kant, Camus e una prudente concezione conservatrice — per fornire una bussola morale e intellettuale agli operatori, consentendo loro di discernere ciò che si deve fare da ciò che si può fare.
Il Guerriero Illuminato non è un ossimoro: è l’ideale operativo per chi affronta conflitti complessi e sfumati. Come David Maxwell argomenta su Small Wars Journal, in un mondo dove la forza bruta raramente produce stabilità duratura, la ragione, il pensiero critico, il rispetto della dignità umana e una solida formazione etica sono le leve che trasformano un operatore militare in un agente di pace legittimo. Le Forze Speciali che investono nell’intelletto e nell’etica non limitano la loro efficacia; la moltiplicano. Così il soldato del futuro potrà essere non soltanto il protettore del mondo libero, ma anche la testimonianza vivente dei suoi più alti valori — un punto ripetuto e ribadito dallo stesso Maxwell nel suo contributo pubblicato su Small Wars Journal.

Il Futuro delle Forze Speciali: Le Priorità - DIFESANEWS.COM - Notizie difesa, sicurezza e geopolitica
Fonte: https://smallwarsjournal.com/2025/08/18/enlightened-warrior-special-forces/
Scarica PDF





