USA: non solo FREMM per la Marina del futuro

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USA: non solo FREMM per la Marina del futuro

La decisione del segretario della Marina USA John Phelan di cancellare quattro delle sei fregate classe Constellation non è solo un fatto americano: tocca direttamente Fincantieri, l’industria navale italiana e la “famiglia” FREMM da cui il progetto deriva. Le Constellation nascono infatti come evoluzione della FREMM italo-francese, in particolare della variante italiana classe Bergamini, scelta come “parent design” nel programma FFG(X). L’idea era sfruttare una fregata già collaudata dalla Marina Militare, adattandola agli standard USA per ridurre tempi, rischi e costi. In realtà, le continue richieste di modifica di Washington – più sistemi, più margini di crescita, maggiori volumi – hanno trasformato quello che doveva essere un adattamento in un quasi nuovo progetto: più grande, più pesante, più complesso. Il risultato è stato un’escalation di costi e ritardi, fino al “cambio strategico” di Phelan: confermare solo le prime due unità e affossare le successive quattro, pur ribadendo la volontà di riorientare la cooperazione con Fincantieri su altri tipi di navi.

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Fincantieri tra Italia, Wisconsin e modello FREMM

Per Fincantieri, che tramite Marinette Marine ha investito massicciamente nei cantieri del Wisconsin e ha costruito la propria offerta proprio sulla base del successo FREMM, il ridimensionamento del programma è un colpo politico e industriale, ma non un addio. Gli investimenti negli Stati Uniti restano strategici e la US Navy continua a considerare il gruppo italiano un pilastro della propria base industriale, soprattutto per unità anfibie, rompighiaccio e piattaforme speciali. In parallelo, le FREMM italiane – grazie alla loro flessibilità multi-missione e a un equilibrio riuscito tra sensori, armamento e costi di gestione – continuano a essere un caso di scuola: sono operative in Mediterraneo, integrate nella NATO e vendute all’export a Paesi come Egitto e Indonesia. Il confronto tra il programma FREMM, gestito in Italia con una filiera relativamente compatta e tempi sotto controllo, e la complessa “americanizzazione” delle Constellation mette in luce una lezione per Washington: partire da un buon design non basta, se poi la macchina politico-burocratica snatura il progetto fino a renderlo ingestibile.

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Innovazione, Navier e le scelte strategiche per l’Italia

Sul fondo di questa vicenda c’è la grande sfida della supremazia marittima in un mondo in cui la Cina sforna navi a ritmi industriali e dove conta sempre di più la qualità tecnologica degli scafi. La “strategic shift” di Phelan, con meno fregate tradizionali e più attenzione a capacità davvero pronte al combattimento, si intreccia con la crescita di attori innovativi come la startup Navier, che lavora su idrofoil ibridi-elettrici e piattaforme dual-use per pattugliamento, sorveglianza e logistica avanzata. Qui l’Italia ha un interesse diretto: mettere a sistema l’esperienza di Fincantieri, il bagaglio FREMM e PPA, e un ecosistema di tecnologie navali emergenti, per proporsi come partner imprescindibile nei futuri programmi alleati. La lezione del caso Constellation è chiara: nessun programma estero è garantito per sempre, e la vera forza di un Paese marittimo sta nella capacità di progettare, costruire e aggiornare in casa piattaforme di riferimento, rendendosi al tempo stesso indispensabile nelle filiere internazionali e nelle scelte degli alleati.

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Fonte: https://www.axios.com/2025/12/03/secnav-phelan-constellation-frigate-canceled?utm_source=chatgpt.com

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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