
Crisi USA-Venezuela: due caccia F-18 statunitensi violano lo spazio aereo venezuelane. Tensione ai massimi livelli.
La tensione tra Stati Uniti e Venezuela compie un nuovo balzo in avanti. Martedì 9 dicembre, due caccia statunitensi F/A-18 Super Hornet, identificati dai nomi in codice RHINO11 (leader) e RHINO12 (gregario), hanno effettuato un’incursione nelle acque interne del Venezuela, superando non solo il limite territoriale delle 12 miglia nautiche, ma penetrando direttamente in un’area considerata parte integrante del territorio nazionale.
Un gesto che rappresenta una delle mosse più assertive compiute da Washington negli ultimi anni nei confronti del regime di Nicolás Maduro.
Secondo quanto rilevato da piattaforme di monitoraggio aereo come Flightradar24, i due F-18 hanno sorvolato le acque comprese tra gli stati di Zulia e Falcón, in un’area molto vicina a Maracaibo, tra la penisola di Paraguaná e la Península de La Guajira.
I caccia hanno compiuto diversi circuiti sulla zona prima di dirigersi verso nord e, secondo le tracce disponibili, avrebbero spento i transponder poco dopo l’uscita, riducendo così la possibilità di tracciamento da parte dei sistemi di sorveglianza venezuelani. Sono entrati alle 13:00 ora locale, corrispondenti alle 18:00 in Italia (17:00 UTC), e sono rimasti all’interno del territorio venezuelano per oltre mezz’ora, effettuando più giri nella stessa area prima di allontanarsi.
Analisti interpellati dall’emittente colombiano NTN24 hanno sottolineato come, fino a oggi, i velivoli statunitensi avessero rispettato il limite delle acque territoriali, mantenendosi prevalentemente su acque internazionali.
L’operazione del 9 dicembre segna un cambiamento netto: per la prima volta gli Stati Uniti hanno effettuato un’azione che configura una vera e propria penetrazione congiunta nello spazio aereo e nelle acque interne venezuelane, considerate parte integrante del territorio sovrano.
Un salto qualitativo che potrebbe avere un impatto significativo sulle dinamiche diplomatiche e militari tra Washington e Caracas.
Il sorvolo si è verificato nelle immediate vicinanze della base navale “Rafael Urdaneta”, la più importante installazione della Marina venezuelana nello stato Zulia, e del comando della Regione Strategica di Difesa Integrale Occidentale.
L’area è altamente sensibile dal punto di vista militare e ospita:
La scelta del punto di ingresso, pertanto, appare tutt’altro che casuale.
L’incursione dei Super Hornet è stata preceduta dall’avvistamento, da parte delle stesse piattaforme di monitoraggio, di un drone statunitense MQ-4C Triton, uno dei sistemi ISR più avanzati al mondo.
Realizzato dalla Northrop Grumman, il Triton è progettato per:
Si ritiene che, durante il suo passaggio, il drone abbia svolto attività di intercettazione telecomunicazioni e mappatura radar, fornendo un quadro informativo utile all’operazione successiva dei caccia.
Questa serie ravvicinata di movimenti aerei rappresenta un chiaro segnale della crescente pressione degli Stati Uniti sul regime di Nicolás Maduro, in un contesto internazionale sempre più critico nei confronti della situazione politica venezuelana.
La penetrazione nelle acque interne, un atto rarissimo nelle dinamiche USA-Venezuela, appare come un messaggio diretto: Washington intende alzare il livello di deterrenza e monitoraggio, mantenendo la capacità di sorvegliare e influenzare gli sviluppi nell’area caraibica.
La crisi, già acuita da tensioni regionali, pressioni diplomatiche e dispute territoriali, sembra dunque entrare in una nuova fase, più complessa e potenzialmente più instabile.

Crisi USA-Venezuela: due caccia F-18 statunitensi violano lo spazio aereo venezuelane. Tensione ai massimi livelli.






