Il 25 novembre 2025 ha segnato una nuova tappa nel percorso del Global Combat Air Programme (GCAP), l’ambizioso programma aerospaziale di sesta generazione sviluppato congiuntamente da Italia, Giappone e Regno Unito. Una videoconferenza tra il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Ministro della Difesa Shinjirō Koizumi e il Segretario di Stato per la Difesa John Healey ha consolidato il rinnovato impegno politico dei tre Paesi verso un progetto destinato a ridefinire la sicurezza aerea nel prossimo ventennio.
L’incontro, disteso nei toni ma incisivo nei contenuti, ha rafforzato l’idea del GCAP come piattaforma non solo militare, ma anche industriale, tecnologica e strategica. Il Ministro Crosetto ha sottolineato come il programma sia “fondamentale per generare capacità innovative, anche non tradizionalmente legate alla Difesa”, evidenziando il potenziale dual use delle tecnologie sviluppate. In una fase storica segnata da minacce ibride e competizione globale, tre democrazie avanzate scelgono di costruire insieme un sistema di superiorità aerospaziale che guarda al 2035 come a una soglia operativa concreta.
La videoconferenza è stata anche un momento politico cruciale: i tre Paesi sono infatti entrati nella fase finale della definizione del primo contratto internazionale, prossimo alla firma. Un’intesa che dovrà garantire equità industriale, sostenibilità economica e la sincronizzazione delle capacità operative delle rispettive Forze Armate. Il Ministro Crosetto ha parlato della necessità di “massimo sforzo” in vista dell’accordo, considerato come la rampa di lancio verso la progettazione definitiva del nuovo sistema da combattimento.
Al di là degli aspetti diplomatici, l’incontro del 25 novembre si colloca in un contesto geopolitico in cui Europa e Indo-Pacifico stanno rafforzando i propri legami strategici. Il GCAP è uno dei pochi programmi al mondo capaci di collegare tre aree chiave: l’Europa occidentale, il Pacifico settentrionale e il quadro transatlantico allargato.
Sul piano industriale, il progetto sta vivendo una metamorfosi organizzativa decisiva. Sono stati infatti attivati i due rami operativi previsti:

Questa architettura tripartita costruisce un ecosistema tecnologico capace di generare effetti di lungo periodo, aprendo la strada a sviluppi in campi come intelligenza artificiale, sensoristica avanzata, propulsione di nuova generazione e cyber-resilience. Il GCAP non punta solo alla creazione di un velivolo, ma alla costruzione di un vero “sistema di sistemi”, nodo intelligente per le missioni aeree e multidominio del futuro.
In questo scenario, l’Italia occupa una posizione strategica di rilievo. Leonardo rafforza la propria centralità nell’aerospazio globale, mentre la collaborazione con il Regno Unito e il coinvolgimento del Giappone espandono le prospettive tecnologiche e industriali del progetto, consolidando un asse capace di resistere alle oscillazioni geopolitiche del decennio.
L’obiettivo condiviso da Roma, Tokyo e Londra è chiaro: mettere in volo il primo velivolo GCAP entro il 2035. Una scadenza che non rappresenta un auspicio, ma un traguardo scandito da una roadmap già definita. Il primo contratto internazionale, ormai imminente, darà avvio alle attività concrete di progettazione, integrazione dei sistemi e sviluppo dei prototipi.

Il percorso non è privo di difficoltà: l’integrazione di culture industriali, normative e esigenze operative differenti richiede un impegno costante e coordinato. Ma il GCAP nasce proprio per affrontare un ambiente globale in cui tecnologia civile e militare, cyberspazio e spazio reale, sicurezza e competitività industriale si intrecciano in un unico campo di gioco.
Nei prossimi mesi, i tre Paesi dovranno garantire stabilità finanziaria, trasparenza operativa e la capacità di attrarre investimenti e competenze altamente specializzate. In parallelo, sarà determinante potenziare il dialogo con alleati e partner per rendere il GCAP un asset interoperabile con le principali architetture di difesa occidentali.
Nonostante la complessità tecnica del progetto, l’incontro del 25 novembre ha restituito un elemento essenziale: la consapevolezza condivisa che il GCAP sia un tassello di futuro, un passo decisivo verso una nuova stagione dell’aerospazio avanzato. Se il 2035 segnerà davvero il decollo del nuovo caccia di sesta generazione, sarà merito della determinazione espressa in questa fase preliminare, capace di trasformare un colloquio virtuale nel propulsore di un progetto concreto e strategico per la sicurezza internazionale.

Global Combat Air Programme: incontro tra Italia, Giappone e Regno Unito, Fonte Ministero della Difesa.






