La trasformazione dello strumento militare italiano verso il paradigma multi-dominio è ormai avviata. Il COVI, Comando Operativo di Vertice Interforze, è il fulcro per la pianificazione e la direzione delle operazioni nei cinque domini e nelle esercitazioni interforze. Tuttavia, a differenza della NATO, l’Italia non dispone di un Joint Warfare Centre nazionale che consenta al COVI di esercitarsi in modo continuativo come vero joint warfighting command, cioè un comando chiamato a condurre operazioni complesse ad alta intensità.
In ambito alleato il modello è rappresentato dal Joint Warfare Centre di Stavanger e dal Joint Force Training Centre di Bydgoszcz. Il primo è il riferimento per l’addestramento operativo e strategico della NATO e per lo sviluppo della guerra congiunta; il secondo è un hub flessibile con il motto “Transformation Through Training”, dotato di infrastrutture CIS avanzate. Entrambi conducono grandi esercitazioni multi-dominio, integrano dottrina, concetti, sperimentazione e lessons learned e sono al centro del ciclo di trasformazione dell’Alleanza.
La NATO schiera oggi circa una ventina di comandi di Corpo d’armata e Divisione che richiedono addestramento periodico complesso: dai NATO Rapid Deployable Corps alle nuove divisioni multinazionali sui vari fronti dell’Alleanza. Questi comandi confluiscono regolarmente sul network JWC–JFTC per essere certificati ed esercitati, a dimostrazione di quanto sia essenziale disporre di poli dedicati alla warfighting readiness.

Nel contesto nazionale il riferimento principale è il NATO Rapid Deployable Corps – Italy di Solbiate Olona, comando multinazionale di corpo d’armata che si addestra a Stavanger nella serie di esercitazioni Steadfast, affinando la propria capacità di comando e controllo. Accanto ad esso si è affermata la Multinational Division South, evoluzione della Divisione “Vittorio Veneto” e oggi comando divisionale multinazionale NATO con sede a Firenze, destinato a guidare la componente terrestre sul fianco sud.
NRDC-ITA, MND-S e gli altri quartier generali alleati equivalenti costituiscono un bacino di comandi di livello Corpo e Divisione che nel loro ciclo di prontezza hanno bisogno di esercitazioni ripetute e realistiche. Oggi gran parte di questo fabbisogno è soddisfatto dai centri del nord Europa; un Joint Warfare Centre italiano, costruito sul modello di Stavanger e Bydgoszcz, permetterebbe di offrire alla NATO un ulteriore polo sul fianco sud, più vicino ai teatri mediterranei su cui l’Italia è spesso nazione quadro, alleggerendo il carico sui centri esistenti.
Per l’Italia questo significherebbe razionalizzare le capacità di simulazione, dare coerenza al ciclo esercitativo interforze, mettere a sistema le lezioni apprese e fornire al COVI un ambiente stabile in cui esercitare pienamente la funzione di joint warfighting command insieme ai principali comandi di Corpo e Divisione alleati. Una volta validato e accreditato dalla NATO, il centro potrebbe diventare sede naturale di mission rehearsal, pre-deployment training e warfare development per molti Paesi alleati.

In questo quadro il COMVIE, Comando Valutazione e Innovazione dell’Esercito con sede a Civitavecchia, rappresenta il candidato naturale per costituire il nucleo di un futuro Joint Warfare Centre nazionale. Erede del Centro Simulazione e Valutazione, il COMVIE è il principale riferimento per la simulazione a supporto dell’addestramento e della sperimentazione nel dominio terrestre, organizza esercitazioni complesse per comandi e unità e utilizza sistemi avanzati per ricreare ambienti operativi realistici e validare concetti, procedure, mezzi e materiali.
Il passo successivo dovrebbe consistire nella sua progressiva interforzizzazione, nell’ampliamento del perimetro multi-dominio e in un rapporto organico più stretto con il COVI e con lo Stato Maggiore Difesa. Ciò significherebbe aprire strutturalmente il COMVIE a personale e capacità di Marina, Aeronautica e delle altre componenti, integrare nei sistemi di simulazione le dimensioni marittima, aerea, spaziale e cyber, sviluppare scenari calibrati sul teatro euro-mediterraneo e formalizzare il ruolo del centro come provider di esercitazioni operative e strategiche per il COVI e per i grandi comandi alleati.
Un Joint Warfare Centre così configurato offrirebbe alla NATO un servizio di alto valore e all’Italia un posizionamento centrale nel sistema addestrativo dell’Alleanza, consentirebbe di valorizzare personale nazionale con grande esperienza nel settore e costituirebbe un volano per l’economia del Lazio, grazie al consolidamento di un polo di eccellenza militare e tecnologica a Civitavecchia.

Perché all’Italia serve un Joint Warfare Centre Nazionale
Fonte: https://www.jwc.nato.int/
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