La Difesa italiana si prepara a un cambio di paradigma. Durante il Question Time alla Camera, il Ministro Guido Crosetto ha delineato la necessità di “una nuova architettura per rispondere alla guerra ibrida”, illustrando un progetto complessivo per contrastare le nuove minacce tecnologiche che colpiscono quotidianamente il Paese. La guerra ibrida, ha spiegato, mira a infrastrutture critiche, servizi essenziali, industrie strategiche, reti di comunicazione e istituzioni democratiche, minando la stabilità nazionale attraverso attacchi continui e senza confini. Per troppo tempo, ha sottolineato Crosetto, l’approccio italiano è stato “attendista”, basato su reazioni tardive che non possono più essere sufficienti. Da qui l’esigenza di passare a una postura completamente nuova, proattiva e multilaterale, capace di agire “con tempestività e legittimità” e supportata da strumenti normativi aggiornati e da una capacità operativa “predittiva e adattiva”. In questo percorso di ridefinizione della Difesa, Crosetto ha affrontato anche il tema dell’operazione Strade sicure, spiegando che “i militari impiegati nel progetto devono tornare in prospettiva a fare il loro lavoro”. Ha aggiunto che, pur riconoscendo l’utilità del presidio sul territorio, questa funzione dovrebbe essere svolta da professionisti dedicati e specificamente formati, integrativi rispetto alle attuali forze di polizia. L’obiettivo è rendere più efficiente un sistema in cui i soldati possano concentrarsi sul ruolo per cui sono addestrati, anche attraverso l’introduzione di figure come il carabiniere ausiliario della riserva volontaria.

Per realizzare questa trasformazione, Crosetto ha elaborato un non-paper che sarà trasmesso al Parlamento, contenente le direttrici normative e operative per rendere più moderna e pronta la risposta nazionale alle minacce ibride. Il documento prevede il riconoscimento del dominio cyber come vero e proprio spazio di difesa nazionale e la costituzione di una “arma cyber” con una capacità iniziale compresa tra le 1.200 e le 1.500 unità operative, dotate di adeguata tutela giuridica per il personale civile e militare. Si tratta di una forza interamente dedicata alla difesa cibernetica, capace di contrastare attacchi digitali complessi e di intervenire nella protezione delle reti strategiche del Paese. A questa si affiancherà un centro di guerra ibrida, focalizzato sul contrasto alla disinformazione, alla manipolazione cognitiva e alle interferenze informative che mirano a destabilizzare l’opinione pubblica e i processi democratici. L’aggiornamento del quadro normativo, contenuto nello stesso documento, mira a consentire posture di difesa più rapide, coerenti con scenari in cui le minacce si sviluppano in tempi ridottissimi e richiedono risposte integrate tra domini diversi. Tutte queste misure confluiranno in un futuro disegno di legge per il riordino complessivo della Difesa, che, ha sottolineato Crosetto, rappresenta un passaggio indispensabile per garantire al Paese strumenti adeguati alle sfide attuali.

Crosetto ha espresso soddisfazione per il fatto che il tema della guerra ibrida inizi finalmente a essere discusso anche ai tavoli europei, dove finora era quasi del tutto assente. Ha ribadito che la domanda centrale non è più “cosa dobbiamo fare”, ma “quanto rapidamente saremo capaci di farlo insieme ai nostri alleati”. Parallelamente, la strategia del ministro tiene conto degli obiettivi NATO e degli indirizzi del Documento Programmatico Pluriennale. L’Alleanza prevede un impegno complessivo intorno al 5 per cento del PIL per le funzioni di difesa, sicurezza e intelligence, un traguardo che l’Italia punta a raggiungere progressivamente. Il ministro ha assicurato che, una volta superata la procedura per deficit eccessivo, già dal prossimo anno è previsto un incremento dello 0,15 per cento del PIL destinato alla difesa, cui seguiranno un ulteriore 0,15 nel 2027 e uno 0,20 nel 2028. Crosetto ha precisato che tali investimenti non sono una concessione alle richieste internazionali, ma una responsabilità necessaria per garantire la sicurezza nazionale in un contesto globale sempre più instabile, in cui occorre essere pronti a qualsiasi scenario.

Difesa italiana: negli ultimi 20 anni tutto bene? Oggi si critica chi finalmente riforma - DEFENSANEWS.COM - Noticias defensa y seguridad






