La rivoluzione del Pentagono: l’acquisizione diventa arma di guerra

CONDORALEXCONDORALEXIndustria3 settimane fa138 Visualizzazioni

Il Dipartimento della Guerra statunitense ha presentato un pacchetto di riforme che segna una svolta epocale nel modo in cui Washington concepisce la propria macchina della difesa. Quattro documenti ufficiali, pubblicati il 10 novembre, delineano la “Acquisition Transformation Strategy” e tre linee operative complementari: la trasformazione del sistema di acquisizione della difesa in “Warfighting Acquisition System”, la riforma del processo dei requisiti congiunti e l’unificazione dei canali per il trasferimento degli armamenti e la cooperazione internazionale.

Da burocrazia a potenza operativa

L’obiettivo è chiaro: trasformare l’acquisizione da funzione amministrativa a funzione di guerra, capace di assicurare ai militari capacità operative nel tempo necessario per vincere.

Il segretario alla guerra ha dichiarato che “la velocità con cui mettiamo in campo nuove capacità determinerà la nostra sopravvivenza strategica”. L’attuale Defense Acquisition System, giudicato eccessivamente burocratico e lento, sarà sostituito dal nuovo Warfighting Acquisition System, un modello orientato alla rapidità, flessibilità e responsabilità diretta.

Questo cambio di paradigma implica una revisione profonda della cultura interna al Pentagono e all’industria: meno enfasi sulla conformità formale, più attenzione al risultato operativo. Ogni ufficio, processo e comitato dovrà dimostrare la propria utilità in termini di tempi di consegna. In altre parole, il “time to field” — il tempo necessario per portare una capacità sul campo — diventa la nuova metrica strategica.

La rivoluzione del Pentagono: l’acquisizione diventa arma di guerra
La rivoluzione del Pentagono: l’acquisizione diventa arma di guerra

Le 3 Linee Operative

1. Governance dell’acquisizione.
Nasce la figura del Portfolio Acquisition Executive, responsabile di interi segmenti capaci di spostare fondi e priorità in base alle esigenze tattiche. I responsabili delle procedure d’appalto saranno integrati nei team di programma e lavoreranno a stretto contatto con ingegneri e operatori sul campo.

2. Riforma del processo dei requisiti.
Il nuovo Joint Requirements System dovrà ridurre drasticamente i tempi di definizione delle esigenze operative, eliminando passaggi inutili e riunioni superflue. L’obiettivo è trasformare le necessità emerse dai teatri in programmi reali nell’arco di mesi, non di anni.

3. Cooperazione internazionale e trasferimenti.
Sarà superata la frammentazione amministrativa che rallenta le esportazioni militari statunitensi. Un sistema unificato gestirà in modo più efficiente le richieste degli alleati, promuovendo standardizzazione, interoperabilità e condivisione degli oneri.

Rinascita della base industriale

I documenti riconoscono che la base industriale americana si è ristretta a pochi grandi appaltatori e a una rete di subfornitori fragile. La strategia punta a rivitalizzare la base industriale della difesa, abbattendo le barriere d’ingresso per nuove imprese e favorendo l’uso di tecnologie commerciali e strumenti contrattuali flessibili, come le Other Transaction Authority (OTA), che permettono di ridurre tempi e burocrazia.

La sfida è duplice: assicurare una produzione di massa in tempi brevi e mitigare le vulnerabilità dovute alla dipendenza da fornitori esteri o da materiali critici. L’intera catena logistica dovrà adattarsi a un modello “da guerra”, capace di sostenere ritmi produttivi coerenti con le nuove minacce globali.

L’impatto sugli alleati europei

Questa rivoluzione non riguarda solo Washington. Per l’Europa — e per l’Italia in particolare — il nuovo modello americano rappresenta una sfida diretta.
Un sistema d’acquisizione concepito come funzione di guerra impone agli alleati di adattare le proprie procedure, ancora lente e frammentate, se vogliono mantenere interoperabilità e coerenza con il ritmo statunitense.

L’approccio “speed to capability” potrebbe spingere i Paesi europei ad adottare processi di approvazione più rapidi e a rafforzare i partenariati industriali transatlantici. Tuttavia, la competizione nella supply chain globale si intensificherà: chi non saprà innovare rischia di restare ai margini della produzione strategica.

Cultura del rischio e nuova responsabilità

Il nodo più complesso è culturale. Il sistema americano, da sempre basato su controlli multipli e mitigazione del rischio, dovrà ora accettare una maggiore esposizione all’incertezza per guadagnare tempo e vantaggio operativo.

La leadership politica e militare sarà chiamata a sostenere decisioni più rapide, talvolta senza la certezza di successo, con la consapevolezza che l’indecisione è essa stessa un rischio strategico.

Il Warfighting Acquisition System non è dunque una semplice riforma amministrativa: è la traduzione industriale e organizzativa della nuova era della competizione tra potenze.
L’acquisizione diventa parte integrante della deterrenza.

Per gli Stati Uniti, significa prepararsi a un conflitto ad alta intensità in cui il tempo di produzione vale quanto la potenza di fuoco.
Per l’Europa, significa interrogarsi su come stare al passo — e su quale modello di prontezza industriale e strategica adottare — per affrontare ciò che potrebbe, “sfortunatamente”, accadere domani.

La rivoluzione del Pentagono: l’acquisizione diventa arma di guerra

Fonte: https://www.war.gov/News/Releases/Release/Article/4329487/secretary-of-war-announces-acquisition-reform/

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Al secolo Alessandro Generotti, C.le magg. Paracadutista in congedo. Brevetto Paracadutista Militare nº 192806. 186º RGT Par. Folgore/5º BTG. Par. El Alamein/XIII Cp. Par. Condor. Fondatore e amministratore del sito web BRIGATAFOLGORE.NET e DIFESANEWS.COM. Blogger e informatico di professione

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