La notte del 6–7 settembre 2025, la Russia ha lanciato il più imponente attacco aereo dall’inizio dell’invasione, utilizzando 805 droni e decoy (esche) insieme a 13 missili, prendendo di mira vaste aree dell’Ucraina e causando devastazione senza precedenti.
Secondo l’Aeronautica ucraina, 747 droni e quattro missili sono stati abbattuti o neutralizzati, ma l’attacco ha comunque colpito 37 località in tutto il Paese, con 56 droni e 9 missili che hanno effettivamente raggiunto i loro obiettivi.

Nella capitale, l’impatto è stato particolarmente grave. A Kiev:
Il sindaco Vitali Klitschko ha sottolineato che i soccorritori hanno operato per tutta la notte, definendo la perdita di questa donna e del suo bambino come “il prezzo del terrore russo”. Inoltre, per la prima volta, fuoco e fumo si sono levati visibilmente sopra il palazzo di governo, una scena mai vista prima nel conflitto.

La prima ministra Yulia Svyrydenko ha definito l’attacco un’enorme escalation: “Ricostruiremo gli edifici, ma le vite perse non potranno essere restituite” ha dichiarato, richiamando gli alleati occidentali a innalzare le sanzioni sul petrolio e il gas russo.
Il bilancio delle vittime civili è stato aggiornato a tre morti, inclusi madre e neonato, e 18 feriti secondo Reuters. Alcuni media riportano anche ulteriori vittime, come una donna anziana in un rifugio del distretto Darnytskyi.
L’assalto non si è limitato alla capitale. Tra le città colpite ci sono Odesa, Dnipro, Kryvyi Rih, Kremenchuk e Zaporizhzhia, dove sono stati segnalati incendi, danni a infrastrutture, feriti e interruzioni di corrente.
Questi attacchi avvengono in un contesto di crescente utilizzo strategico dei droni da parte della Russia, che mira a saturare le difese ucraine attaccando sia obiettivi strategici che zone civili, esacerbando la crisi umanitaria.
L’aggressione è arrivata dopo una serie di attacchi recenti — uno su tutti, quello del 28 agosto quando quasi 600 droni e oltre 30 missili hanno devastato Kiev, uccidendo almeno 23 persone, tra cui quattro bambini.
Il presidente Volodymyr Zelenskyy ha aperto spiragli diplomatici, dichiarando la propria disponibilità a negoziare, ma ha anche chiesto agli Stati Uniti e ai partner europei di potenziare le sanzioni e inviare più sistemi di difesa aerea.
Nel frattempo, l’attacco sulla sede del governo rappresenta un punto di non ritorno nella guerra — un chiaro simbolo della crescente determinazione di Mosca a colpire al cuore dello Stato ucraino.

805 Droni: l’Ucraina colpita dalla più grande offensiva aerea della guerra






